DRAGHI DOMATORE DI PEONES - IL DISCORSO DI SUPERMARIO ALLA CAMERA HA TROVATO TUTTI D'ACCORDO TRANNE FRATELLI D'ITALIA E SINISTRA ITALIANA: "CURIOSO CHE IL PARLAMENTO SIA COSTRETTO A DISCUTERE A SCATOLA CHIUSA DI QUESTO DOCUMENTO" - ANCHE VITTORIO SGARBI SEMBRAVA SOTTO BROMURO - L'UNICA CRITICA ARRIVA DAI GRILLINI SCISSIONISTI DI "ALTERNATIVA C'È": "QUESTO È UN PIANO ELABORATO DAGLI AMICI DEGLI AMICI, CON L'AIUTO DI MCKINSEY E DEI COMMIS DI STATO"
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
Le uniche opposizioni visibili sono quelle delle convergenze parallele di Fratelli d' Italia e Sinistra italiana, che approfittano dell' improvviso unanimismo della «maggioranza patchwork» (per dirla con Alessio Butti, FdI). A osservare la compostezza quasi rassegnata dell' Aula, la partita è sostanzialmente chiusa. A sentire gli applausi posati che puntellano il discorso, altrettanto posato, del premier Mario Draghi, il governo procede spedito. Ma gli umori sotterranei non sembrano del tutto festosi.
Nessun pericolo, naturalmente, visto che non ci sono grandi alternative al piano di resilienza. Anche per questo, oltre che per clausola di stile, Draghi parla senza particolare enfasi. Le repliche, quasi smorzate da tanto pragmatismo, non accendono gli animi. Perfino Vittorio Sgarbi sembra rabbonito, placato, fiaccato. Accenna solo un flebile rimbrotto sull' obbligo delle mascherine.
Obbligo che segue fino a un certo punto, visto che il suo straccetto azzurro giace floscio e ben sotto la linea del naso. Raffaele Trano, di Alternativa c' è, rispolvera antichi giacobinismi M5S: «Altro che piano Marshall, questo è un piano elaborato dagli amici degli amici, con l' aiuto di McKinsey e dei commis di Stato». Poi, a sottolineare il concetto, sbatte sul banco il microfono, che rimbomba nel silenzio senza applausi dell' Aula.
L' irritazione dei deputati per il ruolo non esattamente da protagonista del Parlamento è palese. Ma pochi la esplicitano. Lo fanno, invece, i deputati di Fratelli d' Italia, come Paolo Trancassini: «Come si fa a discutere di un documento che è stato modificato alle 14.30? È assurdo, neanche nelle assemblee di condominio...».
Ai deputati è stata consegnata la terza bozza del piano. Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana, trova «curioso che il Parlamento sia costretto a discutere a scatola chiusa di questo documento». Anzi, lo trova «inaccettabile»: «Il Parlamento è stato di nuovo ridotto a ruolo di ratifica». Francesco Lollobrigida (FdI) ha contato le pagine: «Sono 60 in meno». Sforbiciata che lo disorienta, tanto che chiede il rinvio. Riccardo Magi è perplesso: «Ma lo sanno i partiti che ci sono riforme come quelle sulla concorrenza e la giustizia, su cui non sono d' accordo e che sono precondizione del piano?».
Nel dubbio l' ex ministro dell' Economia Roberto Gualtieri definisce il piano «epocale». Seguono infiniti distinguo che mettono a dura prova la resilienza del premier.
Giorgio Silli (Misto) paragona l' Italia a «un cavallo di razza deperito che ha bisogno di biada». Il foraggio nel piano ammonta a 248 miliardi. Chissà se basterà.
Da lontano, rispunta anche Andrea Scanzi, contiano di ferro, che pubblica una foto del premier con occhi assonnati. Michele Anzaldi, Italia viva, si indigna: «Ha una rubrica in Rai, fosse per me lo caccerei». Anzaldi ne ha anche per Draghi, che pure apprezza molto: «Prima niente conferenze stampa, poi conferenze infinite con domande libere. Quando cambia i direttori Rai? Quando si mette una squadra di comunicatori all' altezza?».
mario draghi e sergio mattarella all altare della patria
Siamo già al rimpianto di Rocco Casalino? «Beh, lavorava per il male, ma nel suo minacciare a destra e a manca, Casalino ha fatto cose pazzesche». Draghi, più cacciavite che anima ( copyright Enrico Letta), ascolta imperterrito. L' orecchio più teso verso Bruxelles che a uno sdegnato Andrea Colletti, che definisce il dibattito «indecente».