DINOSAURI CHE NON SI ESTINGUONO: DALLE MONETINE ALLA “REMONTADA”, SILVIO, IL “CAPPELLAIO MATTO” - FERRARA GONGOLA PER LO SHOW: “IL CAV. NON VINCERÀ LA SUA QUARTA TOMBOLA EPPURE AVVERSARI E ARCINEMICI SONO SEMPRE LÌ ALL’INSEGUIMENTO” - DOPO LA TROVATA DELL’IMU, BERSANI E MONTI “SOLIDALI L’UNO ALL’ALTRO NELLO SGOMENTO COMUNE… STANNO ALMANACCANDO FRENETICAMENTE SU RIMODULAZIONI E REDISTRIBUZIONI FISCALI…”
1 - FERRARA: BERLUSCONI Ã IL CAPPELLAIO MATTO
Da "Liberoquotidiano.it"
Giuliano Ferrara raddoppia. Dopo l'editoriale di ieri, martedì 5 febbraio in cui definiva il Cavaliere un "magico imbonitore" oggi sul Foglio, fa un altro passo avanti. Paragona Silvio Berlusconi al Cappellaio Matto di Lewis Carroll che "ammazza il tempo della campagna elettorale incatenando tutti al suo tè delle cinque".
Spiega che ogni giorno ci regala promesse "spettacolari che tracimano nell'irrealtà ". E poi la stoccata: il Cavaliere non vincerà le elezioni. Certamente la sua bomba elettorale di restituire l'Imu sulla prima casa unita a quella del condono tombale ha avuto il merito di dare un tono a una campagna elettorale altrimenti "scontata e immusonita". E sposta l'accento sulle reazioni di Pier Lugi Bersani e Mario Monti, che "scoprono che Berlusconi smercia l'impossibile ma lo fa in modo più sfolgorante rispetto alla loro offerta sensatissima ma scontata e grigia".
2 - IL CAPPELLAIO MATTO
Giuliano Ferrara per "il Foglio"
Come il Cappellaio Matto di Lewis Carroll, Silvio Berlusconi ammazza il tempo della campagna elettorale e incatena tutti al suo tè delle cinque. In omaggio al nostro non compleanno giornaliero, con tocco disneyano, si regala e ci regala promesse spettacolari che tracimano nell'irrealtà ma appagano il gusto semplice del consenso di massa. Che non necessariamente coincide poi con il voto: il Cav. non vincerà la sua quarta tombola che dal segreto dell'urna lo condurrebbe a Palazzo Chigi.
Eppure avversari e arcinemici sono sempre lì all'inseguimento dei dinosauri fuoriusciti dal suo cilindro. La trovata dell'Imu da abolire e di quella del 2012 da restituire al popolo sovrano, combinata con la più conturbante proposta di un condono tombale - nell'Italia dei 120 miliardi annuali di sommerso non è uno scherzo, come fa notare la Corte dei conti - non ha soltanto risvegliato il fantasma di un elettorato in cerca di salvezza dagli schiavettoni del fisco più aggressivo d'Europa; ha anche e sopra tutto battuto il ritmo di una campagna elettorale altrimenti scontata e immusonita.
Basta osservare le reazioni circostanti. Pier Luigi Bersani e Mario Monti, solidali l'uno all'altro nello sgomento comune, scoprono che Berlusconi smercia l'impossibile ma lo fa in modo più sfolgorante rispetto alla loro offerta sensatissima, ma convenzionale e grigia. Dunque stanno almanaccando freneticamente su rimodulazioni e redistribuzioni fiscali.
L'editoriale di Ezio Mauro su Repubblica, ieri, era il manifesto di una coscienza infelice: "Bisogna dire con chiarezza che la tassazione è troppo alta, senza lasciare questa carta alla demagogia della destra". Il Cav. perderà , ma non senza aver prima strapazzato le illusioni di chi voleva esiliare, insieme con lui, anche le sue idee pazze e così popolari che quando le riecheggia Matteo Renzi diventano subito motivo di rimpianto.
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