di maio fico battelli azzolina pillon cirinna

E DOPO IL PARLAMENTO, CHE FACCIO? – LA NUOVA VITA DEI DIS-ONOREVOLI TROMBATI – IL GRILLINO BATTELLI SOGNA DI APRIRE UN CHIRINGUITO A BARCELLONA – MANLIO DI STEFANO TORNERA’ A FARE L’INGEGNERE INFORMATICO, ANGELO TOFALO HA APERTO UNA SOCIETA’ DI CONSULENZA – IL PIDDINO EMANUELE FIANO POTREBBE METTERSI A INSEGNARE - CHISSÀ INVECE COSA FARÀ MONICA CIRINNÀ, LA SENATRICE CHE HA VISTO LA SUA IMMAGINE SBRICIOLATA DALLA STORIA DEI 24 MILA EURO IN CONTANTI RITROVATI NELLA CUCCIA DEL SUO CANE...

Claudio Bozza per www.corriere.it

 

luigi di maio a napoli 2

C’è chi, come Luigi Di Maio, voleva tagliare le poltrone in Parlamento. Ci è riuscito stravincendo il referendum, ma poi è finito sforbiciato a sua volta. E chi, come il suo fedelissimo Sergio Battelli, conscio dello zero virgola che li attendeva, dopo 10 anni nei palazzi della (fu) casta aveva già in testa un sogno: aprire un chiringuito a Barcellona.

 

«Lo chiamerò Montecitorio beach», racconta con il sorriso il deputato-rocker che nel frattempo ha registrato il suo nuovo singolo 3 is a magic number. Mentre molti progressisti hanno esultato per la mancata rielezione di Simone Pillon, l’ultraconservatore (anti Lgbt+, divorzio, aborto ma la lista è ancora lunga) una delle vittime illustri del crollo della Lega: «Ma io non mi arrendo», avverte.

SERGIO BATTELLI SUL SITO DELLA CAMERA

 

La batosta degli scissionisti

Da destra a sinistra, tra i 345 seggi in meno e la grande ascesa di Fratelli d’Italia che ha rivoluzionato i vecchi equilibri, l’esito delle elezioni del 25 settembre ha lasciato una sfilza di big fuori dal Parlamento. Il maggior numero di “esodati” della politica proviene dal Movimento Cinque Stelle e dagli scissionisti dimaiani cancellati dalla caduta del governo Draghi.

 

«E ora che lavoro andranno a fare, visto che molti di loro non avevano mai lavorato?», si chiedono perfidamente i parlamentari più navigati e rimasti in sella. Partiamo appunto dal ministro degli Esteri uscente: Di Maio, dopo la batosta di Impegno civico (0,6%), ha cancellato i suoi profili social su Facebook e TikTok. Per la campagna elettorale era riuscito a raccogliere anche 300 mila euro, che però sono serviti a eleggere un solo deputato, e di un altro partito: Bruno Tabacci. Ora è il tempo del silenzio, per provare a ripartire: «Abbiamo perso: non ci sono se, né scuse da accampare» ha ammesso l’ex capo grillino, senza giri di parole. «Nella vita si cade, ma ci si rialza».

manlio di stefano in russia

 

Gli scivoloni dell’ingegnere informatico

A 36 anni Di Maio avrà più tempo per stare con Virginia Saba, la sua compagna: «E grazie all’esperienza acquisita in questi anni alla Farnesina, presto potrebbe impegnarsi con un’azienda di consulenze e relazioni istituzionali», sussurra chi lo conosce bene. Mentre Manlio Di Stefano, già sottosegretario agli Esteri protagonista di più gaffe, è già pronto a tornare al suo vecchio impiego da ingegnere informatico.

 

Resta epico, sfogliando il menu dei suoi scivoloni, «l’abbraccio agli amici libici» che Di Stefano mandò via Twitter dopo la mega esplosione al porto di Beirut. Farà invece discutere il futuro dell’ex presidente della Camera Roberto Fico e della vice del Senato Paola Taverna. Entrambi hanno sostenuto il loro leader Giuseppe Conte nello stop grillino al terzo mandato: ne sono rimasti vittime loro stessi, ma adesso potrebbero rientrare dalla finestra, dopo essere usciti dalla porta. Fico e Taverna, secondo “radio Movimento”, dovrebbero essere infatti riassunti dal loro partito per guidarne la “macchina” istituzionale.

lucia azzolina

 

L’ex ministra dei banchi a rotelle

Altra vittima illustre è Lucia Azzolina: l’ex ministra dei banchi a rotelle durante la pandemia, poi finiti a migliaia in discarica, è diventata preside di una scuola a Siracusa, anche lei travolta dal naufragio dimaiano. Angelo Tofalo, già sottosegretario alla Difesa M5S salito agli onori delle cronache per il «Boia chi molla!» che «però non è un motto fascista», ha invece rispolverato la sua laurea in ingegneria civile e ha già aperto una società di consulenza («At», come le sue iniziali) proprio nel settore di intelligence, cybersicurezza e difesa: «Anche Dagospia parla di noi», esulta soddisfatto su Twitter.

angelo tofalo in mimetica 2

 

È stata politicamente bruciante l’esclusione dal Parlamento di Emanuele Fiano (Pd), sconfitto nell’ex Stalingrado italiana di Sesto San Giovanni da Isabella Rauti, figlia del missino Pino. «Parto per Roma, vado a smontare casa e ufficio. Non è una fine, è un inizio. Buona giornata», prova a sdrammatizzare «Lele», terzo e ultimo figlio di Nedo, ebreo deportato ad Auschwitz e unico superstite di tutta la sua famiglia. E adesso? «Sono un architetto: magari insegnerò e poi riprenderò la mia professione» racconta agli amici. «Se ho chiuso con la politica? Certo che no».

 

Gli «esodati» e i soldi in casa

Altro grande escluso in casa Pd è Andrea Marcucci, già capogruppo al Senato e ultrarenziano che però non ha seguito “Matteo”» in Italia Viva. Marcucci ha perso il testa a testa nel collegio di Pisa-Livorno-Viareggio: «È probabilmente il risultato più basso o uno dei più bassi del centrosinistra nella storia», ha provato a consolarsi. Ma tra le varie categorie di “esodati”, di preoccupazioni l’ex senatore ne ha ben poche: la sua famiglia ha da poco chiuso venduto la Kedrion, azienda di emoderivati che fatturava 660 milioni, a un colosso globale.

 

andrea marcucci - un giorno da pecora

Per Marcucci, che dalla sua Garfagnana arrivava all’ombra di Palazzo Madama con il suo elicottero, si profila un addio all’amato jet set della politica: era il 1992 quando sbarcò per la prima volta a Montecitorio con il Pli. Chissà invece cosa farà Monica Cirinnà, la senatrice che tanto ha fatto per i diritti gay e che però, a ruota, ha visto la sua immagine sbriciolata dalla storia dei 24 mila euro in contanti ritrovati nella cuccia del suo cane a Fiumicino, senza peraltro saper spiegare da dove arrivassero tutti quei soldi.

 

Un posto nel partito, e uno stipendio

Tra i renziani è stata dolorosa l’esclusione di Lucia Annibali, fuori per una manciata di voti, ma che ora potrebbe rimanere tra gli uffici di Camera e Senato a gestire il funzionamento del tandem con Calenda, anche potendo contare sulla sua esperienza da avvocata. Senza seggio anche l’ex ministra, e già pasionaria della Cgil, Teresa Bellanova, che ha perso nella sua Puglia: il futuro?

 

lucia annibali

Continuare a fare politica attiva, ma da pensionata. E sempre nel tacco è rimasto escluso con ampio scarto anche il virologo Pierluigi Lopalco (Pd), su cui il segretario Letta aveva puntato a livello d’immagine per il suo impegno durante la pandemia. C’è poi Pippo Civati, candidato di Sinistra-Verdi e un’era geologica fa primigenio compagno di rottamazione con Renzi: ora tornerà a fare l’editore di libri. “Esodato” anche l’ex senatore M5S poi paladino antieuro Gianluigi Paragone, che, nonostante i sondaggi proiettassero Italexit verso cifre sorprendenti, si è ritrovato senza poltrona. Tornerà al primo grande amore, il giornalismo? Ancora non si sa, ma di sicuro sarà «anti».

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO