ERDOGAN APRE LA CAMPAGNA ELETTORALE. A BERLINO - IL LEADER IN GERMANIA PER INCONTRARE LA MERKEL, MA SOPRATTUTTO L’ENORME COMUNITÀ TURCA, TRA FAN E PROTESTE

Tonia Mastrobuoni per ‘La Stampa'

Feccia, straccioni, «capulcu». La donna non vuole dire nulla, «parla la mia scritta sulla giacca, è quello che ci disse Erdogan quando manifestavamo a Gezy Park, la scorsa estate», dice, sottovoce. Tiene alta la bandiera con il ritratto del padre della patria, Ataturk, simbolo della Turchia laica. Ma la gente intorno è nervosa, c'è un omone calvo che le urla insulti, un altro è andato da un poliziotto per chiedere che la allontani. «Vede - sorride amara Gulem - questo è il loro concetto di democrazia».

Sono le cinque e mezza, lo stadio Tempodrom è già talmente pieno che la gente è costretta ad aspettare fuori, non fanno neanche più passare i giornalisti, «non entra neanche uno spillo» mi dice un poliziotto alzando le braccia con i palmi in su.

Sono in migliaia ad aspettare il premier turco Erdogan, qui dove Merkel tenne il suo ultimo comizio berlinese della scorsa campagna elettorale. Ma a settembre non c'era neanche lontanamente la gente che c'è stasera per Erdogan. Sono tantissimi, allineati lungo le transenne predisposte dalla polizia per far passare la superstar di questa gelida serata berlinese. Sembra chiaro, in vista di due appuntamenti importanti con le urne, prima per le amministrative, poi, quest'estate, per le presidenziali, che Erdogan è venuto qui ad aprire la sua campagna elettorale.

Negli Anni 70 si diceva che Berlino fosse la terza città turca. E visto che ad agosto, per la prima volta, i turchi all'estero potranno votare, il premier è venuto in Germania, dove ce ne sono un milione e mezzo con diritto di voto.

Anche Ayse non è riuscita ad entrare, pur avendo il biglietto, «sono rimasta a casa a cucinare, i miei figli e mio marito sono già dentro. La prossima volta cucina lui». Ride di gusto. È del partito opposto di Guler, è una grande appassionata di Erdogan.

È nata in Germania 43 anni fa, porta un velo rosso, chicchissimo, e per lei «è importante che Erdogan ci abbia permesso finalmente di portarlo ovunque». Un dettaglio che anche lui rivendicherà tra gli applausi, qualche minuto dopo, nel comizio trasmesso live dalle emittenti turche. Ayse è felice qui in Germania, e non condivide l'ultimo discorso di Erdogan in Germania, quando disse che i turchi non dovevano integrarsi: «Non sono d'accordo. Però mi piace quando dice che non dobbiamo dimenticare le nostre radici». Oriente e occidente, passaporto turco e tedesco, il velo e il marito che cucina convivono pacificamente, nella vita di Ayse.

Erdogan ha visto a mezzogiorno Angela Merkel, che gli ha dato l'ennesimo benservito sull'adesione della Turchia alla Ue, alcuni politici cristiano-democratici hanno chiesto che la cancelliera aumenti le pressioni sul premier turco dopo gli scandali sulla corruzione e la violenza usata l'estate scorsa contro i manifestanti di Gezi Park, il ministro degli Esteri socialdemocratico Steinmeier continua invece a mantenere ostentatamente una porta aperta per l'ingresso di Ankara nella Ue, causando l'ennesima crepa nella Grande coalizione. Ma davanti al Tempodrom, di queste cose non importa nulla a nessuno.

Ali è venuto qui «per vedere se è bravo come in televisione»; ha 21 anni, è nato e cresciuto qui, di Erdogan ammira «che non abbia complessi con i Grandi della terra e che ci abbia restituito l'orgoglio di turchi». E Serkan, accanto a lui, aggiunge, «ma poi, se non entriamo in Europa, chi se ne importa. Non ne abbiamo bisogno».

 

 

supporter turchi di erdogan a berlino PROTESTE ANTI ERDOGAN A BERLINO PROTESTE ANTI ERDOGAN A BERLINO erdogan con merkel con le stampelle erdogan merkel

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