GEMONIO COME SALÒ? - QUALCUNO SUSSURRA CHE BOSSI NON VOGLIA PROPRIO MOLLARE IL PARTITO A MARONI E CHE GIÀ SI STAREBBE ORGANIZZANDO CON I FEDELISSIMI DEL CERCHIO MAGICO PER DAR VITA A UN NUOVO PARTITO - ANCHE SE OGGI, IN TEMPO DI GRANDI PULIZIE, GLI AFFEZIONATI DEL SENATUR NON ESCONO ALLO SCOPERTO, ICTUS BOSSI POTREBBE PUNTARE SU MOLTI VECCHI AMICI - PRIMI FRA TUTTI, SILVIO BANANONI E GIULIO TREMENDINO...

Giovanni Cerruti per "la Stampa"

Ipotesi e voci, al momento. Sussurri che filtrano dalla Lega di Gemonio, la villetta del Cerchio Magico dove hanno convinto Umberto Bossi a resistere, che non è finita qui e non finirà nemmeno con il congresso di giugno. Resistere, resistere, resistere. Anche per Bossi. La Lega è sua e sua dovrà restare. Non la lascia, come temono nella sede di via Bellerio, e piuttosto la sfascia. Pronto o costretto a difendere se stesso, la famiglia, il suo passato di gloria, il suo futuro incerto. E' presto per parlare di un piano, di una strategia già definita. Ma a Gemonio, con l'espulsa Rosi Mauro in salotto, sono al lavoro.

Oggi sembra tutto chiaro, e dalla villetta non è un bel vedere. Ai congressi di Lega Lombarda e Veneta quell'assatanato di Bobo Maroni avrà la maggioranza, già conquistata in quelli provinciali. E a fine giugno, al Congresso Federale, si prenderà la Lega: lui o chi per lui nuovo segretario e al vecchio Bossi non resterà che una carica onorifica e vuota, una bella medaglia da accarezzare sulla panchina dei pensionati. Impensabile, impossibile da accettare per chi ancora si sente - con la Lega di Gemonio - padre e padrone, fondatore di una Lega che sarà anche diventata la «Bossi&Co.», ma non può andare al fallimento.

Così, tra le Leghe di Famiglia e via Bellerio, si comincia a ragionare sulle prossime mosse, i prossimi mesi e infine le prossime elezioni politiche. E' sempre un brutto segno quando in un partito si parla di soldi e di simbolo. E di questo, del simbolo, nella Lega si mormora da parecchio, da anni, da quando un libro di Rosanna Sapori, giornalista di «Radio Padania» messa alla porta, aveva rivelato il dubbio che nessuno ha mai cancellato: che il simbolo della Lega, Alberto da Giussano con lo spadone, già nell'anno 2000 sia finito nel Trattato di Pace tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi. Dubbio che ora ritorna, e altri ne alimenta.

Roberto Calderoli aveva smentito, annunciando una querela che mai si è vista. Bossi, l'altra sera a Bergamo ha schivato la domanda: «Si sarebbe saputo...». Non ha detto che è una balla, non è vero. Sarà il congresso di giugno, forse, a raccontare la verità. Ma a sentire i sussurri dalla villetta di Gemonio è quella Lega a sentirsi proprietaria, o comunque a rivendicare quel simbolo come affar loro. Fosse vero potrebbe essere una conferma indiretta, un avviso ai naviganti di Bobo Maroni, l'annuncio di un probabile sfascio e la conferma delle intenzioni di Bossi intercettate nelle conversazioni di Francesco Belsito: vuol farsi un partito suo.

Bossi che si tiene stretti la cassa, il simbolo e quel che resta della sua Lega. Almeno nelle intenzioni, perché sulla cassa finirà ai cavilli da avvocati. Ma su simbolo e Lega è tutta da vedere, e da giocare. Già ai congressi di lombardi e veneti potrebbe mandare allo scoperto i suoi kamikaze padani, e non son pochi, sono i tanti leghisti che all'ombra del Cerchio Magico negli ultimi anni si son conquistati cariche e potere. Quelli che non possono più sentirsi al sicuro, i parlamentari che hanno già capito che si mette male, nella Lega delle scope e di un certo rancore non ci saranno ricandidature per complici e furbetti.

Sono queste le truppe, ora in sonno, ora accucciate al riparo delle scope, della Lega di Gemonio. Solo Marco Reguzzoni, l'ex capogruppo, non ha votato per l'espulsione di Rosi Mauro. Ed erano appena un paio, sotto la sede di via Bellerio, a maneggiare volantini contro Bobo il Giuda. Ma giovedì notte, quando al Tg3 si è presentata Carolina Lussana, deputata bergamasca affiliata al Cerchio Magico, non c'è leghista che non si sia stupito. Ha ripetuto, come niente fosse, quel che Maroni aveva appena dichiarato a «Porta a Porta». Riposizionamenti veloci, fughe da Gemonio troppo veloci. Che preoccupano chi ha voglia di scope.

Una Lega che all'ordine da Gemonio potrebbe davvero sfasciarsi. A Bossi non piace il «Partito del Nord» che piace a Maroni. Vuole una Lega sua, identitaria, da Padania, Pontida, Fratelli in libero suol, «è partita la battaglia finale». Potrebbe scavare fosse tra lombardi e veneti, che da anni sono i mugugnanti azionisti di maggioranza della Lega. Potrebbe alzare i toni, sparigliare, accendere fuochi, scommettere sul proprio carisma. Lasciarsi convincere che siamo ancora nel ‘92, dopo la candidatura della sorella Angela in una lista di disturbo, quando diceva che «al Nord se c'è il nome Bossi in lista ti votano tutti, anche i cani».

Di alleati, nella Lega, ne troverebbe ancora. Non si sa quanti, non si sa quali, di certo quelli che con Maroni non avranno futuro. Sempre meno credibile, sempre più acciaccata, se questa Lega di Gemonio si metterà in proprio può già contare su due alleati. Silvio Berlusconi, che simbolo o non simbolo non lascerà l'amico Umberto su una panchina: spazio sui media e percorso concordato per restare in Parlamento. E Giulio Tremonti, che porterebbe in dote quel che a Bossi manca dai tempi di Gianfranco Miglio. Anche se il Professore con le orecchie a sventola ai padani piaceva molto. Quello con gli occhialini poco.

 

BOSSI UMBERTOUMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO SILVIO BERLUSCONI MARONIMARCO REGUZZONI calderoli-robertosede della Lega Gemonio

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…