UNO, NESSUNO, CENTOMILA RENZI - SI MOSTRA IN BICI MA HA LA MACCHINA PARCHEGGIATA DIETRO L’ANGOLO, FA FINTA DI STARE A FIRENZE, INVECE, È AD ARCORE DAL CAV: LA RESISTIBILE ASCESA DELLO ‘ZELIG’ DEL LUNGARNO

Estratti del libro ‘Matteo il conquistatore' di Alberto Ferrarese e Silvia Ognibene
In libreria un nuovo libro su Matteo Renzi scritto da Alberto Ferrarese e Silvia Ognibene, due giornalisti che seguono il rottamatore da anni rispettivamente per Asca e Reuters. E lavorare per le agenzie di stampa significa seguire un politico e scoprirne anche il lato più personale, quello che raramente viene mostrato. Da questo lavoro nasce "Matteo il Conquistatore", la vera storia di un'ascesa politica del quale pubblichiamo alcuni stralci.

Arriva in bicicletta, ma svoltato l'angolo prende la macchina. Sfoggia grandi sorrisi in pubblico e riserva tremendi cazziatoni ai suoi collaboratori. Dice che va a sciare, mentre in realtà è a prendere il sole alle Maldive. Questo è Matteo Renzi. A una pubblica virtù spesso corrisponde un vizio privato.

La passione di farsi vedere in sella alle due ruote

A partire dalla amata bicicletta. A Renzi piace tanto mostrarsi in bicicletta. Alle conferenze arriva quasi sempre su due ruote, da buon sindaco di una smartcity. Ma a volte, si legge nel libro, a favore di operatori e fotografi il rottamatore non disdegna un trucco: la macchina (elettrica) parcheggiata dietro l'angolo. Il cambio è rapido: scende dall'auto prende le due ruote e si mostra a telecamere e fotografi. Poi oplà, di nuovo in bici. Destinazione? L'auto dietro l'angolo dove affida le due ruote superecologiche a un assistente che riporta il mezzo in Palazzo Vecchio, mentre Renzi sale in macchina.

Anche quando gira l'Italia per gli appuntamenti politici, evita il più possibile di arrivare davanti alla fila di telecamere in auto, men che meno seguito da quello che lui definisce "il codazzo", ovvero il gruppetto di fedelissimi e assistenti che lo accompagnano. Accade spesso che auto e codazzo si fermino poco prima, il sindaco giunga da solo al luogo del comizio, giacca sulla spalla e sorriso smagliante. Il codazzo si disperde e i componenti arrivano alla spicciolata, evitando di dare nell'occhio. Un ragazzo normale che però è abilissimo nel dettare i tempi alle agenzie di stampa, a farsi rincorrere dai fotografi, a rilasciare dichiarazioni in favore di Tg.

"Oggi sono in Comune" E invece è a sciare

Di tanto in tanto, Renzi non disdegna neppure una bugia: la più famosa è legata alla B di Berlusconi. Il 6 dicembre 2010 l'ufficio stampa invia (in buona fede, non lo sapeva) il consueto sms ai cronisti: ‘Oggi Renzi non ha impegni particolari in agenda'. Era invece ad Arcore a pranzo con il leader del Pdl e quando la notizia uscì seguirono furiose polemiche.

Altra bugia non da poco è quella con cui fu nascosto il viaggio a Berlino dell'11 luglio 2013 per incontrare la cancelliera Angela Merkel. L'ufficio stampa, questa volta consapevolmente, comunicò soltanto il saluto di Renzi a un evento della Scuola di Scienze Aziendali, glissando sugli impegni del sindaco nel resto della giornata. Un'altra bugia ha avuto meno conseguenze politiche: un giorno Renzi era ufficialmente al lavoro in Palazzo Vecchio, ma in realtà passò la giornata a sciare all'Abetone con la famiglia. Una sostenitrice lo smascherò: appena avvistato sulle piste pubblicò su facebook la notizia. A sciare, invece, disse di andare nel marzo 2009, quando in realtà era in viaggio alle Maldive con la famiglia.

Grandi sorrisi agli estranei grandi sfuriate allo staff

Alla voce C dell'alfabeto di Renzi ci sono i cazziatoni. A dispetto dei grandi sorrisi che sfoggia in pubblico, di Renzi si dice che a volte perde le staffe con i suoi collaboratori. Succede che, quando qualcosa non va, chiami al telefono il responsabile, o si presenti improvvisamente nel suo ufficio, e giù sfuriate memorabili. Non è concesso diritto di replica". Ironia della sorte, Renzi aveva affibbiato al suo predecessore l'appellativo che gli autori hanno poi scelto per lui: William: così con i suoi, in privato, Renzi ha definito il segretario provvisorio del Pd Guglielmo Epifani, qualche volta aggiungendo anche un appellativo: "il Conquistatore". Vizi privati, pubbliche virtù del neosegretario del Partito Democratico, ex rottamatore oggi mattatore.

 

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