E’ IL PROPORZIONALE, BELLEZZA – GLI ULTIMI SONDAGGI, PRIMA DEL SILENZIO ELETTORALE, NON DANNO UN VINCITORE: M5S TIENE, IL BANANA AVANZA, IL DUCETTO MOLLA – PD INTORNO AL 22% (RENZI PREPARA I BAGAGLI), IL CENTRODESTRA UNITO ARRIVA AL 35%, DI MAIO AL 28 – REBUS DEL 5/3: AMMUCCHIATA O ELEZIONI?
1. GLI INCERTI AL 45%
Estratto articolo di Ilvo Diamanti per la Repubblica
A due settimane dal voto prevale ancora l' incertezza. Come mostra il sondaggio di Demos per Repubblica, gli elettori indecisi sono circa il 45%. Qualche punto meno di un mese fa. Sempre troppi, per formulare ipotesi precise. Ma anche imprecise. Tanto più perché la nuova legge elettorale, il Rosatellum, presenta una combinazione di sistemi di voto diversificata. Tra collegi "uninominali" e "proporzionali". Difficile proporre scenari attendibili, in assenza di riferimenti storici ai quali affidarsi. D' altronde, i sondaggi non servono a pre-vedere, ma a tracciare il profilo degli orientamenti in una fase specifica. […]
Comunque: a Centro-destra. Forza Italia, infatti, supera il 16%. Il dato più alto dopo le europee del 2014. Anche il suo principale alleato, la Lega di Salvini, cresce, a sua volta, di poco. E torna oltre il 13%. I Fd' I, guidati da Giorgia Meloni, scivolano appena sotto il 5%. Insieme alla "quarta gamba" centrista il Centro-destra raggiunge il 35%. E potrebbe, forse, conseguire la maggioranza parlamentare. Se la nuova legge elettorale permettesse di tentare stime credibili, circa la distribuzione dei seggi su base territoriale.
[…] Il partito che ottiene maggiori consensi, comunque, resta il M5s. Nonostante le polemiche che lo hanno coinvolto in queste settimane. Perché le sue "fortune" derivano dai demeriti altrui più che dai meriti propri. In altri termini, il M5s continua a beneficiare della sfiducia verso il sistema politico, in generale, e verso gli altri partiti. Vecchi e nuovi: non importa […].
Il leader più stimato, peraltro, continua ad essere il premier, Paolo Gentiloni. Aiutato, come ho scritto in altre occasioni, dalla sua scelta di restare sullo sfondo. Di non occupare la ribalta. In mezzo a tante grida, parlare a voce bassa: fa rumore Gli altri protagonisti, infatti, lo seguono, a distanza più o meno ampia. Di Maio al 36%. Salvini, poco sopra il 30%. Come Matteo Renzi, sempre fermo al 31%. Accanto a Giorgia Meloni e al Presidente del Senato e, oggi, leader di Leu, Pietro Grasso. Il PDR, intanto, continua a perdere punti. Non per caso, vista la sua "dipendenza" dall' immagine del Capo. Oggi è intorno al 22%. Mentre, alla sua sinistra, Leu scavalca di poco il 6%. Qualcosa in meno rispetto a un mese fa.
Cresce, invece, +Europa, il soggetto politico guidato da Emma Bonino (con il sostegno di Bruno Tabacci), che si attesta intorno al 3,5%. Bonino, d' altronde, è l' unica a seguire Gentiloni a distanza non eccessiva, sul piano dei consensi personali. Può sorprendere il limitato appeal personale di Berlusconi, attestato al 28%. Ma si tratta di una figura che, da sempre, "divide". Anzi, proprio questa debolezza gli permette oggi di recitare la parte del "mediatore". Non solo nel Centro-destra. Anche oltre. Da "muro" è divenuto, così, un "ponte", come ho scritto qualche settimana fa. Insieme, le forze di Centro-sinistra superano a fatica il 30%. E, comunque, Pd e Leu sono "divisi". Secondo la tradizione della Sinistra. Difficile, su queste basi, ipotizzare un successo elettorale di questa "parte".
D' altra parte, se consideriamo il voto espresso alle europee 2014, tra gli elettori del Pd - di allora - oggi si osserva il grado di incertezza più elevato. Sia rispetto a quelli che ieri avevano votato per FI, i Fratelli d' Italia. E, a maggior ragione, per Lega e M5s. Non è, dunque, facile immaginare una maggioranza parlamentare, su queste premesse. L' unica coalizione che vede possibile questo obiettivo è il Centro-destra. In largo vantaggio nell' intero Nord ma anche nel Mezzogiorno. (Come ipotizza, ad esempio, Rosatellum.info, l' Osservatorio curato da Quorum, Youtrend e Reti.) Tuttavia, in caso di impasse, gli italiani non sembrano gradire altri esperimenti di "grande coalizione". Oltre metà degli elettori preferirebbe, anzi, tornare subito alle urne.
In questo clima incerto, si fanno largo sentimenti inquietanti. Il sondaggio rivela, infatti, un buon grado di comprensione verso il terrorista di Macerata. Al contempo, si colgono segni di indulgenza verso Mussolini. L' Uomo Forte, che ha marcato la nostra storia del Novecento. Si tratta di orientamenti diffusi fra gli elettori di destra. E soprattutto nella base della Lega Nazionale. Di Salvini. Ma presenti, in qualche misura, anche fra gli elettori del M5s […].
Così sorprende un poco - anzi: non poco - il grado di fiducia espresso verso il governo, come verso il premier. Serve a rammentare che, in tempi di "instabilità", la domanda di "stabilità" resta comunque ampia. E che la domanda di "sicurezza" non si affronta solo alimentando la "paura". Né inseguendo un passato che non passa.
2. I MONTIANI SI ASTENGONO
Estratto articolo di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera
Qualcuno ha definito la campagna in corso come «sgangherata». Al lordo del fatto che la definizione arriva da uno dei leader in campo, forse coglie bene la situazione. Non si tratta solo dei toni della campagna (e per questo rimandiamo alla rubrica Parole Ostili che questo giornale pubblica settimanalmente e che dà conto di un' estesa aggressività percepita dai cittadini), ma anche della difficoltà nell' indicare programmi per il Paese. Sembra che prevalgano promesse. E non infrequentemente, con immediata evidenza, si tratta di promesse difficili da mantenere. Oppure talmente costose da non essere praticabili se non a prezzo di un dissesto di bilancio.
IL MEME SULLE PROMESSE ELETTORALI DI LUIGI DI MAIO
Di fronte a questo panorama il dato di incertezza e astensione rimane elevato, attestandosi ancora al 34% nonostante al voto manchino oramai poco più di due settimane È un elettorato variegato, con una importante presenza di elettori centristi che nel 2013 avevano votato per la coalizione montiana, seguiti da elettori di centrosinistra, ma anche, sia pur in misura minore da pentastellati e elettori di centrodestra […]. Tuttavia è molto probabile che diminuirà il numero dei votanti, attestandosi presumibilmente intorno al 70%, comunque qualche punto sotto il 75% del 2013.
L' equilibrio tra le forze conferma la graduatoria che abbiamo visto nelle ultime settimane. Il Pd soffre ancora. La difficoltà ad affermare una propria agenda e la rincorsa sui temi degli avversari, le divisioni interne che non sono state sanate dalla composizione delle liste, le difficoltà della leadership renziana, determinano una progressiva riduzione del consenso, un calo che da diverse settimane non si ferma. Tuttavia la contrazione del Pd è compensata dalla crescita delle forze alleate e in particolare della lista Bonino, che sembra oramai essere al di là della soglia di sbarramento per l' ingresso nel Parlamento.
Mentre le altre due formazioni del centrosinistra - Insieme e Civica e Popolare di Lorenzin - sono ferme intorno all' 1%. Si tratterà di capire se queste forza supereranno l' 1%, di modo che i loro voti siano conteggiati nella somma di coalizione, oppure andranno dispersi. In ogni caso il superamento della soglia da parte di +Europa rende quasi impossibile l' obiettivo che Renzi si era posto per il Pd, di essere la prima forza parlamentare.
Il centrodestra continua a essere la forza predominante ma la sua spinta espansiva sembra essersi fermata, anzi segna una lieve contrazione rispetto a circa un mese fa. Rimane l' incognita dell' equilibrio interno. La battaglia per la leadership che vede nettamente contrapposti Berlusconi e Salvini, può essere risolta solo dal risultato elettorale […].
Infine i 5 Stelle. La recente questione dei rimborsi che ha dominato negli ultimi giorni ha un po' ammaccato ma non davvero penalizzato questa formazione: il risultato del Movimento segna infatti un' assoluta stabilità. Forse è passata la tesi di Di Maio, cioè il fatto che comunque loro, a differenza degli altri, restituiscono una parte delle indennità percepite e la vicenda ha dato una visibilità non da poco sia alla restituzione (non tutti ne erano a conoscenza), sia alla devoluzione ad un fondo a sostegno delle piccole imprese in difficoltà.
Da ultimo la simulazione della ripartizione dei seggi, che vedono la prevalenza del centrodestra con una stima di 283 seggi totali, quindi ancora al di sotto della soglia di maggioranza, seguiti dal centrosinistra con una stima di 158 scranni, dal Movimento 5 Stelle con 152 seggi, e da ultimo da Leu con 24 deputati, provenienti tutti dal proporzionale. Nelle ultime stime cambia quindi la graduatoria: il Movimento 5 Stelle sembra un po' in affanno al Sud dove dopo la presentazione delle candidature, parte dei collegi uninominali si sono spostati verso il centrodestra […].
Dal punto di vista dell' attrattività dei leader non si registrano differenze, ad eccezione di Emma Bonino, che decresce di alcuni punti a causa del suo definitivo posizionamento nell' area del centrosinistra e dell' ingresso in campagna elettorale. Saldamente in testa rimane il premier Gentiloni che migliora sensibilmente le valutazioni che registravamo un mese fa, raggiungendo il livello più elevato da inizio mandato, grazie all' apprezzamento espresso da una quota non trascurabile di elettori dei partiti di opposizione che si somma al gradimento degli elettori della maggioranza. Il premier, quindi, a differenza di tutti i suoi predecessori dal 1994 in poi, termina il mandato in crescita di consenso.
Insomma, ancora nessuna maggioranza si profila, ad eccezione di un' ipotesi oggi remota: un' intesa extralarge che comprenda almeno il centrosinistra, Forza Italia, Noi con l' Italia e Leu. Ci sono possibilità che lo scenario si modifichi? Margini di cambiamento sono senza dubbio ancora possibili, almeno per due fenomeni: del primo, quello degli incerti, abbiamo già parlato. Ne capiremo qualcosa di più nei prossimi giorni, ma le norme ci impediranno di parlarne sui media. L' altro è la capacità dei candidati di attirare voti […].
Ma nel caso, assai probabile, di stallo, cosa potrebbe succedere? Sia Berlusconi che Renzi sembrano orientati a tornare a breve al voto, con la stessa legge elettorale. Francamente è difficile immaginare che in pochi mesi possano cambiare sensibilmente gli orientamenti degli elettori. Il rischio è di perpetuare l' impasse.