antonio decaro michele emiliano

EMILIANO QUESTA VOLTA HA PESTATO UN BEL MERDONE – IL GOVERNATORE PUGLIESE VIENE SMENTITO DA LINA CAPRIATI, LA SORELLA DEL BOSS DI BARI VECCHIA, ANTONIO, INTERVISTATA DAL TG1: “DECARO? MAI VISTO, NON È MAI VENUTO QUI” – EMILIANO, ALLA MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETÀ PER IL SINDACO DI BARI, AVEVA RACCONTATO DI UN PRESUNTO INCONTRO A CASA CAPRIATI, CON IL PRIMO CITTADINO CHE ANNUIVA. SALVO POI SVEGLIARSI DOPO UN GIORNO: “EMILIANO NON RICORDA BENE. NON SONO MAI ANDATO…”

 

michele emiliano e antonio decaro

LA SORELLA DEL BOSS, 'DECARO MAI VENUTO QUI'

(ANSA) - "Mai visto Decaro , non è mai venuto qui. Lo dice al tg1 Lina Capriati, sorella del boss di Bari vecchia, Antonio in carcere da oltre 30 anni, chiamata in causa ieri dal governatore Michele Emiliano che ha raccontato di avere portato a casa sua l'allora assessore ai trasporti, Antonio Decaro.

 

Intervistata tra i vicoli di Bari Vecchia da Leonardo Zellino che le chiede se sia vero che l'attuale sindaco sia andato a casa sua con Emiliano, la signora ribadisce "Mai, mai è successo, mai visto Decaro con Emiliano, quando mai è venuto Decaro qui". Dalla casa esce un'altra donna della famiglia e dice: "noi se andiamo da Decaro manco ci accetta. Come fa a dire che questa persona ci conosce?".

 

lina capriati al tg1

DECARO SMENTISCE EMILIANO.LA LEGA,'SCIOGLIERE IL COMUNE'

Paola Laforgia per l’ANSA

 

E' bufera su sulle parole del governatore pugliese Michele Emiliano che ieri aveva detto di avere portato l'allora assessore Antonio Decaro a casa della sorella di un boss di Bari vecchia. Il sindaco lo smentisce: "Emiliano non ricorda bene non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella". E malgrado le precisazioni fatte già ieri dal governatore che dice che la sua frase è stata fraintesa, il centrodestra oggi va all'attacco chiedendo, con il vicesegretario federale della Lega Andrea Crippa, che "il Viminale proceda quanto prima con lo scioglimento del Comune.

 

manifestazione per antonio decaro a bari

Dopo l'autodenuncia di Emiliano è impossibile e intollerabile continuare ad avere in carica un presidente di Regione e un sindaco del capoluogo che si affidano alla sorella di un boss per portare avanti l'attività sul territorio". Gli fa eco il vicepresidente della commissione antimafia, il pugliese Mauro D'Attis (FI) che chiede che la commissione faccia approfondimenti sulle dichiarazioni di Emiliano e acquisisca tutti gli atti programmando anche "una serie di audizioni".

 

Mentre il ministro degli affari regionali, Roberto Calderoli, pur ribadendo che per lui la norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni per mafia va cambiata, accosta la vicenda raccontata da Emiliano alla "trattativa Stato mafia" e dice: "La risposta per me è una sola, con la mafia non si tratta".

 

michele emiliano e antonio decaro

Il tutto nasce dalla manifestazione di piazza di ieri con migliaia di cittadini che hanno espresso solidarietà a Decaro dopo che il Viminale (sollecitato da parlamentari pugliesi del centrodestra) ha nominato una commissione per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune.

 

Iniziativa seguita all'operazione antimafia con 130 arresti che ha svelato episodi di voto di scambio politico-mafioso per l'elezione di una consigliera di centrodestra, poi passata nel centrosinistra, e l'ingerenza del clan nella municipalizzata del trasporto urbano. A 24 ore dalla frase di Emiliano, Decaro ricostruisce il contesto in cui si svolse la vicenda che risale a "quasi venti anni fa" quando l'attuale governatore era "un magistrato antimafia appena eletto sindaco, in un quartiere, come quello di Bari Vecchia, abituato da sempre al parcheggio selvaggio nella totale illegalità" e lui era assessore al Traffico.

 

manifestazione per antonio decaro a bari

"Emiliano non ricorda bene - dice Decaro - È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella". "Dopo qualche diverbio con alcuni residenti - aggiunge - un giorno incontrammo alcuni ragazzi in piazza che cominciarono a inveire contro di me. Michele disse loro di lasciarmi in pace perché dovevo lavorare per i bambini del quartiere". "La signora in questione invece - conclude - la incontrai per strada, molto tempo dopo la chiusura al traffico, e ci litigai perché non si rassegnava all'installazione delle fioriere che impedivano il transito delle auto".

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