mario draghi quirinale

DRAGHI HA IL TORCI-COLLE - I PARTITI IN PRESSING SU MARIOPIO CHE NON CONCEDE MEZZA PAROLA SUL QUIRINALE: "DICA COSA VUOL FARE" - MA DENTRO DI SÈ, MARIOPIO È DILANIATO: DA UNA PARTE COVA IL DESIDERIO DI PONTIFICARE DAL COLLE PER SETTE ANNI, ALLONTANANDOSI DA QUELLA POLITICA CHE IL BUON FORMICA DEFINÌ "SANGUE E MERDA"; DALL'ALTRO DESIDERA PORTARE A TERMINE L'IMPEGNO PRESO CON BRUXELLES DI GESTIRE IL PIANO PNRR, UN'IMPRESA SU CUI NESSUN PARTITO VUOLE METTERCI MANO

DAGONOTA

mattarella draghi

Draghi sbaglia: non può portare per le lunghe un fatto di interesse nazionale. Prima le Amministrative, poi il piano di bilancio da portare a Bruxelles, quindi il Trattato Italia-Francia: ogni scusa è buona per non dichiarare o meno il suo interesse per la prima poltrona del Quirinale, trincerandosi dietro un'insostenibile" "educazione istituzionale" nei confronti di Mattarella. 

 

Ci farebbe più bella figura a dire che quello che ha in mente. Ma dentro di sè, Mariopio è dilaniato da un dubbio amletico: da una parte cova il desiderio di pontificare dal Colle per sette anni, allontanandosi da quella politica che il buon Formica definì "sangue e merda"; dall'altro desidera portare a termine l'impegno preso con Bruxelles di gestire il piano Pnrr, un'impresa che nessun partito vuole metterci mano. 

matteo salvini giorgia meloni

 

E poi, sa benissimo che verrebbe infilzato dai franchi tiratori di destra (Fratelli d'Italia, in primis) e del M5S ancora orfani di Giuseppe Conte - del resto, un super europeista come lui si inventerebbe la qualunque per non mandare a Palazzo Chigi Meloni e Salvini.

 

Aggiungere che mai il parlamento ha ospitato un gruppo misto di oltre cento tra deputati e senatori che nessuna sa cosa, nel segreto dell'urna, dedideranno "contro" chi votare, visto che verrano dimezzati dal nuovo parlamento. Dopodiché, i partiti hanno ragione: Draghi deve parlare, subito.

 

Adalberto Signore per “il Giornale”

 

salvini draghi

Quirinale sì o Quirinale no? Se Mario Draghi si guarda bene dal dire una sola parola pubblica che abbia a che fare con la partita del Colle, continuano a moltiplicarsi gli attestati di stima di chi auspica che l'ex numero uno della Bce prosegua nel suo impegno contro la pandemia e metta in sicurezza il Paese grazie al Pnrr. Uno scenario nel quale, non certo incidentalmente, il premier dovrebbe rimanere a Palazzo Chigi e mettere quindi da parte le sue legittime ambizioni quirinalizie.

 

salvini giorgetti

Il primo ad aprire il vaso di Pandora è stato Giancarlo Giorgetti, ormai due mesi fa. L'ultimo, solo ieri, Matteo Salvini («sta lavorando bene da presidente del Consiglio e mi auguro vada avanti a lungo»). In mezzo, un elenco che è andato lievitando di giorno in giorno e che, probabilmente, continuerà a crescere finché, a metà gennaio, il Parlamento in seduta comune non si riunirà per eleggere il successore di Sergio Mattarella. Si è pronunciato in questo senso Silvio Berlusconi.

letta meloni salvini

 

Ma pure Luigi Di Maio, Carlo Calenda e, seppure un filo meno assertivo, Matteo Renzi hanno usato parole e ragionamenti simili. Una sorta di corale appello al premier. Che in alcuni casi è però la spia di una certa insofferenza per come l'ex banchiere centrale sta gestendo la partita del Colle in queste ultime settimane. Muovendosi in totale autonomia e tenendo i leader di partito a distanza siderale.

 

mario draghi giuseppe conteu

Nelle consultazioni in corso in queste ore sulla manovra - ieri l'incontro tra Draghi e il M5s, mentre oggi toccherà a Lega, Forza Italia e Pd è stato proprio Palazzo Chigi a chiedere che le riunioni si limitassero a capidelegazione e capigruppo. Senza coinvolgere, quindi, i segretari di partito. Cosa che ha scontentato un po' tutti, da Salvini a Enrico Letta passando per Giuseppe Conte.

giorgia meloni enrico letta foto di bacco

 

E proprio i primi due, peraltro, in privato iniziano a manifestare più di un dubbio su come Draghi sta gestendo il delicatissimo dossier del Quirinale. Perché, cominciano a dire sottovoce, «è arrivato il momento che inizi a farci capire cosa davvero vuol fare a gennaio». Ed è proprio per questo che ieri Salvini ha deciso di provare a stanarlo auspicando una sua «lunga» permanenza a Palazzo Chigi. Un'insofferenza condivisa anche dal segretario del Pd, preoccupato dalle possibili conseguenze sul governo.

 

giuseppe conte mario draghi

Nessuno, ovviamente, si aspetta da Draghi un annuncio pubblico. Ma un qualche segnale informale sì. Anche perché finché l'ex Bce tace, tutta la politica è congelata. Una paralisi, peraltro, che crea incertezze e nervosismi che - se alla fine Draghi dovesse restare a Palazzo Chigi - a febbraio potrebbero esplodere proprio sulla sua testa.

 

Una tensione, questa, che rischia di complicare una sua eventuale «candidatura» quirinalizia. Che per andare in porto ha bisogno di un king maker che la metta pubblicamente in campo, ma pure della disponibilità dei partiti che oggi sostengono il governo. Perché senza un grande accordo di tutti affinché la legislatura faccia il suo corso fino al 2023 è davvero difficile immaginare che Draghi possa avere qualche chance.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)