IN PRINCIPIO FU IL PAPA - DOPO BERGOGLIO ANCHE PER GLI ALTRI POTENTI DELLA TERRA SCATTA LA VOGLIA DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO ANDANDO A MOLESTARE LA POVERA GENTE…

1 - HOLLANDE SULLE ORME DEL PAPA. I POTENTI SNOBBANO IL "PROTOCOLLO"
Alberto Mattioli per "la Stampa"

Fuori dai palazzi, fra la gente. Dopo Papa Francesco, Obama, Cameron e altri potenti in cerca di contatti umani, anche François Hollande, ogni tanto, sceglie la libertà. E rompe le regole del protocollo creando non pochi grattacapi alla sicurezza. L'ultima volta è successo lunedì sera. Dopo aver tenuto un anestetico discorso sull'innovazione in una sala parigina, il Président è scomparso dagli schermi radar dei media. In tutta discrezione, accompagnato solo da un paio di guardie del corpo, senza giornalisti né telecamere al seguito, si è materializzato nel diciannovesimo arrondissement per fare visita ad «Aire de famille», un'associazione che aiuta i giovani genitori in difficoltà.

Ci è rimasto per tre quarti d'ora. Naturalmente gli hanno subito messo un bébé in braccio e così ha pure dimostrato di saperci fare (del resto, Hollande di figli ne ha quattro e l'ex compagna con cui li ha fatti, Ségolène Royal, pretendeva giustamente che le desse una mano). Il «Presidente normale» era tutto contento: «Une respiration», ha commentato. Come dire: finalmente respiro un po'.

Però i genitori di Emilie, tre settimane, cullata dal Presidente della Repubblica francese nonché Coprincipe di Andorra, non hanno resistito e hanno postato la fotografia, che ha fatto subito il giro dei social network, quindi del mondo. E addio incognito. Ma almeno lunedì all'Eliseo sapevano dov'era e cosa stava facendo Hollande. Del resto, lui aveva promesso la visita alla sua ministra della Famiglia, Dominique Bertinotti (che a sua volta ha di recente rotto un tabù annunciando pubblicamente di avere un cancro e di non voler smettere di governare per questo).

«La regola per mantenere il carattere autentico di questi incontri è che si facciano a porte chiuse. Hollande l'ha già fatto e lo rifarà»: è la promessa di uno dei suoi consiglieri, che per i giornalisti incaricati di «coprire» l'Eliseo è piuttosto una minaccia.

Ogni tanto, invece, Hollande sparisce davvero. Il mese scorso, ha dato l'allarme Pierre-René Lemas, segretario generale dell'Eliseo, uno che lo conosce da sempre perché hanno fatto insieme l'Ena, la superscuola dell'élite. Nonostante le ricerche, Hollande non si trovava da nessuna parte. Si è poi scoperto che era andato a fare due passi sugli Champs-Elysées, che del resto sono appunto a due passi dal Palazzo. Peccato che non l'avesse detto a nessuno e soprattutto non agli agenti del Gspr, l'iperspecializzato Gruppo di sicurezza della Presidenza della Repubblica.

Hollande non è solo colpevole, ma recidivo. Mesi fa, la compagna attuale, Valérie Trierweiler, arrivò in macchina all'Eliseo, il Président scese ed entrambi si dileguarono per una serata intima. Finalmente soli. In quell'occasione, i servizi dovettero chiamare Hollande sul cellulare per scoprire in che ristorante fosse e organizzare un minimo di sicurezza. E in una memorabile domenica mattina, François e Valérie furono paparazzati da «Paris Match» a spasso da bravi borghesi ai giardini del Lussemburgo. All'epoca, con il giornale si arrabbiò lei, in perfetto conflitto d'interessi perché madame Trierweiler è appunto una giornalista di «Match».

Questa scappate permettono a Hollande di avere qualche contatto diretto con i cittadini. Ed evitando le contestazioni che, fra «berretti rossi», sindacalisti arrabbiati, attivisti antimatrimonio gay e scontenti di ogni sorta, ormai sono immancabili a ogni sua uscita ufficiale.

Del resto, quello del potente che gira in incognito fra il popolo è un classico e anche nell'Ancien régime i Re per grazia di Dio erano assai più accessibili dei Presidenti per grazia delle urne. E poi ogni tanto pure Nicolas Sarkozy si volatilizzava. Andava alla Virgin degli Champs-Elysées (oggi defunta) a fare il pieno di dvd per guardarli con Carlà nei tinelli elisei. E fare colpo sui giornalisti citando Dreyer o Visconti.

2 - QUEI LEADER A CACCIA DEL CONTATTO CON LA GENTE
Marco Belpoliti per "la Stampa"

Un tempo le mamme alzavano i figli perché il Papa, o il leader politico, potesse toccarlo, quasi possedesse il tocco magico che un tempo s'attribuiva ai reali di Francia.
Tutto avveniva in piazza, nel corso di una cerimonia, di un'inaugurazione o di un raduno. Da Mussolini a Stalin il bimbo in braccio, o il tocco della folla, erano d'obbligo e segnano il XX secolo, l'età della massa, come ha detto Elias Canetti, per cui la sua forza appare superiore alla somma delle singole parti, gli individui, che alla fin fine contano davvero poco.

Il XXI secolo è probabilmente cominciato quando Andy Warhol ha detto o scritto - dove non si sa con certezza - che ciascuno poteva aspirare a quindici minuti di celebrità: l'età degli individui. Tutto è cominciato con la televisione, dove bastava apparire per «essere». I leader politici sono stati veloci a capirlo, e poiché a loro non bastano quei quindici minuti, ma aspirano a tempi ben più lunghi, hanno cominciato a studiare strategie differenti per apparire dopo il tramonto dei capi taumaturghi.

Il nuovo maestro nel campo della comunicazione, del far notizia con il minimo sforzo, è certamente Papa Francesco. Si chiama low profile: andare senza scorta al Quirinale; partecipare a un incontro in parrocchia senza annunciarlo; usare automobili qualunque; viaggiare con il finestrino abbassato nel traffico romano, e tante foto di gruppo con giovani e bambini.

Un nuovo modo per fare notizia, senza troppa pompa, anzi proprio per questo. L'ha capito Enrico Letta, che si presenta per l'incarico di presidente del Consiglio arrivando con l'utilitaria di famiglia e i seggiolini dei bambini sul sedile posteriore. Oppure il presidente francese François Hollande, che fa uscite senza preavvisi e si materializza giorni fa in un'associazione di genitori in difficoltà.

Il consenso, nell'epoca dei «quindici-minuti» ce lo si procura così, perché ovunque il Capo vada ci sarà sempre qualcuno che, munito di cellulare, scatta subito una foto, e la posta sulla sua pagina Facebook, o nel profilo Twitter, e così fa il giro del mondo (salvo essere ripresa utilmente dagli addetti stampa, come per Cameron l'altro giorno).

La popolarità è virale nell'universo dei social network. Il tocco magico ora ce l'ha il popolo della Rete, e il leader si fa ungere da Pinterest, o dall'uccellino Tw, invertendo il procedimento tradizionale. Warhol alla rovescia: diventare famosi grazie a coloro che possono esserlo solo per quindici-minuti. Il papà di Emile, tre anni, ha fatto clic, e subito l'immagine del presidente francese è entrata nell'universo mediatico degli smarthphone. Non è tanto un mettersi al posto della gente comune - il solito: Anche io sono come voi -, bensì ricevere l'energia per rilanciarsi - l'immagine moltiplicata - proprio da loro. Meno lavoro per uffici stampa e apparati di propaganda.

Ora il «lavoro» lo facciamo tutti (Facebook produce non «cose», bensì i suoi iscritti). Basta andare, per fare un altro esempio, come ha fatto Obama sabato scorso, in un negozio di libri a Washington, sceglierne alcuni, mettersi in fila e pagare. Subito tutti alzano il cellulare e l'immortalano regalandogli altra popolarità. L'investitura al tempo dei social viene dal basso, basta che il Capo scenda tra la folla per subito risalire attraverso la notizia virale. La fotografia ha assunto un ruolo decisivo.

I leader l'hanno probabilmente imparato dal cinema e dalla moda, dove l'aura, l'alone della celebrità, da qualche decennio si alimenta con la prossimità e non più mediante la distanza. Solo Berlusconi, come del resto Putin, uomini del XX secolo, hanno paura delle persone, di farsi «toccare», e perciò giocano con il cagnolino Dudù nel corridoio della loro casa-fortezza. La copertina sul settimanale ce l'hanno lo stesso, e anche la citazione, ma sono soli. La solitudine del leader, icona del passato, non va più di moda. Siamo entrati nell'epoca della Moltitudine.

 

 

LELEZIONE DI PAPA BERGOGLIO INCONTRO PUTIN E BERGOGLIO INCONTRO PUTIN E BERGOGLIO IL PAPA CON LA MISERICORDINA OBAMA IN LIBRERIA MARIO MONTI CON EMPY MARIO DRAGHI IN UN CENTRO COMMERCIALE JACK MA E DAVID CAMERON ENRICO LETTA AL QUIRINALE CON LA FIAT ULYSSE FRANCOIS HOLLANDE CON IN BRACCIO LA PICCOLA EMILIE

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!