SERIE A-FFONDATA - IL MARCIUME PALLONARO SCOPERTO DALLE PROCURE IMBIZZARRISCE PLATINI (“SQUALIFICHE A VITA”) MA IL PRESIDENTE UEFA NON HA CAPITO CHE RIMARREBBERO SOLO MACERIE: DECINE DI SOCIETÀ A RISCHIO PENALIZZAZIONE O RETROCESSIONE, ELENCO POTENZIALMENTE STERMINATO DI CALCIATORI COINVOLTI E DIRIGENTI COLLUSI - ECCO PERCHÉ DOPO IL BUCO È PRONTA LA PEZZA: RICONSIDERARE L’IDEA DI AMNISTIA SPORTIVA LANCIATA DAL PROCURATORE CAPO DI CREMONA…

Giuliano Foschini e Marco Mensurati per "la Repubblica"

Gettato nel panico dall´ennesima scossa di un terremoto che ormai va avanti da un anno, il mondo del calcio ha reagito come al solito invocando «misure estreme», «pugni di ferro», «tolleranze zero», eccetera eccetera. Cioè tutto l´armamentario classico di certe situazioni, lo stesso che poi viene di solito rapidamente riposto appena la tempesta è passata.

Il primo a sparare è stato Michel Platini, presidente dell´Uefa: «Quando ci sono cose del genere la responsabilità maggiore è dei giocatori, e per questo dovrebbero essere squalificati a vita». Sulla stessa lunghezza d´onda Giancarlo Abete, presidente della Figc: «Ora ci vuole la tolleranza zero e processi sportivi in tempi rapidi per fare pulizia e individuare tutte le responsabilità», ha dettato la linea il numero uno del calcio italiano, spiegando poi che la Figc ha «un forte interesse perché al più presto la procura di Bari possa mettere a disposizione del procuratore federale gli atti dell´inchiesta, in modo da approfondire tutti gli aspetti che riguardano anche violazioni delle norme del Codice di giustizia sportiva».

Facile a dirsi. Meno facile procedere: la procura federale non è ancora entrata nel vivo del processo bis (quello nato dagli arresti di dicembre di Doni & co.) che già si sta profilando l´incubo del processo ter (quello per Masiello e gli altri). Una situazione tanto complessa da legittimare più di una perplessità circa la reale applicazione della linea della "tolleranza zero".

Un criterio che, se venisse applicato, per altro, trasformerebbe il calcio italiano in un cumulo di macerie visto che tra responsabilità diretta, responsabilità oggettiva, e omessa denuncia alla fine - applicando gli stessi parametri utilizzati nel corso del primo processo (quello nato dagli arresti, un anno fa, di Signori & co.) - non rimarrebbe in piedi niente.

Tra le società rischierebbero pene comprese tra i pochi punti di penalizzazione e la retrocessione (anche di due categorie) Atalanta, Lazio, Lecce, Bologna, Parma, Sampdoria, Siena e Cesena, per limitare l´analisi a quelle di serie A (di questa o della passata stagione). Potenzialmente sterminato l´elenco dei calciatori dove spiccano i nomi di Pepe e Bonucci, oltre a tutti quelli presenti alle riunioni di Bologna (raccontate da Portanova) e Bari (raccontate da Gillet) durante le quali erano stati messi a conoscenza delle proposte di combine e che avrebbero dovuto quindi denunciarle alla procura.

Una situazione complicatissima che dovrà essere risolta già nelle prossime ore visto che, per direttiva politica sia di Abete sia del presidente del Coni Gianni Petrucci, si è deciso che tutte le penalità dovranno essere "afflittive" già nella stagione in corso. La classica corsa contro il tempo il cui esito visto da Bari, nel giorno in cui il procuratore Antonio Laudati dichiara che l´arresto di Masiello non è che il primo, piccolo tassello di una inchiesta molto più ampia, appare non proprio certo.

Ed è forse per questo che giorno dopo giorno, nei palazzi dello sport italiano, si ingrossano le fila di quanti sperano che venga riconsiderata la proposta di una amnistia sportiva lanciata qualche mese fa dal procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino, il quale per altro deve ancora scrivere l´ultimo capitolo - il più importante, a quanto pare - della sua inchiesta e di quella della Federazione.

 

 

CRISTIANO DONIplatini michelSIMONE PEPE jpegANDREA MASIELLO jpegGIANNI PETRUCCI LEONARDO BONUCCI AI TEMPI DEL BARI jpeg

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