ER MEJO FICO DEL BIGONCIO – L’EX PREMIER SLOVACCO ROBERT FICO, TORNATO A VINCERE LE ELEZIONI, È IL POLITICO PIÙ INFLUENTE E CONTROVERSO DI BRATISLAVA: EX COMUNISTA, SI È RICICLATO COME POPULISTA DI SINISTRA, MA FLIRTA CON L’ESTREMA DESTRA - CONTRARIO ALLE ARMI ALL’UCRAINA, AMICO DI ORBAN, CINQUE ANNI FA SEMBRAVA FINITO, DOPO L’OMICIDIO DEL GIORNALISTA JAN KUCIAK: IL CRONISTA INDAGAVA SUI RAPPORTI TRA LA NDRANGHETA E LE AUTORITÀ SLOVACCHE (L’AMANTE DI FICO, MARIA TROSKOVA, È L’EX FIDANZATA DEL CALABRESE ANTONINO VADALÀ
Estratto dell’articolo di Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
Cinque anni fa sembrava un uomo politicamente finito. Dopo l’omicidio del giornalista Ján Kuciak e della sua fidanzata, migliaia di persone scesero in piazza contro la corruzione dilagante, costringendolo a dimettersi.
Sembrava spacciato, il suo partito sconfitto per la prima volta in 15 anni, nel 2020. Invece Robert Fico è tornato, e ha vinto neppure di misura la sfida per il suo quarto mandato sfoderando toni apertamente filorussi e xenofobi.
[…] «Anche allora la Slovacchia era spaccata in due: quelli che credono nella democrazia liberale scesero in piazza, mentre rimasero a casa i fan dell’uomo forte che consideravano Kuciak soltanto un problema personale di Fico e non per il Paese» ci dice Peter Bárdy, direttore di Aktuality e autore di Fico — Ossessionato dal potere , biografia appena pubblicata.
È la storia del politico più influente e controverso della Slovacchia moderna: diventato parlamentare appena 28enne nel 1992, tra le fila della sinistra nata dalle ceneri del comunismo, poi fondatore di Smer, partito socialdemocratico, è stato già tre volte premier nel 2006, nel 2012 e nel 2016.
L’ultimo mandato interrotto sotto le pressioni della piazza e dei giudici. Le ragioni della sua rinascita si inseriscono nella sua audace parabola politica: da comunista a populista che cerca alleanze nell’estrema destra. «In realtà Fico non è mai cambiato, è sempre stato uomo pragmatico, cinico, assetato di potere», dice Peter Bárdy.
[…] Ora Fico sta diventando ancora più pericoloso perché non ha più bisogno di apparire accettabile agli occhi dell’Occidente: per questo ha accentuato i toni aggressivi e dispotici e «ora se andrà al governo diventerà un piccolo Orbán». Del resto, i due leader collaborano già da tempo.
«Due settimane fa in Slovacchia è esplosa la crisi dei migranti grazie all’aiuto di Orbán, che ha aperto la frontiera per creare il caso e permettere a Fico di giustificare uno dei punti cardine della sua campagna elettorale. E in passato quando la Ue ha attaccato Orbán, lui lo ha difeso» chiarisce Bárdy.
La frustrazione antisistema è via via cresciuta in Slovacchia negli ultimi tre anni.
L’instabilità politica (tre governi in tre anni) ha pesato sull’aumento del costo della vita. Così il diffuso malcontento e un’aggressiva campagna di disinformazione hanno rilanciato Fico: «Oggi insieme a partiti nazionalisti e di estrema destra raggiunge il 44-46% dei consensi. Ma è fondamentale che Hlas, formazione guidata dal suo ex compagno di partito Pellegrini, entri in coalizione».
[…] «A 19 anni si è iscritto al partito comunista, che negli anni ‘80 era un modo per fare carriera. Ha sposato Svetlana Ficová, figlia di un potente giudice comunista, ma il suo vero amore è Maria Troskova, ex fidanzata del calabrese Antonino Vadalà e sua consigliera prima delle sue dimissioni nel 2018.
Kuciak stava indagando sui legami di Vadalà e della ‘ndrangheta con le autorità slovacche quando è stato ucciso. L’assassinio ha segnato la fine della loro relazione». Diversi osservatori temono con lui al governo una svolta autoritaria e il progressivo smantellamento dello Stato di diritto: in prima linea nell’agenda di Fico ci sarebbe la fine delle indagini sulla corruzione che perseguitano lui e i suoi collaboratori.
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