joe biden ursula von der leyen

ADDIO DAZI! – UNA DELLE NOTIZIE PIÙ IMPORTANTI DEL G20 DI ROMA È L’ACCORDO SIGLATO TRA UNIONE EUROPEA E USA CHE METTE FINE AI DAZI – L’INTESA LIBERA 6,4 MILIARDI DI EURO DI ESPORTAZIONI COLPITE DALLE MISURE INTRODOTTE DA TRUMP E DALLA RITORSIONE DI BRUXELLES – PER L’ITALIA È UNA BUONA NOTIZIA, CHE VALE ALMENO 800 MILIONI DI EURO…

joe biden ursula von der leyen

Rodolfo Parietti per “il Giornale”

 

Dal vertice G20 di Roma arriva il colpo di piccone al protezionismo targato Trump. I tempi cambiano, e Joe Biden (in foto) scodella, di concerto con l'Unione europea, l'accordo che mette fine ai dazi imposti da Washington su acciaio (25%) e alluminio (10%), nonché alle misure di ritorsione decise da Bruxelles su alcune icone del made in Usa, come le motociclette Harley Davidson e i jeans Levi's.

 

TRUMP DAZI

L'intesa dovrebbe liberare dai lacci tariffari 6,4 miliardi di euro di esportazioni di acciaio colpite dalle misure introdotte nel 2018, quando The Donald inasprì lo scontro commerciale già aperto con la disputa pluriennale Airbus-Boeing. A conti fatti, il patto rimuoverà anche circa 3,5 miliardi che sarebbero finiti nelle tagliole daziarie europee a partire dal prossimo primo dicembre.

 

airbus vs boeing

Per l'Italia, quinto esportatore di acciaio verso gli Stati Uniti, è un sollievo che equivale a circa 800 milioni di euro di export non soggetti a barriere tariffarie. L'aridità delle cifre fa il paio, come spesso si conviene in questi casi, con la grancassa retorica.

 

joe biden ursula von der leyen

Non la suona il premier Mario Draghi, che in modo asciutto si auspica che «questo accordo sia un primo passo verso un'ulteriore apertura degli scambi tra Ue e Stati Uniti, per favorire la crescita di entrambe le economie»; fatica a tenerla in sordina la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che definisce l'agreement «un'iniziativa chiave per l'agenda transatlantica»; la percuote senza troppi problema Biden che parla di «pietra miliare» nei rapporti fra le due sponde dell'Atlantico.

 

serena cappello mario draghi - jill e joe biden - sergio e laura mattarella

 Sembra insomma essersi sciolto il gelo creato dopo lo scippo alla Francia, da parte degli Usa, di una commessa miliardaria per la fornitura di sottomarini all'Australia. La Casa Bianca ha del resto tutto l'interesse a non esacerbare i rapporti con l'Europa, in un momento in cui le relazioni con la Cina si sono fatte complicate.

 

mario draghi ursula von der leyen

Anche sul versante commerciale. Pechino, in base alle analisi del Peterson Institute for International Economics, non starebbe rispettando gli accordi di "Fase Uno" con cui, nel gennaio del 2020, l'America e il Dragone avevano posto le fondamenta per arrivare alla totale rimoGli Usa di Donald Trump avevano imposto dazi al 25% sull'acciaio europeo e al 10% sull'alluminio zione di tutta la pletora di inasprimenti tariffari accumulata durante la trade war scatenata da Trump e dal presidente cinese, Xi Jinping.

donald trump e i dazi contro la cina

 

L'abbozzo di pacificazione prevedeva che, tra l'altro, l'ex Impero Celeste comprasse circa 200 miliardi di dollari di beni e servizi statunitensi nel biennio 2020-21. Al momento, i dati commerciali mostrano che la Cina ha acquistato solo il 62% dei beni statunitensi previsti dall'intesa. All'appello mancano, quindi, oltre 120 miliardi di acquisti. Se la crisi provocata dal coronavirus rappresenta un buon alibi, anche i non buoni rapporti fra Biden e Pechino potrebbero aver avuto un ruolo nel mancato rispetto del ruolino di marcia.

 

mario draghi ursula von der leyen 2

Con l'Europa, invece, la situazione era già migliorata a metà dello scorso mese di giugno in seguito alla sospensione per 5 anni di tutti gli 11,5 miliardi di dazi legati al contenzioso Airbus-Boeing, di cui 7,5 miliardi sulle esportazioni europee. Pur non avendo mai fatto parte del consorzio aerospaziale di matrice europea, pure l'Italia aveva subìto danni a causa delle ritorsioni statunitensi, valutabili nel solo settore agroalimentare attorno al mezzo miliardo di euro. Anche ora che tutti i paletti divisisi introdotti da Trump sembrano esser stati rimossi, resta comunque del lavoro da fare. «Nei prossimi due anni - ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue e commissario al Commercio,Valdis Dombrovskis - , lavoreremo per un accordo globale sull'acciaio, che ci consentirebbe di eliminare definitivamente 232 dazi». Il nodo, non facile da sciogliere, sarà quello legato alla sovracapacità siderurgica globale.

mario draghi joe biden serena cappello mario draghi eiko e ursula von der leyen sergio e laura mattarella

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA