DOMANI GRANDE GIORNO PER I SERVIZI SEGRETI – AL NETTO DI SORPRESE CHE FAREBBERO SBANDARE L’INTELLIGENCE, I NOMI DEI CANDIDATI SONO NOTI: I VICEDIRETTORI GIANNI CARAVELLI E LUCIANO CARTA, OGGI ALL'AISE, VINCENZO DELLE FEMMINE (AISI), CARMINE MASIELLO ED ENRICO SAVIO (DIS) – PER IL GOVERNO C'È DA FARE UNA CORSA INDIAVOLATA PER PREPARARE LA CONFERENZA DI PALERMO SULLA LIBIA (12 E 13 NOVEMBRE)
Marco Ludovico per il Sole 24 Ore
Il governo muove in due mosse su intelligence e conferenza sulla Libia.
Ieri è partita la convocazione per mercoledì del Cisr, il comitato interministeriale che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve «sentire», dice la legge, prima di firmare il decreto di nomina dei nuovi direttori in sostituzione di Alessandro Pansa (Dis) e Alberto Manenti (Aise).
Sempre ieri al Mae-ministero degli Affari esteri, guidato da Enzo Moavero Milanesi, è giunta Stefanie T. Williams, vice rappresentante incaricata per gli affari politici della missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil). La conferenza di Palermo sulla Libia, infatti, sarà preparata dall' Italia d' accordo e d' intesa con l' Onu. Considerata la data ufficiale, 12 e 13 novembre, c' è da fare una corsa indiavolata per garantirsi le presenze al massimo livello politico. Nel governo qualche giorno fa c' è stato anche chi sosteneva la necessità di un rinvio: volontà oggi superata.
Si punta sull' Onu che dovrebbe dare un contributo forte. Le Nazioni Unite, peraltro, hanno in animo di fare una loro conferenza in Libia per l' anno prossimo. Le riunioni al Mae con gli uomini dell' Aise sono continue.
Dovrebbero arrivare a Palermo le delegazioni di 25 Paesi. L' interrogativo e la speranza è che giungano anche capi di Stato e di governo. È l' obiettivo e il risultato finale, soprattutto, la grande incognita. La scommessa di palazzo Chigi e del Mae è di arrivare a una dichiarazione d' intenti a termine lavori per proseguire e consolidare, con un segno politico riconoscibile, il processo di stabilizzazione e di riunificazione di Libia Est, Ovest e Sud. Con i governi, le etnìe, le comunità locali, tutte le identità in campo.
La conferenza ha carattere politico e se l' intesa finale avesse un profilo tecnico - basato sulla sicurezza o lo sviluppo economico del Paese per esempio - sarebbe un flop. L' Italia, insomma, deve dare il segno di essere andata oltre la conferenza di Parigi convocata da Emmanuel Macron a maggio: conclusasi con un sì accennato con il capo dei rappresentanti libici - ma nessuna firma - alla proposta francese di indire le elezioni il 10 dicembre 2018.
Roma deve fare i conti con l' assenza del proprio ambasciatore, Giuseppe Perrone, richiamato a Roma per motivi di sicurezza oggi peraltro superati. Improbabile il ritorno di Perrone a Tripoli, nonostante i suoi ottimi rapporti con politici e comunità locali, difficile la nomina del successore prima della conferenza di Palermo.
Palazzo Chigi invece sembra aver superato le obiezioni di chi ha sostenuto l' inopportunità di cambiare i vertici dell' intelligence prima della conferenza sulla Libia. La convocazione del Cisr per mercoledì è ufficiale anche se, in teoria, il comitato interministeriale potrebbe occuparsi di questioni legate agli assetti dei bilanci delle agenzie di informazione e sicurezza.
I nomi dei candidati sono noti: i vicedirettori Gianni Caravelli e Luciano Carta, oggi all' Aise, Vincenzo Delle Femmine (Aisi), Carmine Masiello ed Enrico Savio(Dis). Nell' esecutivo l' accordo sui nomi finora resta riservato. Mai escludere, in questi casi, un colpo di scena.