COME E’ URBANI LEI… - INTERVISTA ALL’EX MINISTRO PDL, FONDATORE DI “FORZA ITALIA”: “BERLUSCONI IN CAMPO? NON SONO D’ACCORDO!” - URBANI SI UNISCE AI FANS DELLA “TRATTATIVA” E SPINGE IL PATONZA VERSO L’INCESTO CON BERSANI: “CI VUOLE UNA GRANDE COALIZIONE, SE NON CI SARA’ MONTI BISOGNERA’ TROVARNE UN ALTRO” - ALFANO? ALFANO CHI? “E’ IL MIGLIORE DEI NUOVI, MA PER PRENDERE PIÙ VOTI POSSIBILE IN QUELL’AREA POLITICA, NON C’È NESSUN ALTRO COME BERLUSCONI…”

Francesca Schianchi per "la Stampa"

A dire il vero parlo sempre malvolentieri degli amici... Sa, è un po' come con i figli: anche quando non sei d'accordo con loro, sei sempre benevolente...», premette Giuliano Urbani, tra gli ideologi e i fondatori di Forza Italia, ex ministro in due diversi governi Berlusconi. L'amico in questione è ovviamente lui, il Cavaliere, che starebbe pensando di ricandidarsi per la sesta volta a premier.

Benevolente ma non d'accordo, mi pare di capire...
«Certo che non sono d'accordo, come faccio ad esserlo?».

Mi dica lei... Nel Pdl molti sono intervenuti per plaudire all'idea...
«Dal punto di vista del partito, è indispensabile che Berlusconi ci sia. Deve candidarsi, altrimenti il Pdl sparisce. Il Pdl è una forza di iniziativa carismatica: se vuole avere un futuro, è assolutamente necessario che Berlusconi sia della partita».

Quindi fa bene a pensarci...
«Ma l'altro aspetto della questione riguarda il Paese. Ci troviamo in un momento molto particolare: da una parte, c'è l'euro, che è un'idea affascinante realizzata nel modo peggiore. Dall'altra, c'è la caduta della credibilità della classe politica, tutta, dall'estrema destra all'estrema sinistra, una cosa gravissima, storica. Oggi parole come "parlamentare" o "classe dirigente" suonano come parolacce».

Che c'entra questo con Berlusconi candidato?
«La conclusione è che questi fattori determinano un'agenda di cose da fare totalmente obbligata, un rigore difficile da conciliare con crescita e sviluppo. Un'agenda proibitiva che non può che essere affrontata da, come vogliamo chiamarla? Una grande coalizione? Di sicuro nessuna forza politica da sola può pensare di affrontare questi problemi. Il ritorno di Berlusconi, da solo, non li risolve, anzi non li affronta nemmeno».

Insomma, lei dice, Berlusconi candidato salva il Pdl, ma non si illuda di fare da solo, serve una grande coalizione...
«Gli dico: non farti illusioni, perché andresti incontro a delusioni cocenti. Nei confronti di Monti è stata rabberciata una grande coalizione per evitare il disastro: ora invece ci vuole una convergenza di visione costruttiva tra diverse forze politiche. E al momento siamo lontani mille miglia da questo: lo si vede dalle discussioni sulla legge elettorale».

Il premier Monti ha detto che dopo il 2013 lui non ci sarà. Nel quadro che lei delinea, servirebbe invece che restasse?
«Se va via Monti, bisogna trovarne un altro. Mentre Berlusconi e Bersani devono insieme garantire i voti in Parlamento a una politica imposta dalla storia».

Quindi a Berlusconi cosa direbbe? Cosa dovrebbe fare?
«Va bene chiamare a raccolta i suoi, ma consapevole che poi dovrà stare con gli altri: i tempi lo impongono».

Però, dice lei, il Cavaliere di nuovo candidato salva il partito. E Alfano?
«Alfano è il migliore della nuova classe politica che può esibire il centrodestra. Ma può diventare il capo di un partito carismatico? La relazione tra Berlusconi e i suoi elettori è surrogabile in condizioni di emergenza?».

Mi scusi professore, ma Berlusconi ha 76 anni,sarebbe la sua sesta candidatura...
«E' vero, ma è così: per prendere più voti possibile in quell'area politica, non c'è nessun altro come lui. Quell'elettorato non crede con la stessa forza e intensità a nessun altro».

Fino a poco tempo fa si parlava di primarie...
«Ma sono solo uno strumento! Confondere lo strumento con l'effetto è risibile. Cosa risolvono? Sono meccanismi rozzi e pericolosi».

Quindi se invece Berlusconi si ritirasse a vita privata...
«Il centrodestra sarebbe tutto da ripensare».

 

Giuliano Urbani - Copyright PizziIda di Benedetto e Giuliano Urbani - Copyright Pizziquad40 giuliano urbanimario monti SILVIO BERLUSCONI - Copyright PizziBERSANI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…