IO BALLO DA SOLO – DOPO IL “CORRIERE” ANCHE “REPUBBLICA” MOLLA IL RENZI AL SUO DESTINO – CON LA SCUSA DI DIFENDERE IL SINDACATO, IL GIORNALE DI DE BENEDETTI/MAURO GLI RICORDA CHE I SUOI AVVERSARI “NON SONO CAMUSSO E LANDINI, MA BERLUSCONI E VERDINI”

1. PAROLE SBAGLIATE

Da “la Repubblica

 

matteo renzi koalamatteo renzi koala

Un conflitto sull’articolo 18 è comprensibile, ed era anche prevedibile. Il linguaggio con cui il presidente del Consiglio tratta la Cgil è invece molto meno comprensibile.

È vero che Susanna Camusso lo considera un personaggio dell’Ottocento, subalterno ai padroni, abusivo a sinistra.

 

Ma il premier — mentre annuncia a parole rispetto per chi dissente — dileggia il sindacato, banalizza le ragioni della protesta, svaluta insieme con lo sciopero una storia legata alla conquista e alla difesa di diritti che tutelando i più deboli contribuiscono alla cifra complessiva della democrazia di cui tutti usufruiamo.

 

Ezio Mauro Ezio Mauro

La domanda è sempre la stessa: che idea ha il segretario del Pd della sinistra che guida? Un partito che voglia parlare all’intera nazione deve ospitare culture diverse al suo interno e tocca al leader — mentre decide — garantire loro spazio e legittimità. Sapendo che prima o poi si voterà, e i suoi avversari non saranno Camusso e Landini, ma Berlusconi e Verdini. Quando se ne accorgerà?

 

2. RENZI ATTACCA I SINDACATI: MENTRE LORO SCIOPERANO IO CREO POSTI DI LAVORO

Eleonora Capelli per “la Repubblica

 

Visita blindata di Matteo Renzi ieri in Emilia, tra gli applausi degli industriali, i fischi della piazza, le contestazioni dei centri sociali e alla fine anche la devastazione di una sede del Pd. La giornata del premier, cominciata con una dichiarazione di guerra ai sindacati («Loro si inventano ragioni per fare scioperi, io mi preoccupo di creare posti di lavoro») si è conclusa a Bologna, dove le contestazioni sono esplose e ha bocciato quello del 12 come uno «sciopero politico».

 

silvio berlusconi occhiali da sole silvio berlusconi occhiali da sole

Nella tappa finale del tour del premier in vista delle regionali di domenica 23, Renzi ha replicato sicuro: «Possono anche tirarci le uova, faremo le crepes, ma non ci fermeranno». Prima del suo arrivo collettivi e centri sociali riuniti sotto la sigla Rossa Bologna si sono ritrovati davanti al Palazzo dello sport, per accoglierlo con lancio di uova e fumogeni. Hanno buttato anche terra e fango davanti ai cordoni di polizia al grido di: «Il vostro fango vi sommergerà».

 

denis verdinidenis verdini

Dopo aver cercato di impedire l’ingresso nella sala del comizio, i manifestanti alla fine si sono allontanati assaltando una sede del Pd in pieno centro. Ma si tratta solo dell’atto finale di una giornata segnata da contestazioni. Il primo scontro si accende in centro a Parma, dove il segretario del Pd è arrivato ieri verso le 18, dopo aver visitato aziende che ha definito “di eccellenza” del circondario, la Pizzarotti e la Dallara.

 

Lì la piazza di Parma vuota e transennata separa una cinquantina di manifestanti di Fiom, sindacati di base e antagonisti dal percorso di Renzi. Parte una carica della polizia con manganellate sui manifestanti, fischi, qualche fumogeno e gli slogan tutti sul tema del lavoro («Licenziate i padri, precarizzando i figli», «Renzi presidente di Confindustria»).

 

E infatti nella sala del consiglio comunale della città ducale il premier esordisce: «Ho voluto oggi attestare la mia attenzione ai temi del lavoro, perché è questa la priorità. Dal 2008 abbiamo perso 937mila posti di lavoro, ora abbiamo fermato l’emorragia ma è insufficiente». Renzi pensa a «un mondo del lavoro che non si deve dividere», dove «le imprese non sono contro i lavoratori», e «gli imprenditori si spaccano la schiena e gli operai lavorano oltre il loro orario pur che vada bene l’azienda».

LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI

 

Un altro fronte caldo per il premier è quello della Legge di stabilità, tra i sindaci del parmense, con il grillino Federico Pizzarotti che lamenta 15 milioni di tagli solo a Parma ( «e questo mettendo le tasse al massimo»). Ma il premier punta sull’allentamento del patto di stabilità , chiede di «non cedere al piagnisteo, alle lamentazioni greche», e «guardare all’eccellenza», come ripete anche davanti a Guido Barilla nella visita all’azienda alle porte di Parma che chiude il tour «tra tante belle storie italiane».

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