migranti cei

EUROPA SPACCATA SULLA RIFORMA DEGLI ACCORDI DI DUBLINO - L’ITALIA SI ACCODA A UNGHERIA, REPUBBLICA CECA, SLOVACCHIA E POLONIA PER FAR SALTARE LA BOZZA PREPARATA DALLA BULGARIA - PER LA LEGA NELLA BOZZA DI COMPROMESSO C’È TROPPA RESPONSABILITÀ A CARICO DEI PAESI DI PRIMO INGRESSO E TROPPO POCA SOLIDARIETÀ (POSIZIONE CONDIVISA DA SPAGNA, GRECIA, CIPRO E MALTA) - MA ANCHE LA GERMANIA SOLLEVA I SUOI DUBBI…

JUNCKER TUSK

1 - SVEZIA,DESTRE IN UE RENDONO INTESA SU DUBLINO PIÙ DURA

(ANSA) - "L'Europa ha bisogno di un'intesa sulla riforma di Dublino, ma con le elezioni delle destre in Europa c'è un problema per raggiungere un compromesso oggi. C'è un clima politico più duro. Non si tratta solo dell'Italia, ma anche la Slovenia", ad esempio. Così il ministro alla migrazione svedese Helene Fritzon, al suo arrivo al consiglio europeo Affari interni, a Lussemburgo.

 

2 - GERMANIA, PROPOSTA RIFORMA DUBLINO NON CI PIACE

berlusconi orban

(ANSA) - La Germania "è aperta ad una discussione costruttiva" sulla proposta della presidenza bulgara per la riforma del regolamento di Dublino, "ma com'è attualmente non la accettiamo". Così il segretario di stato tedesco Stephan Mayer al suo ingresso al consiglio Affari interni, a Lussemburgo, dove il primo punto della discussione è dedicato alla riforma del sistema di asilo europeo. "Non c'è solo l'Italia ad opporsi, anche i Paesi Visegrad sono contrari, e il governo tedesco critica punti precisi", ha detto.

 

3 - MIGRANTI, L’ITALIA TROVA ALLEATI NEI PAESI DELL’EST: “STOP ALLA RIFORMA DEL REGOLAMENTO DI DUBLINO”

Marco Bresolin per “la Stampa”

salvini pozzallo 1

 

Da un lato del tavolo ci saranno la Germania, la Francia e i governi del Nord Europa. Dall’altro l’Italia e i Paesi del Sud a fianco del quartetto di Visegrad. Un’inedita alleanza mossa da un obiettivo comune: fare a pezzi la proposta di riforma di Dublino preparata dalla presidenza di turno bulgara, documento oggi in discussione al Consiglio Affari Interni di Lussemburgo.

 

Matteo Salvini non ci sarà, ma da Roma è partito l’ordine di tenere la linea dura: va respinto senza se e senza ma. In assenza di un accordo tra i 28, la palla passerà nelle mani di Donald Tusk, che chiederà ai leader di trovare una via d’uscita al Consiglio europeo di fine mese. Quello dell’esordio del premier Giuseppe Conte.

 

tendopoli migranti 1

L’Italia e i Visegrad in questo momento vogliono la stessa cosa (respingere la proposta sul tavolo), ma con motivazioni diametralmente opposte. Secondo Roma nella bozza di compromesso c’è troppa responsabilità a carico dei Paesi di primo ingresso e troppo poca solidarietà (posizione condivisa da Spagna, Grecia, Cipro e Malta).

 

Per Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia (a cui si è aggiunta l’Austria) è l’esatto contrario. Poco importa: in questa fase è necessario mantenere solida questa «strana alleanza» per far saltare il tavolo. Da domani riemergeranno gli interessi contrapposti. 

 

migranti

Francia e Germania difendono invece il lavoro fatto dai bulgari, considerato un buon compromesso. Del resto, fa notare una fonte diplomatica, «se il testo trova l’opposizione sia dei mediterranei sia dei Visegrad, significa che è equilibrato». Parigi e Berlino hanno un obiettivo: chiudere la riforma del diritto d’asilo entro fine giugno, senza ulteriori rinvii. Per questo oggi chiederanno ai ministri di salvare la proposta bulgara e portarla al Consiglio europeo come base di discussione.

 

migranti

Ma il sostegno dei governi alla bozza di Dublino IV è sempre più debole. Per i mediterranei sono eccessivi gli otto anni di «responsabilità stabile» sui migranti da parte dei Paesi di primi ingresso e ci sono troppi oneri sul fronte dei controlli. Tutto ciò senza che ci sia un’adeguata compensazione sul lato della solidarietà: la redistribuzione obbligatoria scatterebbe solo in casi veramente eccezionali e comunque dopo un via libera dei governi. 

 

Secondo Francia e Germania, però, le discussioni si trascinano da troppo tempo. E la finestra di giugno è vista un po’ come l’ultima spiaggia. «Senza un accordo al prossimo Consiglio europeo - riassume un diplomatico - non riusciremo a completare la riforma entro questa legislatura». L’Austria, che guiderà il semestre Ue da luglio, ha già detto che vuole prima concentrarsi sulla dimensione esterna del fenomeno immigrazione.

naufragio migranti lampedusa

 

Servirà molto tempo per trovare un nuovo accordo, quindi. E poi il Consiglio dovrà anche sedersi al tavolo negoziale con il Parlamento europeo, che ha già approvato una proposta in cui sono previste le quote obbligatorie. Pensare di chiudere entro le prossime Europee (maggio 2019) sembra dunque impossibile.

 

migranti lampedusa 3

IL SISTEMA ATTUALE 

Senza un’intesa, resterebbe in vigore l’attuale sistema di regole Dublino III. Senza quote e senza i rigidi vincoli sui controlli. «Ma a quel punto - dice un diplomatico di un grande Paese - rimarrebbero anche i controlli alle frontiere interne di Schengen, necessari per evitare i movimenti secondari di migranti da un Paese all’altro».

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…