IL MINISTRO RENZIANO DELRIO INDORA LA SUPPOSTA FISCALE: “L’IMU? SOLO SULLA PRIMA CASA DI LUSSO” (PRATICAMENTE LO 0,1% DEGLI IMMOBILI)

Alessandro Barbera per "La Stampa"

Ministro Delrio, arriva il nuovo catasto?
«Speriamo sia la volta buona, l'orizzonte non è comunque brevissimo: tutto dipende dai tempi di attuazione della delega fiscale. Ciò che conta è aver deciso di far procedere di pari passo questa riforma e quella dell'Imu, che arriverà prima».

Ci sta dicendo che ci sarà un periodo transitorio?
«In attesa delle nuove rendite stiamo cercando di mettere a punto una soluzione che non crei disparità. Un esempio: le abitazioni di lusso - quelle di categoria A8 e A9, che continueranno a pagare l'Imu sulla prima casa - oggi sono solo lo 0,1% degli immobili».

Le indiscrezioni dicono che non pagheranno l'Imu sulla prima casa circa l'85% delle famiglie. Di cosa terrete conto per individuare la platea e calcolare il costo della nuova tassa? Avete trovato l'accordo?
«Ci siamo vicini. Pensiamo di tenere conto anche dei valori dell'osservatorio immobiliare e del numero dei vani, visto che la nuova Imu dovrà incorporare la vecchia Tares».

Terrete conto anche del nuovo indicatore Isee, quello che si usa per chiedere accesso ai servizi?
«Forse».

Resta un grande dubbio: le nuove regole si applicheranno solo dal 2014 o riguarderanno anche il pagamento dell'ultima rata di dicembre? Su questo nella maggioranza non c'è accordo: il Pdl vuole che quest'anno non si paghi nulla. Che ne sarà dei Comuni? Come faranno a chiudere i bilanci di quest'anno senza aver incassato? Il governo darà delle compensazioni?

«Posso solo dirle che tutto quello che dice lei è vero, e che questo è un punto decisivo sul quale c'è dibattito aperto. Spero si trovi una soluzione ragionevole, perché se il Paese sta tenendo socialmente lo dobbiamo in gran parte ai Comuni, ai quali bisogna restituire piena autonomia impositiva».

Lei è un federalista convinto, ma quel processo negli ultimi due anni si è arrestato. «Ed è stato un errore. La macchina ora è ripartita: pochi giorni fa ho fatto un accordo con il ministro Lorenzin che individua le Regioni le quali faranno da modello per l'applicazione dei costi standard nella sanità: Emilia, Umbria, Marche, Veneto e Lombardia.

L'altro ieri, nel decreto del fare, abbiamo approvato un emendamento che sblocca il passaggio di proprietà ai Comuni degli immobili previsti dal vecchio decreto sul federalismo demaniale».

In piena continuità con Tremonti, insomma.
«Erano autonomisti Cattaneo, Einaudi, De Gasperi, Gramsci. Non è una questione di colore politico, ma di credere in una vera riforma istituzionale, forse l'unica strada per rendere il sistema Italia davvero efficiente».

C'è chi dice che è vero il contrario: con il federalismo aumentano le tasse.
«Dipende. Se è quello che abbiamo visto fino ad oggi, incompleto e irresponsabile, sì. Per far scendere i costi ci vogliono regole certe e trasparenti».

Per trovare le risorse che cercate per finanziare la riforma dell'Imu non si può tagliare le spese?
«Io cerco di fare la mia parte: conto di portare venerdì in Consiglio dei ministri un altro disegno di legge che accompagnerà quello costituzionale di abolizione delle Province».

In cosa questo progetto differisce da quello di Monti, mai andato in porto? «È ancora più snello. Non è prevista nessuna elezione. Le Province altro non saranno che organi gratuiti nei quali i sindaci con più di 15mila abitanti e quelli rappresentanti delle unioni dei comuni più piccoli si riuniranno per pianificare alcune funzioni essenziali: gestione dei rifiuti, scuole, trasporti, scuole. A questi enti resterà esclusivamente la gestione diretta delle strade provinciali».


Sarà la volta buona? Sarebbe il quarto tentativo ad andare a vuoto...

«Se il disegno di legge viene approvato è cosa fatta. Ci sono già 30 Province commissariate, gran parte delle altre è in scadenza nel 2014».

Le crediamo sulla parola. Cosa ne sarà dei dipendenti?
«Quelli delle dieci più grandi verranno assorbiti negli uffici aree metropolitane, tutti gli altri verranno ricollocati nei Comuni sulla base delle esigenze di ciascuna amministrazione».

 

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