gherardo colombo - antonio di pietro - piercamillo davigo

"MANCAVA SOLO DAVIGO PER GUARDARE CON MESTIZIA A CIO' CHE UN TEMPO ERA IL MITICO POOL DI MILANO" - FACCI: "DI PIETRO È LEGGERMENTE SPUTTANATO E FA IL CONTADINO, GERARDO D'AMBROSIO È DIVENTATO SENATORE DI SINISTRA E POI È MORTO, FRANCESCO SAVERIO BORRELLI È MORTO ANCHE LUI (CON MOMENTI DI RESIPISCENZA CHE MOLTI HANNO CERCATO DI RIMUOVERE) MENTRE GHERARDO COLOMBO È ANDATO IN PENSIONE DOPO UNA TRASCURABILE PARENTESI IN RAI E DA RASSEGNATO EDUCATORE CIVICO. A REGGERE LO SCETTRO RESISTEVA SOLO DAVIGO CHE…"

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

filippo facci

In effetti mancava solo «Pierbirillo Davigo» (lo chiamavano così) per guardare con mestizia definitiva a ciò che un tempo era il mitico «pool» di Mani pulite, quello che a suo tempo demolì una Repubblica ma oggi ci costringe di continuo a revisionismi storico/giudiziari.

 

A reggere lo scettro del duro e puro resisteva appunto Piercamillo Davigo, mentre Antonio Di Pietro è leggermente sputtanato e fa contadino, Gerardo D'Ambrosio è diventato senatore di sinistra e poi è morto, Francesco Saverio Borrelli è morto anche lui (pronunciando frasi inquietanti che vedremo) mentre Gherardo Colombo è andato in pensione dopo una trascurabile parentesi in Rai e da rassegnato educatore civico.

il pool di mani pulite: di pietro, greco, davigo

 

Davigo come non vorrebbe essere ricordato? Non certo come uno che comunicava notizie riservate a un parlamentare dei Cinque Stelle in un sottoscala del Csm. Né come uno che ignorasse o violasse procedure, come l'hanno accusato d'aver fatto due suoi ex colleghi, non da soli. Come uno che dice di aver consegnato qualcosa a qualcuno, tipo il vicepresidente del Csm David Ermini, col vicepresidente Ermini poi a smentire tutto.

 

Come uno la cui segretaria - proprio la sua, guarda caso - finisce indagata per aver passato materiale istruttorio a un giornale - guarda caso, un giornale molto amico- come Il Fatto Quotidiano. Già: ma per che cosa vorrebbe essere ricordato, uno come lui? Non possiamo saperlo. Non certo per esser stato cresciuto da una zia che si chiamava Benita e che è stata indicata come «rigida e autoritaria».

GHERARDO COLOMBO - ANTONIO DI PIETRO - PIERCAMILLO DAVIGO

 

PIANO INCLINATO

Non certo per leggende, tipo una scritta da un collega del Messaggero, Fabrizio Rizzi, secondo la quale un Piercamillo 13enne alla stazione di Mortara «sfidò la morte e bloccò un treno sui binari». E forse neppure per certe frasi che ha pronunciato o per altre che non ha neppure pronunciato.

 

Per molti resta quello che dopo il suicidio del parlamentare Sergio Moroni disse che «le conseguenze dei delitti devono ricadere su chi li ha commessi, non su chi li ha scoperti». Poi c'è tutta una serie di frasi tipo «gli innocenti sono tutti colpevoli non ancora scoperti», ma è tutta schiuma.

 

davigo di pietro colombo

Come lo è il suo aver detto «rivolteremo l'Italia come un calzino» anche se quella frase in realtà non la disse mai: si limitò a riprendere una frase pronunciata da Giuliano Ferrara. Ma che l'avesse detta lui, per qualche ragione, continua a risultare credibile a tutti. Ne ha pronunciate altre di frasi, forse più emblematiche.

 

La presunzione d'innocenza: «I politici che delinquono vanno mandati a casa senza il bisogno di attendere il giudizio definitivo». La corruzione: «Abbiamo preso le prede più lente e quelle più veloci l'hanno fatta franca». I magistrati scansafatiche: «Quelli italiani sono quelli che lavorano di più in Europa». I loro errori e negligenze: «Dipendono da carichi di lavoro che non hanno equivalenti negli altri Paesi».

 

GHERARDO COLOMBO ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO

Per che cosa vuole essere ricordato? Il problema è la memoria, anzi «il vizio della memoria» titolava un libro di Gherardo Colombo. Ma il tormentato Colombo è il primo a sapere come funzionava Mani Pulite: c'era Di Pietro che martellava ma la situazione si è modificata nel corso del 1994 quando le collaborazioni - usiamo parole testuali di un altro parziale ex di Mani pulite, Francesco Greco - «diminuirono fino a cessare fu lo stesso Di Pietro a dire che non arrivava più acqua al suo mulino».

 

E l'acqua, a dirla tutta, arrivava al mulino direttamente dal carcere. Era il carcere, irrogato o temuto, che stimolava le collaborazioni. Era il carcere, coi suoi effetti, che era venuto a mancare durante quel cambio di stagione. E che cosa ha detto Gherardo Colombo nel maggio dell'anno scorso? «Il carcere è da abolire. La prigione oggi è disumana e incoerente con la Costituzione, ed educa a ubbidire e non a ragionare».

piercamillo davigo antonio di pietro

 

Quel gran signore Francesco Saverio Borrelli, ancora da lucidissimo, ebbe momenti di resipiscenza che molti hanno cercato di rimuovere. Nel 2011 disse pubblicamente: «Se fossi un uomo pubblico di qualche Paese asiatico, dove come in Giappone è costume chiedere scusa per i propri sbagli, vi chiederei scusa: scusa per il disastro seguito a Mani Pulite. Non valeva la pena di buttare all'aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale».

 

Qualche anno prima aveva detto che alla fine di Mani pulite «apparve chiaro che il problema della corruzione non riguardava solo la politica, ma larghe fasce della società, insomma investiva gli alti livelli proprio in quanto partiva dal basso». Parole simili ad altre messe per iscritto da Piercamillo Davigo: «Le vicende che mi hanno più impressionato non sono state quelle delle grandi tangenti... Sono le piccole vicende a deprimermi. Mi sono capitati due o tre processi dove centinaia di persone hanno pagato per non fare il servizio militare. Eppure tutti i giovani venivano da buone famiglie che li finanziavano Questo la dice molto lunga sulla diffusione di certi comportamenti».

 

DAVIGO - COLOMBO - DI PIETRO

Chiudiamola qui. È inutile raccontare il piano inclinato di Antonio Di Pietro: basta guardarlo, ha somatizzato tutto, la sua faccia non mente e non ha mai mentito. È rimasto il personaggio incespicante e tristanzuolo che ha lamentato «la desolazione dell'opinione pubblica che non crede più che possa cambiare qualcosa».

 

Non grazie a Mani Pulite, almeno: che ha fatto piazza pulita di partiti, istituzioni, simboli, reputazioni, rispetto dei ruoli, soprattutto ha smembrato quel poco di tessuto civico che la nostra giovane democrazia aveva faticosamente ordito, e che il detersivo rivoluzionario ci ha restituito bianco e pulito come un cencio inservibile. E sul Pool di Mani pulite, sipario.

di pietro colombo davigoDAVIGO DI PIETRO COLOMBO

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...