mario draghi

LA CRISI CHE VERRA’ - L’AVVERTIMENTO DI MARIO DRAGHI: "OCCORRONO PRUDENZA E PAZIENZA, IL 2019 SARA’ L'ANNO PIÙ DIFFICILE PER L'ITALIA" - L'ACCORDO FRANCO-TEDESCO DI RIFORMA DELL'EUROZONA È L'ULTIMA CHIAMATA: SENZA PASSI AVANTI SIGNIFICATIVI, L'IMPLOSIONE POLITICA INNESCATA DA UNA CRISI POTREBBE ESSERE FATALE PER TUTTI...

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

mario draghi

Che futuro attende l'Italia? Al vertice di Sintra dei banchieri centrali se lo chiedono in molti. Uno di loro - sotto la garanzia dell' anonimato - ammette di avere le idee poco chiare. Guardandosi alle spalle, c'è di che essere felici: c'è mancato poco che l'impasse attorno alla nascita del governo Conte facesse saltare l'eurozona nella coda di massima crescita da dieci anni a questa parte.

 

Allargando lo sguardo molte domande restano senza risposta. Mario Draghi le elenca nel discorso introduttivo sulle montagne a Nord di Lisbona: quali saranno le conseguenze della guerra commerciale innescata da Trump? Di quanto aumenterà il prezzo del petrolio? E soprattutto, per quanto ancora cresceranno le Borse mondiali?

ignazio visco mario draghi

 

Oggi la maggioranza giallo-verde se la può cavare con una mozione parlamentare. Ma a settembre dovrà riscrivere le stime del 2019, e prendere atto che lo spazio per aumentare il deficit sarà ridotto al minimo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano averlo compreso. Il primo fa politica con argomenti a costo zero, l'altro si sta concentrando sulle tutele legali dei raider: scelta certamente costosa per le aziende che li reclutano, meno per le casse dello Stato.

 

Ma potranno i due leader presentarsi alle europee del prossimo giugno senza aver ottenuto la revisione della legge Fornero o i fondi per rafforzare il reddito di inclusione? Mai come in questa fase le ragioni della politica e quelle dell'economia camminano a braccetto. Il mantra di Draghi - «prudenza, pazienza, persistenza», andrebbe prestato al ministro del Tesoro Giovanni Tria, finora più prudente del predecessore.

 

salvini di maio

«La vera incognita per tutti è la tenuta della Germania», sibila l'anonimo banchiere centrale mentre sorseggia un calice di prosecco. L'indice Zew che misura la fiducia delle imprese tedesche a giugno è sceso di 16 punti. L'ultimo dato sulla produzione industriale di tutta l'area segna -0,4 per cento, abbastanza per chiedersi se si tratti del segnale della fine di un ciclo.

Con il passare dei giorni si intuisce che la decisione della Banca centrale europea di porre fino al piano straordinario di acquisto titoli è stata dettata dalla necessità più che dalla reale convinzione di una crescita duratura.

 

giuseppe conte giovanni tria

Lo ammettevano la settimana scorsa le previsioni degli economisti Bce (il Pil dell'area alla fine dell'anno è stimato in calo dal 2,4 al 2,1 per cento), lo confermano le parole di Draghi a Sintra: «Rimarremo pazienti nel determinare la tempistica del primo rialzo dei tassi, e adotteremo un approccio graduale nel regolare la politica monetaria. L'addio al piano è subordinato al fatto che i dati in arrivo confermino lo scenario di crescita dell' inflazione nel medio termine».

 

E infine: «Gli acquisti di titoli possono sempre essere usati nel caso in cui si verifichino situazioni contingenti che attualmente non prevediamo». Francoforte può ancora fare molto, reinvestendo i duemilaquattrocento miliardi di titoli pubblici e privati in portafoglio, o rinviando il più possibile l' aumento dei tassi. Ma resta un fatto di cui ieri c'era traccia anche nel discorso di Tria alla Camera: per l'Italia il prossimo sarà l'anno più difficile dall'ultima crisi.

 

MERKEL JUNCKER1

Ai piani alti della Commissione europea sono pronti a concedere nuova flessibilità all'Italia, proprio per evitare che le conseguenze di un eventuale rallentamento complichino la vita a un governo che - piaccia o no - ha il consenso di un italiano su due. L'accordo franco-tedesco di riforma dell'eurozona è l'ultima chiamata: senza passi avanti significativi, l' implosione politica innescata da una crisi potrebbe essere fatale. E non solo per l'Italia.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”