luigi di maio giuseppe conte mario draghi

“SE VI SFILATE DALL'ESECUTIVO DOVRETE ASSUMERVI LA RESPONSABILITÀ DI APRIRE UNA CRISI IN QUESTA FASE COSÌ DELICATA” – DOPO IL COLLASSO DEL M5S DRAGHI MANDA UN PIZZINO A CONTE. E POI ANCHE A DI MAIO: “ANCHE SE CON VOI CI SONO I NUMERI PER UNA NUOVA MAGGIORANZA NON C'È POSSIBILITÀ DI RIMPASTO. LA MAGGIORANZA RESTA QUESTA” - “BLOOMBERG” RILANCIA L'IPOTESI DI ADDIO AL GOVERNO DA PARTE DEL M5S. PIOVONO SMENTITE: “TUTTO FALSO” – E SALVINI BASTONA DI MAIO: “A NOME DI CHI VA IN GIRO PER IL MONDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI?”

Francesco Malfetano per il Messaggero

 

draghi conte

«No». Secco. Lasciando palazzo Madama Mario Draghi prova spegnere sul nascere ogni dietrologia. A sera la risposta a chi chiede se è preoccupato per la tenuta dell'esecutivo è stentorea, molto più del «vediamo» affidato ai cronisti poche ore prima, all'ingresso. Il collasso del Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte in pratica, non impatterà sul governo. Palazzo Chigi se ne è già assicurato.

 

Con gli interessati il confronto è stato franco: «Se vi sfilate dall'esecutivo dovrete assumervi la responsabilità di aprire una crisi in questa fase così delicata» il ragionamento fatto a Conte. «Anche se con voi ci sono i numeri per una nuova maggioranza non c'è possibilità di rimpasto. La maggioranza resta questa» la sintesi offerta invece a Luigi Di Maio e alla sua nuova creatura.

 

MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE

I TIMORI Le carte, in pratica, sono sul tavolo. Eppure il timore che l'avvocato alla fine possa strappare continua a tenere banco tra i corridoi di Montecitorio. Al punto che in serata Bloomberg arriva a sostenere come l'ipotesi di lasciare il governo sia tutt' altro che accantonata nell'universo pentastellato. Al limite verrà vagliata nei prossimi giorni. I più vicini al leader si affrettano però a smentire con toni netti.

 

«Fake news» spiegano da Campo Marzio dove l'ex premier si è asserragliato negli ultimi giorni a far di conto. Ormai consapevole della scissione in arrivo infatti, Conte vive in una riunione permanente. Il mandato ora è limitare l'emorragia. E quindi ha chiesto ai suoi luogotenenti di sentire uno ad uno tutti gli eletti per invitarli a prendere pubblicamente posizione. «Rompere sarebbe un'assurdità - spiegano ancora dai vertici - Avessimo voluto lo avremmo fatto oggi (ieri ndr) e avremmo avuto tutte le motivazioni politiche per farlo.

giuseppe conte mario draghi

 

Eppure abbiamo votato una risoluzione che non ci soddisfa appieno. Qui siamo noi i responsabili». Il piglio è deciso. Ma dopo mesi passati a giocare al bastian contrario del governo e ad alludere a scenari di questo tipo («I cittadini mi chiedono di uscire» spiegava sorridente Conte appena 8 giorni fa), servirà tempo perché i dubbi si acquietino.

 

IL CAMPO LARGO E preoccupati sono anche al Nazareno. Tant' è che Enrico Letta, già sceso personalmente in campo lunedì notte per raggiungere un'intesa sulla risoluzione, torna ad alzare il telefono. Il messaggio recapitato a entrambi è lo stesso: «Fate in modo che lo scontro non ricada sul governo e sulla politica estera italiana». La priorità è questa. Poi si capirà anche come far convivere le due anime nel campo largo, ma la convinzione è che possano starci dentro entrambi.

 

di maio conte

«Letta ha nelle sue corde l'anima di federatore» spiega chi ha avuto modo di confrontarsi con lui nelle ultime ore, «e ha un buon rapporto sia con Luigi che con Giuseppe». «Dovremo fronteggiare la destra peggiore degli ultimi anni» spiegano ancora, «ed essere uniti è la sola strategia che può funzionare. E noi siamo il baricentro». Attorno a quel baricentro però non tutti la vedono allo stesso modo.

 

«Per chi non è mai sceso a patti con i cinquestelle, non ci ha mai fatto un governo politico, rinunciando anche a cariche e ruoli, ha sempre messo in guardia il Paese sulla loro inconsistenza, oggi è una bella giornata», ha scritto infatti Carlo Calenda, che al campo largo strizza l'occhio (a patto che Conte non ci sia). Idem per Matteo Renzi che, al solito, è più netto: «Oggi finisce la storia del Movimento 5 Stelle».

 

mario draghi e luigi di maio alla camera

Matteo Salvini invece, affronta un'altra questione. I componenti del governo che lasciano il Movimento chi rappresentano? «A nome di chi va in giro per il mondo il ministro degli Esteri?» si interroga. Un nodo, quello dei posti di governo, che nei prossimi giorni non è escluso possa essere messo sul tavolo anche dai cinquestelle. Per ora, però, garantiscono: «Non è in cima alle nostre priorità». Quali siano, non è dato saperlo.

 

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