VIRATA A DESTRA! DOPO LE AMMINISTRATIVE, LA SFIDA TRA GIORGIA MELONI E IL TANDEM SALVINI-BERLUSCONI SI GIOCHERA’ ALLE EUROPEE - MASSIMO FRANCO: “DIFFICILE DIRE SE FORZA ITALIA E LEGA PUNTINO AL CONTENIMENTO DELLA PREMIER E DEL SUO PARTITO, TENTATO INUTILMENTE ANCHE IN ITALIA; O SE PREVEDA UN GIOCO DELLE PARTI. SULL’ATTEGGIAMENTO VERSO LA RUSSIA POTREBBERO AFFIORARE NELL’ESECUTIVO DI MELONI LE STESSE CONTRADDIZIONI CHE HANNO SPACCATO IL ‘GRUPPO DI VISEGRAD’..."
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi al compleanno di salvini
È un risultato che sarà letto con lenti europee, oltre che italiane: tanto più dopo la vittoria delle destre anche in Spagna. E il lungo colloquio di ieri a Arcore tra Silvio Berlusconi e il capo della Lega, Matteo Salvini, ha avuto a che fare solo marginalmente con il voto amministrativo. C’è da scommettere che il vero argomento siano state le elezioni del 2024 in Europa: tema al quale entrambi sono molto sensibili. Berlusconi, come leader di un partito che aderisce al Ppe; Salvini, perché finora è stato o si è confinato nel gruppo di estrema destra escluso da ogni incarico.
meloni lupi berlusconi e salvini al quirinale
Sapere che la Lega ha dato «pieno mandato» al suo numero uno «per incontri a 360 gradi» è emblematico. Lascia capire che magari non ci saranno strappi rispetto all’attuale collocazione europea. Ma in parallelo Salvini cercherà sponde che gli permettano di avere un ruolo futuro: soprattutto se il voto del prossimo anno sancisse la rottura tra Ppe e socialisti, creando un asse tra popolari e conservatori: il sogno proibito e tuttora in sospeso di Giorgia Meloni.
Difficile dire se il dialogo tra Berlusconi e Salvini punti al contenimento della premier e del suo partito, tentato inutilmente anche in Italia; o se preveda un gioco delle parti. […] Sui […] ruolo di ogni forza della destra […] la competizione è aperta. Da una parte, l’aggressione russa all’Ucraina ha sbriciolato […] il «gruppo di Visegrad» […] […] La strategia del governo italiano punta a certificare nel 2024 lo spostamento a destra di tutto il Vecchio Continente, e a trarne le conseguenze in termini politici e culturali.
Ma sull’atteggiamento verso la Russia potrebbero affiorare nell’esecutivo di Meloni le stesse contraddizioni che hanno spaccato il «gruppo di Visegrad». Nei confronti della Nato e dell’Ucraina le posizioni di FdI, Fi e Lega sono unite a livello di voti parlamentari. Divergono però nei toni e sulla prospettiva. Se questo finora non ha avuto conseguenze si deve in primo luogo all’esigenza di lealtà verso l’Alleanza atlantica, che non consente smarcamenti. […]