draghi meeting rimini 2022

DRAGHI PARLA AL MEETING DI RIMINI E, DEL SUO DISCORSO, I POLITICI PRENDONO QUEL CHE FA PIÙ COMODO – LETTA IN LUTTO: “ASCOLTO IL DISCORSO DI GRANDE ORGOGLIO ITALIANO ED EUROPEO DI DRAGHI A RIMINI. E POI PENSO CHE SALVINI, BERLUSCONI E CONTE SI SONO AGGIUNTI IL 20 LUGLIO A MELONI PER FARLO CADERE” – CALENDA: “QUESTA PERSONA E LA SUA AUTOREVOLEZZA NON POSSONO ANDARE PERDUTI” – FRATELLI D’ITALIA: “DRAGHI SMENTISCE LA NARRAZIONE DELLA SINISTRA CHE GRIDA ALLA CATASTROFE IN CASO DI VITTORIA DEL CENTRODESTRA…”

M.E. per il “Corriere della Sera”

 

mario draghi con i giovani volontari del meeting di rimini

L'eco del discorso di Mario Draghi al Meeting di Rimini rimbalza nel mondo della politica italiana. Il ritorno sulla scena del presidente del Consiglio, acclamato dal pubblico, non lascia indifferenti i partiti in campagna elettorale. Come se la «ferita» della caduta del suo esecutivo si fosse riaperta. Tra questi c'è sicuramente Enrico Letta. Il segretario del Pd non ha mai nascosto il suo rammarico per la fine del governo Draghi e ieri ha preso la palla al balzo per ricordare agli italiani, dal suo punto di vista, chi sia stato a provocarla: «Ascolto il discorso di grande orgoglio italiano ed europeo di Draghi a Rimini. E poi penso che Salvini, Berlusconi e Conte si sono aggiunti il 20 luglio a Meloni per farlo cadere».

mario draghi al meeting di rimini 5

 

Ci sono i leader del terzo polo, tra chi si alza in piedi per applaudire il discorso del premier. Anche nel giorno della presentazione del programma, Carlo Calenda, leader della coalizione, indicò Draghi come miglior inquilino possibile per Palazzo Chigi anche dopo il voto. «Questa persona, il suo impegno, il suo metodo, la sua autorevolezza non possono andare perduti. E noi ci batteremo con le unghie e con i denti affinché non accada. Punto», scrive il leader di Azione su Twitter.

 

mario draghi al meeting di rimini 3

Gli fa eco Matteo Renzi: «Tutti applaudono Draghi, bravi. Ma il 25 settembre gli altri sostengono chi lo ha mandato a casa: la destra di Meloni e Salvini, la sinistra di Fratoianni, i 5 Stelle di Conte. Gli unici coerenti a sostegno di Draghi siamo stati e saremo solo noi». Ma anche Fratelli d'Italia, che è da sempre stata all'opposizione del governo Draghi, trova un motivo per battere le mani al discorso del premier: «Il presidente del Consiglio smentisce la narrazione della sinistra che grida alla catastrofe in caso di vittoria del centrodestra e di un governo guidato da Giorgia Meloni» sottolinea il senatore di Fratelli d'Italia Giovanbattista Fazzolari.

 

«Chiarissime - aggiunge citando il premier - le parole pronunciate oggi da Draghi al Meeting: "Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili come le abbiamo superate noi l'anno scorso. L'Italia ce la farà, anche questa volta"». I big di Forza Italia e Lega non commentano, preferendo sostanzialmente ignorare cosa è successo a Rimini. È Maurizio Lupi, nel centrodestra, a ricordare il valore del «metodo Draghi»: «Ancora una vola Mario Draghi ha mostrato cosa sia la responsabilità e l'autorevolezza politica. Quello che ci consegna è un metodo e la fiducia, soprattutto nei giovani che mostrano di voler fare politica per realizzare un ideale».

 

mario draghi al meeting di rimini 4

Critico nei confronti del premier è il suo predecessore Giuseppe Conte: «Il presidente Draghi ha retto il Paese in una situazione complicata - dice il leader del Movimento 5 Stelle - ma lascia un'eredità modesta nel campo della transizione ecologica: avremmo avuto una spinta più decisa per le rinnovabili e abbandonato le fonti fossili. E anche per agenda sociale, salario minimo, precariato, non c'è stata nessuna risposta».

 

Di parere opposto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani: «Speriamo che il nuovo governo confermi la collocazione e la credibilità internazionale del Paese, l'attenzione alle esigenze dei territori, il rispetto del ruolo dei sindaci e la collaborazione costante con tutti i livelli di governo locale».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…