conte merkel

ESAURITE LE VELINE DI TA-ROCCO CASALINO, POSSIAMO DIRLO: NON HA VINTO CONTE, MA ANGELA MERKEL. È LEI AD AVER GESTITO IL NEGOZIATO, PLACATO RUTTE E PORTATO A CASA IL RISULTATO. CONTE HA POTUTO FARE IL DURO PERCHÉ AVEVA LE SPALLE COPERTE DA FRANCIA E GERMANIA. SENZA DI LORO AVREBBE PRESO SOLO SCHIAFFI, COME NEL 2018 QUANDO PORTÒ A BRUXELLES LA PRIMA E ULTIMA MANOVRA GIALLOVERDE - ORA C'È IL VERO PROBLEMA: NELLE CASSE PUBBLICHE NON C'È UN EURO. VISTO CHE CONTE RIMANDA ANCORA SUL MES, GUALTIERI HA DAVANTI TRE STRADE…

DAGONEWS

 

SANCHEZ CONTE RUTTE ALLA DISCUSSIONE SUL RECOVERY FUND

Oggi ovviamente è il giorno della celebration per Peppino Conte, e chi non si unisce al coro viene accusato di essere un rosicone con la dentiera avvelenata. A noi i cori non piacciono molto e corriamo il rischio: il vero vincitore della trattativa sul Recovery Fund si chiama Angela Merkel. Ogni proposta e ogni mediazione passava da lei, era lei a tenere i rapporti con i "frugali" Rutte e Kurz.

 

È lei che ha insistito con gli altri paesi che sostenevano il suo piano, presentato con Macron (e non quello originario Gentiloni-Breton, che era da 1500-1600 miliardi, più del doppio) facendo capire loro che in Olanda ci saranno le elezioni nei prossimi mesi e che piuttosto di rischiare una vittoria dell'ultra-sovranista Wilders, bisognava accontentare Rutte.

 

CONTE E RUTTE

E il frugoletto olandese ha portato a casa anche più dell'Italia: non solo l'aumento dei famigerati rebate, gli sconti sui contributi al bilancio dell'Unione Europea che dovevano sparire con la Brexit e che invece sono stati potenziati (a spese di Francia, Italia e Spagna), ma ha incassato anche il cosiddetto ''freno di emergenza'', ovvero la possibilità per un singolo stato membro di portare davanti al Consiglio e alla Commissione il comportamento ''irregolare'' di un altro.

VERTICE EUROPEO CONTE MERKEL MACRON SANCHEZ VON DER LEYEN

 

Si tratta di una ulteriore vittoria per la Merkel, che ha finto di accontentare Rutte controvoglia ma in realtà è ben felice di avere un potente fischietto per ammonire (o cacciare) chi dovesse fare il mattacchione con i conti pubblici o nel rapporto con Bruxelles. Su quel fischietto ci sono incisi vari nomi, primi tra tutti Salvini e Le Pen. Già, perché il Recovery Fund sarà spalmato su 10 anni, quindi ci saranno molte occasioni per minacciare di chiudere i rubinetti a chi dovesse fare la pipì fuori dal vasino europeista.

merkel macron conte

 

Dunque è vero che Conte è andato a Bruxelles e ha fatto il duro, ma ha potuto farlo perché aveva le spalle coperte da due tipini che si chiamano Merkel e Macron. Se fosse andato da solo avrebbe preso solo schiaffi, proprio come quando presentò la prima e ultima manovra giallo-verde nell'autunno 2018 e dovette accontentarsi di quel ridicolo 2,04% di deficit.

 

Non è che il discepolo di Guido Alpa e seguace di Padre Pio Travaglio si sia trasformato per magia, nel giro di un anno e mezzo, nel re dei negoziatori. È che al tavolo della trattativa aveva accanto due manganellatori che alla fine avrebbero ottenuto quello che volevano (pena la fine dell'Europa unita).

VERTICE UE CONTE RUTTE MERKEL MICHEL MACRON

 

È stata Angelona a buttare fuori dalla sala riunioni i ''frugali'' e a far scattare quella foto con Giuseppi, von der Leyen, Macron e Sanchez, per far capire ai riottosi paesi del Nord che in quella stanza c'erano i due terzi della popolazione e del pil europei e che quel negoziato sarebbe arrivato a una svolta in un modo o nell'altro.

 

La vittoria è di Merkel e dell'Unione Europea. L'Italia si può considerare trionfatrice per un paio di giorni o nelle veline di Casalino, ma la verità è che appena tornato a Roma il premier si è trovato Gualtieri ad aspettarlo, ed è stato messo davanti al problema principale del governo: i fondi.

roberto gualtieri

 

Essì, perché se Conte ha riferito a Mattarella l'intenzione di rinviare la decisione sul Mes a ottobre, dopo le regionali, per evitare l'implosione dei 5 Stelle, la cassa pubblica ha già raschiato il fondo del barile.

 

L'unica cosa che potrebbe cambiare sull'ex fondo Salva-Stati è se la Spagna, che si trova decine di nuovi focolai e potrebbe trovarsi costretta a chiedere i fondi.

 

Il ministro del Tesoro sta preparando l'extra-deficit da 20 miliardi da sottoporre al Parlamento, ma perché credete che il governo sia andato allo scontro con i commercialisti – in sciopero contro le tasse, una cosa mai vista – pur di confermare la scadenza fiscale del 20 luglio? Perché non c'è più il becco di un quattrino.

Gualtieri Conte

 

Il duo Conte-Gualtieri ha preferito fare la figura barbina di un rinvio di 20 miseri giorni delle scadenze fiscali, e ha spremuto le partite Iva pretendendo l'anticipo su un 2020 che finora è stato un bagno di sangue, il tutto per non dover ammettere, nel pieno delle trattative sul Recovery, che l'Italia non poteva permettersi di rinunciare a quegli F24.

 

rutte merkel ursula conte by osho

Se non sarà prorogato lo stato di emergenza, mancando i presupposti legali, non saranno prorogati neanche il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione, e la bomba sociale – che la ministra Lamorgese ogni giorno agita davanti agli occhietti del governo – è lì pronta a esplodere.

 

Senza Mes e in attesa dei soldi del Recovery che arriveranno nel 2021, che può fare il governo? Gualtieri ha davanti tre strade:

 

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

- Chiedere un anticipo dal bilancio dell'UE;

- puntare su rapide nuove tasse europee che non puniscano i cittadini ma le ricche multinazionali (americane), vedi la web tax;

- emettere subito altri titoli di Stato.

 

Ursula von der Leyen è favorevole ai bond ''perpetui'' (pagano gli interessi ma il capitale non viene mai restituito), perché non andrebbero ad accrescere il debito pubblico. Ma i soliti frugali si oppongono: se non possono usare la leva del debito eccessivo, non hanno più armi da usare contro Italia e soci.

 

massimo d'alema con roberto gualtieri

Probabilmente il ministro del Tesoro dovrà ricorrere a un mix di queste tre opzioni. Ma il punto centrale è che la questione dei fondi non è affatto risolta. La domanda principale è chi li gestirà?

 

Zingaretti vorrebbe affidarli ai singoli ministeri (in particolare lo Sviluppo Economico di Patuanelli, la Pubblica Istruzione di Azzolina, la Salute di Speranza, l'innovazione di Pisano), sotto il coordinamento del dalemone Gualtieri. Conte naturalmente li vuole gestire personalmente.

 

In mezzo c'è Di Maio che vorrebbe che fossere affidati al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fraccaro o, come lo chiamano tra i 5 Stelle, Fraccazzo da Velletri, un tipino che gioca su due tavoli: Giggino e Peppino.  

riccardo fraccaro luigi di maio 8

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...