AVERE LA FACCIA COME IL CU…CCHI - GIOVANARDI: ''PERCHÉ DOVREI CHIEDERE SCUSA ALLA FAMIGLIA? NON MI VERGOGNO DI NULLA, LE PERIZIE HANNO SEMPRE ESCLUSO LA MORTE PER PERCOSSE, PRENDETEVELA CON LORO. BISOGNA CHIEDERE SCUSA ALLE GUARDIE PENITENZIARIE ASSOLTE DOPO 6 ANNI DI CALVARIO'' - MA ORA CI SONO ALTRI CARABINIERI INDAGATI PER FALSO, E ILARIA CUCCHI SI PREPARA A INCONTRARE IL MILITARE CHE L'HA DENUNCIATA PER DIFFAMAZIONE: ''ORA CHE LA VERITÀ È USCITA…''
1. CUCCHI: GIOVANARDI, PERCHÉ DOVREI CHIEDERE SCUSA A FAMIGLIA?
(ANSA) - "Non devo chiedere scusa alla famiglia Cucchi, perché dovrei farlo?". A porsi la domanda ai microfoni de "La Zanzara" è l'ex senatore Carlo Giovanardi che per anni difese i carabinieri criticando la sorella di Cucchi che sosteneva la tesi del pestaggio (Giovanardi nel 2016 proprio alla Zanzara disse: "Ilaria Cucchi dice che il decesso del fratello Stefano è stato causato dalle fratture? Davanti a 20 periti e 4 dei più grandi luminari che si sono pronunciati non credo certo agli asini che volano").
"Vedremo nel corso del processo se le botte dei CC sono state causa della morte", aggiunge. "Di cosa devo chiedere scusa? - insiste - Non mi vergogno di nulla, le perizie hanno sempre escluso la morte per percosse, prendetevela con loro". "Bisogna chiedere scusa alle guardie penitenziarie assolte dopo 6 anni di calvario", incalza. "Dissi che le guardie carcerarie erano vittime come Cucchi", ricorda l'ex esponente FI. "Tutte le perizie dicono che la prima causa di morte di Cucchi è stata la droga. Volevano intitolargli una strada, ma non è un benemerito del Paese e prima di condannare i carabinieri facciamo finire i processi, poi eventualmente paghino...".
giovanardi rappa contro fedez 3
2. ALTRI MILITARI INDAGATI PER FALSO, APERTA UNA NUOVA INCHIESTA
Valentina Errante per ''Il Messaggero''
Un altro fascicolo sui falsi e sul depistaggio. Ci sono già alcuni indagati, come il carabiniere che in aula ha ammesso di avere corretto una relazione sullo stato di salute di Stefano Cucchi. La procura di Roma va avanti per capire cosa sia accaduto durante le indagini all' interno dell' Arma, in prima pagina negli stessi giorni per lo scandalo dell' ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, ricattato da altri carabinieri.
«Solo contro una sorta di muro, come se non ci fosse nulla da fare, così mi sono sentito», ha detto Francesco Tedesco a verbale. Al pm Giovanni Musarò ha raccontato che quando era tornato a cercare le annotazioni di servizio, che aveva compilato sulla base dei consigli del collega Roberto Mandolini (anche lui imputato) e nelle quali denunciava il pestaggio di Cucchi, non era riuscito a trovarle. Il magistrato, che ha acquisito quegli atti, si è trovato sulla scrivania un fascicolo vuoto e all' interno un foglio, in corrispondenza dell' annotazione numero 79 del 22 ottobre 2009, un foglio con la dicitura occupato, come se qualcuno stesse utilizzando il documento e l' avesse momentaneamente prelevato.
Invece Tedesco racconta che a pochi giorni da quelle note, non aveva trovato più nulla: «Quello che avevo scritto sulla copertina interna del fascicolo era stato cancellato con due tratti di penna nera, tracciati in senso orizzontale. Mi resi conto che le due annotazioni erano scomparse e non c' era il foglio con la dicitura Occupato. Una delle due annotazioni avrebbe dovuto essere trasmessa in procura. Allora ho avuto paura».
LA NOTA CORRETTA
Ora per i fatti accaduti dopo la morte del giovane geometra è stato aperto un nuovo procedimento. Fra gli indagati nel nuovo filone figura Francesco Di Sano, che aveva redatto due annotazioni di servizio nell' ottobre 2009. Davanti ai giudici, Di Sano ammise di essere stato invitato a ritoccare il verbale. Inizialmente, il militare aveva scritto: «Cucchi riferiva di avere dei dolori al costato e tremore dovuto al freddo e di non poter camminare, veniva comunque aiutato a salire le scale...».
Poi invece aveva cambiato il testo: «Cucchi riferiva di essere dolorante alle ossa sia per la temperatura freddo/umida che per la rigidità della tavola del letto (priva di materasso e cuscino) ove comunque aveva dormito per poco tempo, dolenzia accusata anche per la sua accentuata magrezza». Una differenza sostanziale, secondo gli inquirenti.
3. TUTTI HANNO SEMPRE MENTITO ADESSO LA VERITÀ È VICINA IO PENSO SOLO A MIO FRATELLO»
Fulvio Fiano per il Corriere della Sera
La sete di verità di Ilaria Cucchi non si è placata con l' udienza di ieri. E la sorella di Stefano ha già in mente un' ulteriore tappa della sua rivincita in quella che definisce «una resa dei conti».
«Il 18 avrò di fronte il capitano Mandolini in un incontro di conciliazione per i 50mila euro che mi chiede sentendosi diffamato dalle mie accuse. Dopo il verbale di Tedesco è ancora sicuro di sostenere questa posizione?».
L' inchiesta bis, i carabinieri indagati, le prime rivelazioni in aula e le nuove prove del pm Musarò in un crescendo sfociato nella ammissione del pestaggio. Che giorno è questo per lei e per il «caso Cucchi»?
«Una giornata importantissima perché anche in un tribunale è finalmente emersa chiara ed evidente la verità su quanto è successo. È stato drammatico leggere una descrizione così dettagliata di cose che sapevamo ma potevamo solo immaginare. Ed è altrettanto drammatico trarne la rinforzata consapevolezza su quello che è successo dopo».
È sufficiente la definizione di omertà tante volte usata in questi anni?
«Non c' è stato solo un colpevole silenzio ma qualcosa di più grave. Siamo di fronte a una richiesta esplicita di modificare atti scritti e testimonianze. Tutte le persone coinvolte hanno mentito ed è sempre più chiaro che questo è stato loro chiesto sulla nostra ma anche vostra pelle».
Secondo Fabio Anselmo, l' avvocato della famiglia Cucchi, Tedesco non poteva non dire quello che ha detto date le prove ormai schiaccianti. Ma proprio per questo risulta ancora più credibile. Lei come giudica il suo cambio di versione: è un pentimento o una strategia processuale?
«Pentimento non lo so, né posso giustificarlo. Ma in virtù di quanto emerso su quello che ha dovuto passare il carabiniere Casamassima (il primo a contraddire la verità ufficiale, ndr) penso di poter dire che lo capisco».
Proprio contro Tedesco lei si era scagliata quando scovò una sua foto «machista» su Facebook. Che effetto le fa oggi ascoltarne i toni quasi remissivi?
«Avevo appena appreso il suo nome e volevo scoprire la faccia di chi aveva picchiato mio fratello. Vederlo ostentare i muscoli mentre pensavo alla fragilità di Stefano scatenò una reazione che ritengo umana».
Quanto ha contribuito «Sulla mia pelle» a rinforzare la sua battaglia?
«Il film ha fatto molto perché restituisce la verità su un essere umano oltre che su una vicenda giudiziaria ormai chiara nella sua semplicità».
STEFANO CUCCHI E LA SORELLA ILARIA
Anche il ministro Salvini ha cambiato atteggiamento e le offre le sue scuse. È troppo tardi?
«Salvini non è l' unico che dovrebbe scusarsi. C' è chi ha fatto carriera insultandomi.
Anche gli avvocati degli imputati oggi avevano uno sguardo diverso. Ma l' unica persona a cui penso è Stefano e a quello che ha subito».
Cosa manca ancora?
«Io non mi aspetto niente, né abbasso la guardia. La verità è davvero vicina e pur sapendo che anche per me altra sofferenza arriverà ora riesco a svegliarmi la mattina senza il bisogno di chiedergli scusa per ciò a cui lo sto sottoponendo».