stefano rodota

È MORTO A 84 ANNI STEFANO RODOTÀ, GIURISTA, DEPUTATO DELLA SINISTRA INDIPENDENTE, GARANTE PER LA PRIVACY E CANDIDATO DEL M5S AL QUIRINALE: ''SE GUARDO INDIETRO VEDO CHE HO FATTO SEMPRE QUELLO CHE MI SENTIVO CAPACE DI FARE. E ALLA MIA ETÀ MI FA SINCERAMENTE PIACERE CHE QUALCUNO SI RICORDI DI ME'' - SCRIVEVA SU ‘REPUBBLICA’, ERA TRA GLI AUTORI DELLA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UE

 

Da www.cinquantamila.it , sito a cura di Giorgio Dell’Arti

 

stefano rodota dacia marainistefano rodota dacia maraini

Cosenza 30 maggio 1933. Giurista. Professore emerito di Diritto civile all’Università di Roma La Sapienza. Politico. Eletto alla Camera come indipendente di sinistra nel 1979, 1983, 1987, ex presidente del Pds (1991-1992), ex garante per la privacy (1997-2005) e padre del pensiero che ha dato origine all’ossessione italiana per la privacy. Alle elezioni per il presidenza della Repubblica nell’aprile 2013, appoggiato dal Movimento 5 Stelle, arrivò a prendere 250 voti.

stefano rodota con la moglie carlastefano rodota con la moglie carla

 

• «Ha una passione politica antica, sin dagli anni dell’adolescenza, quando correva nella notte all’edicola ad attendere l’uscita del mitico Mondo di Mario Pannunzio. Bambino, nella piccola casa del padre che era un semplice insegnante di matematica di origine albanese, in quella Cosenza in cui si sciolse il Partito d’Azione, passavano personaggi del calibro di Riccardo Lombardi e Ugo La Malfa.

 

vincenzo vita con stefano rodotavincenzo vita con stefano rodota

Passione politica divampata subito, nell’animo del giovane Stefano, che s’iscrive al partito radicale di Pannunzio, che conosce insieme a Luigi Spaventa e Tullio De Mauro su presentazione di Elena Croce, ma poi rifiuta di candidarsi in Parlamento per il partito di Pannella. Radicale nella difesa del principio di uguaglianza, in Parlamento Rodotà entra come indipendente nelle liste del Pci». (Antonella Rampino) [Sta 18/4/2013].

 

marco travaglio con stefano rodotamarco travaglio con stefano rodota

• «Una volta giunto alla Camera, approda alla commissione Affari costituzionali e vi ritorna nel 1983, quando diventa presidente del gruppo Misto e nel 1987. Intanto si avvicina la caduta del Muro, la fine del Pci e la nascita del Pds. Rodotà diventa prima ministro ombra della Giustizia di Occhetto e poi il primo presidente del nuovo partito della sinistra. Quindi ha fatto parte delle commissioni bicamerali Bozzi e De Mita-Iotti per la modifica della Costituzione. Esce dal Parlamento nel 1994 e torna all’insegnamento universitario. Ma nel 1997 diventa il primo presidente dell’Autorità per la privacy e vi rimane fino al 2005, accompagnando il lavoro universitario agli interventi nel dibattito politico e giuridico» (Silvio Buzzanca) [Rep 18/4/2013].

luigi di maio e stefano rodotaluigi di maio e stefano rodota

 

• Il 25 maggio 1992 ha presieduto, in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro, l’ultima seduta del Parlamento convocato per l’elezione del capo dello Stato. Scalfaro, che all’epoca era presidente della Camera ma anche candidato al Quirinale, in quell’occasione aveva preferito lasciare a Rodotà la presidenza.

 

stefano rodotastefano rodota

• È tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea. È stato componente del Gruppo europeo per l’etica delle scienze e delle nuove tecnologie.

 

• Fra i più accesi oppositori del ddl bavaglio sulle intercettazioni proposto dall’ultimo governo Berlusconi. Nel 2009 un duro scontro con l’allora ministro della giustizia Alfano sul caso di Eluana Englaro (vedi Peppino Englaro). Nel 2013 ha firmato l’appello di MicroMega per l’ineleggibilità di Berlusconi.

stefano rodota (2)stefano rodota (2)

 

• «Indipendente. È quel che è stato tutta la vita: indipendente, a turno, dai socialisti, dai radicali, dai comunisti. Tra gli indipendenti di sinistra trovò la giusta collocazione e i giusti compagni di autonomia e di tante battaglie civili. L’indipendenza lo spinse a diventare presidente del Pds senza essersi mai iscritto» [Pietrangelo Buttafuoco, Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini 31/10/1998].

 

Alessandro Di Battista e Stefano Rodota Alessandro Di Battista e Stefano Rodota

• Nell’aprile 2013 candidato per il Quirinale dal Movimento 5 Stelle. In realtà era arrivato terzo alle consultazioni online dei grillini, ma Milena Gabanelli e Gino Strada rinunciarono. «Vivo queste manifestazioni con il giusto distacco ironico, è un periodo ipotetico dell’irrealtà. Ho lasciato la politica parlamentare quasi vent’anni fa, non ho tratto benefici personali dai miei incarichi, ho rifiutato diverse offerte: una volta mi chiamò Prodi dalle Nazioni Unite chiedendomi di fare il commissario della Federcalcio, amo molto lo sport, a malincuore dissi di no. Se guardo indietro vedo che ho fatto sempre quello che mi sentivo capace di fare. E alla mia età mi fa sinceramente piacere che qualcuno si ricordi di me» (a Marco Damilano) [Esp 8/3/2013].

Stefano Rodota Stefano Rodota

 

• La sua candidatura al Quirinale spaccò il Pd (Fabrizio Barca: «Incomprensibile che il partito non appoggi Rodotà»), fu tuttavia ufficialmente appoggiato solo dal Movimento 5 Stelle per i sei scrutini che portarono poi alla rielezione di Giorgio Napolitano (prese 240 voti al primo; 230 al secondo; 250 al terzo; 213 al quarto; 210 al quinto; 217 al sesto)..

 

 

• Sostenitore della Fondazione Teatro Valle bene comune, nata dopo l’occupazione del teatro romano. «In nome del benecomunismo, dice che criticare l’attività del Valle non è un atto di difesa della legalità: è un’azione di stampo nazista» (Claudio Cerasa).

 

PIPPO CIVATI E STEFANO RODOTAPIPPO CIVATI E STEFANO RODOTA

• Nel 2014, una delle voci più critiche circa le riforme del Senato e della legge elettorale portate avanti dal governo Renzi. In proposito ha parlato a più riprese di «svolta autoritaria».

 

• Scrive su Repubblica. Tra i suoi libri: Intervista su privacy e libertà (2005), Elogio del moralismo (2011), Il diritto di avere diritti (2012) tutti editi da Laterza. Da ultimo Il mondo nella rete. Quali i diritti, quali i vincoli (Laterza, 2014).

 

Stefano RodotaStefano Rodota

• Fratello dell’ingegnere Antonio Rodotà (1935-2006, già presidente dell’Agenzia Spaziale Europea) e padre della giornalista del Corriere della Sera Maria Laura. In famiglia soprannominato “il Garante” [Antonella Rampino, La Stampa 18/4/2013].

luigi di maio stefano rodota roberto giachetti pippo civatiluigi di maio stefano rodota roberto giachetti pippo civatiStefano Rodota e Francesco Piccolo Stefano Rodota e Francesco Piccolo stefano rodota coalizione socialestefano rodota coalizione socialestefano rodota e mogliestefano rodota e moglieStefano Rodota Stefano Rodota

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...