conte speranza

“I PROTOCOLLI ERANO INADEGUATI, 10 MILA MORTI ERANO EVITABILI” - IL DOSSIER DEL GENERALE DELL’ESERCITO, PIER PAOLO LUNELLI, RIVELA UNA SEMPLICE VERITÀ: IL GOVERNO POTEVA E DOVEVA FARE DI PIÙ - NON AVEVA LA PALLA DI VETRO, MA SE AVESSE DATO RETTA ALLE LINEE GUIDA DELL'OMS (DEL 2017) E DEL CENTRO EUROPEO PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE, SI SAREBBE TROVATO A GESTIRE L’EMERGENZA IN UN ALTRO MODO...

conte speranza

Stefano Zurlo per “il Giornale”

 

I calcoli sono sempre difficili, ma i numeri sono impressionanti: se l'Italia avesse aggiornato i piani contro le pandemie, si sarebbero salvate diecimila persone. Diecimila morti in meno su un totale di 35 mila. «I protocolli erano inadeguati» e l'Italia non ha dato seguito alla richiesta dell'Organizzazione mondiale della sanità, formulata nel 2017, di rivedere le strategie in questa materia sensibilissima. Poi e arrivato il Covid, inatteso e fulmineo, e il Paese si e trovato impreparato.

 

Pier Paolo Lunelli

È un atto d'accusa durissimo quello firmato dal generale dell'Esercito Pier Paolo Lunelli, oggi in pensione ma in passato comandante della Scuola per la difesa nucleare, batteriologica e chimica. Il documento, anticipato dal Guardian e presto sul tavolo dei magistrati, dice una verità molto semplice: il governo poteva e doveva fare di più. Non aveva la palla di vetro, davanti a un nemico di fatto sconosciuto, ma se avesse dato retta alle linee guida dell'Oms e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si sarebbe trovato a gestire la drammatica emergenza in un altro modo.

 

Il report conferma, sia pure indirettamente e su un altro versante, le carenze e le criticità già evidenziate da alcuni esperti nei mesi scorsi. L'esecutivo dichiarò alla fine di gennaio lo stato di emergenza, poi rimase un mese inerte, senza prendere le necessarie contromisure per fermare l'epidemia che stava arrivando dalla Cina.

 

Conte Speranza

Le mascherine, per toccare un tasto dolente, erano di fatto introvabili e in ogni caso venivano considerate uno strumento di cui si poteva benissimo fare a meno o da indossare solo in certe situazioni, in una casistica grottesca, confusa e incomprensibile. Non solo, pure i tamponi venivano centellinati e utilizzati solo per certificare la malattia conclamata e non per prevenirla e tagliare la strada al virus, prima che dilagasse come il nemico.

 

Tutti elementi da considerare nel giorno in cui arriva la notizia, diffusa dall'Eco di Bergamo, che la procura della città non ha trovato contraddizioni nel racconto del premier Conte, interrogato il 12 giugno, sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, alle porte della città. Ci furono ritardi, disguidi, estenuanti dialoghi fra Milano e Roma, ma non se ne fece nulla e la situazione precipitò.

 

Speranza e Conte

Si possono attribuire precise e gravi responsabilità politiche a Palazzo Chigi e a Palazzo Lombardia, al governo e alla Regione. Si può riflettere sul tempo perso: Conte venne a sapere che il Cts voleva blindare quei comuni solo dopo due giorni, quando anche le ore e i minuti erano decisivi. Ma è arduo imbrigliare il tutto nel perimetro del codice penale. E suscita sconcerto l'idea di leggere la storia recente come un sterminato verbale di cronaca giudiziaria.

 

Come aveva scritto il Giornale, può essere che anche l'indagine di Bergamo, assai più delicata rispetto all'accozzaglia di denunce ora vagliate dai pm di Roma, si risolva in niente e si concluda con una raffica di archiviazioni. Ma, per quanto possa sembrare paradossale, proprio l'eventuale flop del procedimento penale potrebbe confermare le mancanze e gli scricchiolii dell'azione del governo e dei governatori.

ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo 1

 

Qualcuno, per esempio, potrebbe cavarsela per aver ubbidito a direttive e norme mal fatte, disegnate in modo astratto e con passo burocratico. Insomma, alla fine occorrerà leggere fra le righe dei provvedimenti che prima o poi i giudici prenderanno. Il governo - come emerge ora in modo netto dall'analisi del generale Lunelli - poteva fare di più. Molto di più. Ma il dibattimento dovrebbe svolgersi lontano dai tribunali.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…