1- È PIÙ “VIOLENTO” GRILLO CON RIGOR MONTIS NELLA BARA O FINIRE LICENZIATI? 2- TUTTI I GIORNALI CONTRO GRILLO E DILIBERTO. PER IL “FOGLIO” LA T-SHIRT SCANDALO È COME LA BICICLETTA DI MARCO BIAGI, IL GIUSLAVORISTA ASSASSINATO DALLE BRIGATE ROSSE 3- “LA STAMPA: “VEDERE TRASFORMATO CHI LA PENSA DIVERSAMENTE IN UN CADAVERE FA PARTE AHIMÈ DI UNA CONSOLIDATA TRADIZIONE DI UN NOSTRO MANICOMIO TUTTO ITALIANO. NEGLI ANNI SETTANTA SI GRIDAVA «CARABINIERE BASCO NERO IL TUO POSTO È AL CIMITERO”, OGGI GIRANO T-SHIRTS CHE AL CIMITERO VORREBBERO MANDARE IL MINISTRO ELSA FORNERO, E QUALCUNO PENSA CHE SIANO DIVERTENTI PERCHÉ C'È ANCHE LA RIMA” 4- GASPARRI: “GRILLO E’ UN CASO UMANO” - CASINI: “RENDE L’IDEA DELLA VIOLENZA MORALE E POLITICA DI ALCUNI: GLI AVVERSARI SONO NEMICI DA ABBATTERE. VERGOGNA”. DI PIETRO: “IL PAESE VA MALE NON PER LA SATIRA DI GRILLO MA PER GLI INTERVENTI DI MONTI”

1 - PER IL «FOGLIO»LA T-SHIRT SCANDALO È COME LA BICICLETTA DI BIAGI
Da "il Giornale"

Due immagini che, accostate, dicono più di tanti discorsi. Da una parte, a tutta pagina, la foto della bicicletta di Marco Biagi, assassinato dalle Br il 19 marzo 2002, esattamente dieci anni fa. Dall'altra, quella di Oliviero Diliberto che posa sorridente con una manifestante davanti a Palazzo Chigi tre giorni fa. La signora indossa una maglietta con la scritta «La Fornero al cimitero». Il Foglio di Giuliano Ferrara affianca le immagini senza alcun commento.

Ma il messaggio è lampante. Il contesto è lo stesso: il dibattito sul Welfare e il duro confronto fra le parti sociali. Il clima di tensione si ripete ogni volta che vengono toccate le norme sul lavoro e i «bersagli» stanno dalla stessa parte (Biagi era consulente del ministero). A Elsa Fornero è stata rafforzata la scorta pochi giorni fa. Chissà se la fan di Diliberto si augura davvero la morte del ministro. Ma certi slogan, per di più sottoscritti da rappresentanti delle istituzioni, non fanno che gettare benzina sul fuoco.

2 - MONTI NELLA BARA, POLEMICA SU GRILLO
Da "Corriere della Sera"

Beppe Grillo, che da tempo chiama il premier «rigor Montis», ora lo ha raffigurato in una bara. Il comico, leader del Movimento 5 stelle, ha pubblicato sul suo blog un fotomontaggio con Monti all'interno di una bara a forma di auto con scritto «articolo 18». Severa la reazione di Pier Ferdinando Casini: «Rende l'idea della violenza morale e politica di alcuni: gli avversari sono nemici da abbattere. Vergogna!». «Grillo è un caso umano», dice il capogruppo pdl al Senato Maurizio Gasparri. Mentre Di Pietro sottolinea: «Il Paese va male non per la satira di Grillo ma per gli interventi di Monti».

3- DILIBERTO, GRILLO E I CATTIVI ESEMPI
Michele Brambilla per "la Stampa"

Beppe Grillo, che una volta faceva ridere, ieri ha messo sulla home page del suo sito una foto di Mario Monti all'interno di una cassa da morto con scritto «articolo 18». Forse per mandare un altro segnale subliminale, la bara ha la forma di un'automobile. A scanso di equivoci, comunque, il presidente del Consiglio viene chiamato Rigor Montis.

Vedere trasformato chi la pensa diversamente in un cadavere fa parte ahimè di una consolidata tradizione di un nostro manicomio tutto italiano. Negli anni Settanta si gridava «carabiniere basco nero il tuo posto è al cimitero», oggi girano t-shirts che al cimitero vorrebbero mandare il ministro Elsa Fornero, e qualcuno pensa che siano divertenti perché c'è anche la rima.

Tra costoro c'è evidentemente Oliviero Diliberto, segretario nazionale dei Comunisti italiani, che l'altro giorno si è fatto fotografare, appunto, abbracciato a una democratica signora che indossava la maglietta nera con la scritta «Fornero al cimitero». Non è chiaro se sia più grave quell'abbraccio o la grottesca giustificazione («Non mi ero accorto della scritta») che Diliberto ha balbettato quando ha visto la foto sui giornali: ieri è stato diffuso un video che lo sbugiarda, per ben 5 minuti e 49 secondi il segretario dei Comunisti ha la scritta davanti agli occhi.

Ma forse la cosa più grave è ancora un'altra. È il fatto che simili inviti a scomparire vengano rivolti ai rivali politici non più, come quarant'anni fa, dagli estremisti in piazza: ma da uno che si sta presentando alle elezioni con le sue cinque stelle in nome della moralità, e da un altro che è stato perfino ministro di Grazia e Giustizia. Così come era stato ministro Bossi, che pochi giorni fa aveva anticipato Grillo annunciando il funerale di Monti. Davvero non c'è un altro linguaggio possibile, in Italia, per fare opposizione?

Ci eravamo appena rallegrati per la fine del clima da rissa tra i partiti, e ora ci ritroviamo a rivivere le parole di piombo degli anni formidabili.

 

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