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ENTRO SERA MARINO SI DIMETTE. I SUOI CONSIGLIERI GIURIDICI GIUDICANO INEVITABILE CHE VENGA EMESSO UN AVVISO PER PECULATO, AVENDO USATO SOLDI PUBBLICI PER CENE PRIVATE. UNO SVILUPPO GIUDIZIARIO CHE DEMOLISCE L’UNICO ALTARINO CHE SI ERA COSTRUITO IL SINDACO MARZIANO: L’ONESTÀ
DAGOREPORT
Se non cambia idea, entro sera Marino si dimette. I suoi consiglieri giuridici giudicano inevitabile che venga emesso un avviso per peculato, avendo usato soldi pubblici per cene private. Uno sviluppo giudiziario che demolisce l’unico altarino che si era costruito il sindaco marziano inventato dal genio di Goffredo Bettini: l’onestà. Invece l’allegro chirurgo è un pasticcione (eufemismo) assoluto: dall’ospedale americano ala Panda, fino alla spese varie e avariate con la carta di credito del Comune di Roma (appannaggio che non ha nessun altro sindaco in Italia).
Marino con le dimissioni fotte il piano di Renzi di tirargli il collo fino al 24 febbraio 2016, quindi scavallare il voto comunale di maggio che tocca Napoli, Milano, Torino, Bologna, Trieste, Cagliari e andare al voto nel 2017. Di certo, un grillino o Alfio Marchini sarà il prossimo sindaco di Roma. E per il premier cazzone perdere la capitale è un pessimo risultato.
Un tiro mancino a Renzi, sospinto ovviamente dai suoi prossimi guai giudiziari, che avrà questa scaletta: una volta dimesso Marino ha 20 giorni per ripensarci, intanto l’interim va al vice sindaco Causi. Ma qui arriva il consiglio comunale che l’ha sorretto perché sognava di tenere il culo sulla poltroncina del Campidoglio, che si vendicherà chiedendo la sfiducia nelle prossime ore. E Roma? Il prefetto Gabrielli ha già in mano la gestione del Giubileo, la città eterna finirà tra le manine di un commissario prefettizio.
marino - vino
ALFIO MARCHINI
matteo orfini
marianna madia tra veltroni e bettini
Marco Causi