facebook

FACEBOOK COLA A PICCO A WALL STREET  CON LO SCANDALO DI CAMBRIDGE ANALYTICA E LE PRESSIONI DELLE AUTORITÀ AMERICANE E INGLESI SU MARK ZUCKERBERG - LA SOCIETÀ DI BIG DATA HA AIUTATO TRUMP NELLE LEZIONI DEL 2016 E HA GIOCATO UN RUOLO IMPORTANTE NEL VOTO SULLA BREXIT - COSA SAPEVA FACEBOOK DL FURTO DI DATI DI 50 MILIONI DI AMERICANI, USATI POI PER SPOT POLITICI MIRATI E PER INFLUENZARE GLI ELETTORI?

http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2018/03/19/AC8oqhEC-analitica_cambridge_facebook.shtml

 

zuckerberg e hughes a harvard

La bufera sul più popolare social network soffia sulle due sponde dell’Atlantico. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna chiedono infatti risposte all’amministratore delegato Mark Zuckerberg sul caso di Cambridge Analytica, la società di dati che ha aiutato Donald Trump nelle lezioni del 2016 e ha giocato un ruolo importante nel voto sulla Brexit.

 

Cosa sapeva Facebook dl furto di dati?

 

facebook 2

Al social media viene chiesto di fare luce e di dire esattamente cosa sapesse sul `furto´ di dati di 50 milioni di americani, usati poi per spot politici mirati e per influenzare gli elettori. Facebook ha oscurato Cambridge Analytica venerdì scorso, tre anni dopo aver scoperto che aveva infranto le regole del social network acquistando illegalmente i dati raccolti dall’app `thisisyourdigitallife´, messa a punta dall’accademico russo-americano Aleksandr Kogan. E su questi anni è concentrata l’attenzione di parlamentari e senatori americani e britannici, ai quali non sembra andare giù la spiegazione offerta dal social media, ovvero di aver ricevuto assicurazioni nel 2015 sul fatto che i dati erano stati cancellati.

Cambridge Analytica

 

Non è la prima volta che su Facebook si scatena una bufera per il suo ruolo `politico´. È però la prima volta che gli attacchi vanno direttamente al suo amministratore delegato che, in passato, si è impegnato pubblicamente a «riparare Facebook», guadagnandosi il soprannome di `Mr Fix´. «La smetta di nascondersi dietro la sua pagina Facebook», tuona il parlamentare britannico Damian Collins, che guida le indagini sulle interferenze politiche nell’ambito delle quali funzionari di Cambridge Analytica e Facebook sono stati sentiti.

 

brexit 6

«Scriverò a Zuckerberg e gli chiederò di comparire, o di far comparire un altro manager, davanti alla commissione» che si occupa delle indagini, spiega. Collins accusa anche l’amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Nix, di aver «deliberatamente» mentito davanti alla sua commissione il mese scorso, quando ha dichiarato che la sua società non aveva usato dati Facebook.

 

LA VITTORIA DI TRUMP SULLA STAMPA MONDIALE

Nix però respinge le critiche: «Abbiamo cancellato i dati Facebook quando siamo stati avvertiti di una possibile violazione delle regole del social media». Dello stesso tenore di Collins anche la senatrice democratica americana Amy Klobuchar. «Zuckerberg deve essere sentito dalla commissione giudiziaria del Senato su cosa Facebook sapesse esattamente» perché è ormai «chiaro che queste piattaforme non sono in grado di vigilare da sole». Critico anche il senatore repubblicano Marco Rubio: «Talvolta queste società crescono così rapidamente e ricevono dai media pubblicità positiva che iniziano a pensare di essere al di sopra delle regole che si applicano a tutti», evidenzia l’ex candidato alla Casa Bianca.

donald trump dichiara vittoria nella sua tenuta di mar a lago di palm beach in florida

 

Downing Street allarmata per abuso dati personali

 

Downing Street esprime «preoccupazione» per le notizie sulla violazione dei dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook che risultano essere filtrati a una società di consulenza britannica, Cambridge Analityca, e pare siano stati utilizzati per tracciare profili di elettori a scopo di propaganda sia negli Usa sia nel Regno Unito: in particolare a favore di Donald Trump.

 

La vicenda - che ha scatenato reazioni contro l’azienda di Mark Zuckerberg - ha spinto il governo di Londra ad anticipare il progetto d’interventi normativi più stringenti per la tutela dei dati sulle piattaforme online e per «mettere fine al Far West» dei giganti del Web, come scrive oggi il Daily Telegraph.

 

brexit 2

Un portavoce di Theresa May ha da parte sua riferito che la premier conservatrice è favorevole anche a un’indagine ad hoc dell’autorità di controllo del Regno sull’informazione sulle denunce della `gola profonda´ di Facebook che ha svelato il caso Cambridge Analityca e l’asserito abuso di dati per la cosiddetta «segmentazione psicografica» di milioni di utenti.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…