enrico letta pd alessandra ghisleri

CHE PUZZA QUESTO PD – IL 25 SETTEMBRE UN ELETTORE DEL PD SU TRE HA VOTATO “TURANDOSI IL NASO” – ALESSANDRA GHISLERI: “È UNA LENTA MA INESORABILE PERDITA SENZA NUOVI ACQUISTI. DA ANNI IL PD STA SACRIFICANDO LA SUA MASSA ELETTORALE A BENEFICIO DI ALTRI PARTITI "SPIN OFF", CHE DA LUI SI SONO GENERATI – PER IL DOPO LETTA BONACCINI ED ELLY SCHLEIN RISULTANO I NOMI PIU' COMPETITIVI...”

Alessandra Ghisleri per “La Stampa”

 

ENRICO LETTA

A una settimana dalle elezioni i test delle intenzioni di voto confermano le indicazioni dei risultati di domenica scorsa, evidenziando solo piccole variazioni decimali in cui si distingue il Movimento 5 Stelle, che registra un +0,8% di effetto band-wagon. Un aspetto davvero interessante, invece, emerge dall'approfondimento delle motivazioni espresse dai cittadini circa la loro scelta e le possibili spinte.

 

L'84,3% degli elettori del 25 settembre ha dichiarato di aver dato una preferenza consapevole e convinta, anche a prescindere dalla possibile vittoria. Viceversa il 15,7% ha espresso un voto "contro" piuttosto che a favore, semplicemente per non far vincere la controparte.

 

LUIGI DI MAIO E ENRICO LETTA

Il dato che sorprende in questo contesto è che un terzo degli elettori del Partito Democratico ha votato "turandosi il naso" (29,4%). Facendo un passo in avanti e osservando la demografia di chi non ha votato (36,1%) si scopre anche un buon 9,0% di elettorato che alle elezioni europee del 2019 aveva scelto il Pd di Zingaretti e che quest'anno invece ha deciso di stare a casa. È vero che per l'alleanza di centrosinistra si è passati dagli 8,3 milioni del 2018 ai 7,3 milioni di oggi con un saldo negativo di poco più di 800.000 voti.

 

Se si va a ritroso nel tempo e più precisamente al Pd di Matteo Renzi del 2014 – il famoso 40,0% - le perdite stimate sono intorno ai 5 milioni. È una lenta ma inesorabile perdita senza nuovi acquisti. Il Pd sta sacrificando la sua massa elettorale – da anni - a beneficio di altri partiti, che possiamo definire "spin off", che da lui si sono generati e che in questa partita si sono presentati anche come i suoi principali competitor oltre al centrodestra.

 

enrico letta e carlo calenda a cernobbio.

Nel meccanismo del confronto sociale la Fiducia, come forza propulsiva per ogni valutazione, è sempre al primo posto, tuttavia, se per Giorgia Meloni e Giuseppe Conte la loro leadership ha pagato la differenza, per Enrico Letta l'efficacia dei suoi messaggi non è stata rivoluzionaria. Il Pd, come Forza Italia, trova principalmente il suo asse di sostegno nelle fasce più adulte della popolazione. Da solo ha perso il suo importante appeal tra i dipendenti, gli operai e i disoccupati che, già da tempo, si sono rivolti verso altre offerte politiche.

 

alessandra ghisleri (1)

Dall'analisi degli ultimi dieci post su Twitter dei diversi leader, studiando le percentuali di engagement sui commenti, sulle condivisioni e sui like è emerso tra i principali topics dell'#GiuseppeConte: «Conte come salvezza contro la Destra». Il nuovo leader dei 5 Stelle si presenta – da sempre - nelle sue apparizioni pubbliche e soprattutto sui social più nei panni di una figura mediatica, piuttosto che nelle vesti di politico navigato.

 

Enrico Letta, invece, si mostra al pubblico con il peso di una vera cultura politica che si scontra più spesso con la velocità e il divenire che scandisce la società di oggi. Il 35,7% dell'elettorato del Pd individua nel suo Segretario il vero sconfitto di queste elezioni, tuttavia il tema si ripropone ad ogni mandato elettorale facendo emergere le difficoltà strutturali di un Partito, piuttosto che del Segretario di turno.

 

LETTA BONACCINI

Guardando al futuro Stefano Bonaccini ed Elly Schlein risultano essere i nomi più competitivi per il dopo Letta, tuttavia tra gli elettori del Pd emerge, forse complice la vittoria di Giorgia Meloni alle ultime elezioni, una preferenza maggiore per la Vice Presidente della Regione Emilia Romagna (26,5% vs 22,4%). Il dato più preoccupante, che ritorna ancora una volta, è che un sostenitore su tre del Pd (29,8%), anche in questo caso, non vuole o non sa esprimersi.

 

ELLY SCHLEIN

Questa titubanza dell'elettore, che cela una mancanza di chiarezza, di coinvolgimento e di prospettiva, rischia di alimentare – ancora di più - quel processo di erosione del consenso che sta interessando il Pd da almeno 8 anni. Ci si confronta più sulle necessità piuttosto che sulle possibilità!

bonacciniELLY SCHLEINELLY SCHLEIN STEFANO BONACCINI ENRICO LETTA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...