DOPO UN CONSENSO DI PORTATA CONDOMINIALE, STEFANIA GIANNINI LASCIA LE MACERIE DI “SCIOLTA CIVICA” - PER L’INUTILE PARTITINO DI MONTI, SPROFONDATO ALLO 0,7%, RESTA L’OPZIONE DI CONFLUIRE NELLA CORTE DI RENZI

Alessandra Arachi per il "Corriere della Sera"

Stefania Giannini si è dimessa da segretario di Scelta civica. «Di fronte ad una sconfitta di questa portata consegno all'assemblea le mie dimissioni», ha detto con grande chiarezza il ministro all'Istruzione durante la riunione che era stata convocata ieri sera proprio per discutere di quello 0,7% di consensi alle Europee che aveva, di fatto, azzerato il partito. Alcuni esponenti della base avevano messo all'ordine del giorno una lettera firmata per chiedere, di conseguenza, l'azzeramento dei vertici.

Era nato con le Politiche del 2013 il partito voluto da Mario Monti e al suo debutto aveva raggiunto un ragguardevole 8%. Il crollo verticale della scorsa notte ha rimesso in discussione tutto. Si è deciso, soprattutto, di varare una costituente socialdemocratica per andare oltre Scelta civica.

Per questo ieri sera l'assemblea ha accettato le dimissioni del segretario che, consegnando il suo mandato, ha voluto rivolgersi all'intero partito con un monito: «La nostra risposta alla sconfitta è ora quella di mantenere la lucidità, di avviare un percorso di analisi e arrivare nel tempo necessario a capire quale orientamento dare a Scelta civica». Durante la riunione di ieri sera anche i capogruppo di Camera e Senato, Andrea Romano e Gianluca Susta, hanno messo a disposizione dell'assemblea i loro mandati.

In una riunione dove inevitabilmente si è discusso di come trovare le forze e le modalità per andare avanti. «Da queste elezioni Scelta civica esce decisamente sconfitta», ha ammesso con serenità il ministro Giannini, prima di analizzare: «Il Paese però ne esce fortunatamente rafforzato e il Pd, al 41%, porta all'Italia la forza di essere leader a livello internazionale».

La costituente socialdemocratica varata ieri sera dall'assemblea di Scelta civica dovrà indire assemblee aperte in tutte le province italiane. Sul tappeto la necessità di capire cosa fare, ma anche dove andare visto che all'interno del partito esiste una divisione fra chi punta a virare verso l'alleanza liberal democratica e chi dalla parte opposta.

 

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