CON LA GIRAVOLTA PRO-GAY DI BERLUSCONI, PERDE FORZA QUEL MONDO TEOCON CHE FU DI RUINI, BINETTI E GIOVANARDI - DOPO IL “FAMILY DAY”, ORA IL BANANA PUÒ ORGANIZZARE IL SUO “FAMILY GAY” CON LA PASCALE
Alessandra Longo per “La Repubblica”
BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE SU GENTE
Dove sono finiti i teocon? Berlusconi apre ai gay ed ecco la vera scoperta: c’è un mondo che, fino a non molto tempo fa, contava molto, un mondo a lungo raccolto all’ombra del cardinal Ruini, in grado di imporre alla pubblica opinione e alle forze politiche l’etica dei precetti, di difendere dagli assalti “nuovisti” la cosiddetta identità cristiano conservatrice- nazionale.
Il mondo delle Binetti, dei Giovanardi, tanto per citarne due esponenti, il mondo di Formigoni, di Comunione e Liberazione, dell’Opus Dei, dei movimenti cattolici artefici delle piazze gremite e rabbiose del Family Day, capaci di spaventare il Parlamento nel momento delle scelte «sensibili».
Ecco: questo mondo oggi sembra più bisbigliare che rumoreggiare. Deve essere davvero declinante la comunità degli atei devoti se l’ex presidente del Consiglio ai servizi sociali ha allegramente deciso di ignorarla (forse su istigazione della giovane Pascale) e buttarsi - anche a costo di far irritare Alfano, Salvini e la Meloni, com’è successo ieri - nella
battaglia per i diritti degli omosessuali.
La vera notizia è quasi questa: qualcosa è davvero cambiato in termini di rapporti di forza, forse è il vento europeo, forse «le priorità dettate dall’emergenza economica», come
suggerisce Dorina Bianchi, protagonista ai tempi della fecondazione assistita, forse conta anche l’atteggiamento di Papa Francesco, guarda caso citato proprio da Giovanni Toti, luce degli occhi berlusconiana: «Sulla questione dei diritti gay i tempi sono maturi e vi ricordo la frase del Papa: “Chi sono io per giudicare certe situazioni di vita delle persone?».
Giovanardi riceve la Comunione
I teocon ci sono ma sono sparsi, sembrano disorientati. Berlusconi è andato a stuzzicarli con quella nota scritta («E’ il momento di dar battaglia sui diritti civili per i gay») e ieri quel mondo si è debolmente animato uscendo dal sonno. Carlo Giovanardi, il più robusto, lancia l’allarme: «Stiamo assistendo ad un vero e proprio tentativo di rivoluzione antropologica ». Di fronte all’idea che possa crearsi un asse perverso Scalfarotto-Berlusconi, quasi sviene.
ANGELINO ALFANO BERLUSCONI PASCALE DUDU
L’ultima volta che Giovanardi si sentì mancare fu quando la figlia gli confessò che si era fidanzata con un rasta, nero e gay. Comprensibile dunque l’attuale stato d’animo, quel senso forse anche di isolamento, visto che la Chiesa ieri non ha tuonato anatemi. Anche Rocco Buttiglione, che definì «sbagliata» l’omosessualità («Ho pagato ma lo penso ancora») non vibra come un tempo: «Che si possa andare ad una legislazione in materia di diritti ai gay non mi sento di escluderlo.
Paola Binetti
Rocco Buttiglione
C’è un problema di difficile soluzione: dare ai gay una nuova comprensione dei loro particolari problemi (così testuale, ndr) cercando, nel contempo, di non diffondere ed equiparare il loro stile di vita a quello di una famiglia composta da uomo e donna». Che Berlusconi faccia sul serio? «Non è mai stato un pilastro della fede. Vediamo quanto dura questa sua convinzione ». Dorina Bianchi, ora con Alfano, trova «esagerato occuparsi così tanto del pensiero di Berlusconi».
Tuttavia dice la sua: «Vada per un ritocco del codice civile che assicuri diritti alle coppie omosessuali ma no a matrimoni e adozioni gay che, tra l’altro, sono un falso problema perché, a volerli, è una ristretta lobby che cerca visibilità». Un tempo ci sarebbe stato un coro a sostegno di queste tesi. Un tempo, ricorda Eugenia Roccella, anche lei Ncd, l’apertura ai gay dentro Forza Italia era sostenuta da una ristrettissima minoranza.
E adesso? E adesso persino l’ineffabile Gianfranco Rotondi si schiera: «Nessun pregiudizio ». Roccella parla di «subalternità culturale nei confronti della sinistra», di un Berlusconi «politicamente debole a ricasco del politically correct». Però, intanto, questo è successo. L’ex Cavaliere non ha ritrattato e si è sorbito le isteriche reazioni di un centrodestra già terremotato. «Attento - gli dice Salvini - una coalizione non si costruisce con queste sortite». Il fratello d’Italia Alemanno evoca «il rischio fratture» e gli alfaniani promettono di mettersi di traverso in Parlamento. Però il dubbio ce l’hanno. Ci saranno abbastanza teocon o i tempi sono cambiati?