TE LA DO IO LA PRIMAVERA ARABA! - CRISTIANI COPTI NEL FORNO DELL’EGITTO “DEMOCRATICO” POST-MUBARAK: DOPO LA REPRESSIONE E I MORTI DI IERI, ALTA TENSIONE OGGI - FAI UN FILM IN IRAN? AHMADINEJAD NON GRADISCE: NOVANTA FRUSTATE E UN ANNO DI PRIGIONE A UNA ATTRICE - AVVISATE TOTTI, IBRA E LAVEZZI CHE SE ANDRANNO A GIOCARE IN ARABIA SAUDITA RISCHIANO L’ARRESTO: UN CALCIATORE COLOMBIANO ARRESTATO PER I TATUAGGI DAI SINISTRI AGENTI DELLA COMMISSIONE PER LA PROMOZIONE DELLA VIRTÙ E PREVENZIONE DEL VIZIO …

1 - STRAGE DI COPTI, ALTA TENSIONE AL CAIRO...
(AGI)
- Alta tensione al Cairo all'indomani della repressione della manifestazione dei copti che ha portato a scontri che hanno fatto almeno 25 morti e 213 feriti, per lo piu' appartenenti alla minoranza cristiana. Tra i morti, che per alcune fonti copte sono 36, ci sarebbero anche tre soldati. Prima dei funerali delle vittime, 3mila cristiani hanno bersagliato con una sassaiola gli agenti che presidiavano l'Ospedale copto e hanno dato alle fiamme numerosi veicoli. Il governo del primo ministro egiziano Essam Sharaf si e' riunito in seduta di emergenza e ha ordinato l'apertura di un'inchiesta sui disordini.

Altri scontri sono scoppiati mentre i manifestanti si dirigevano verso la cattedrale di Abbasiya, dove si sono svolti i funerali delle vittime. Il Supremo Consiglio delle Forze Armate, che ha preso il potere in Egitto dopo la caduta l'11 febbraio scorso del regime di Hosni Mubarak, ha ribadito che manterra' la guida del Paese finche' non saranno state create le condizioni per il passaggio delle consegne ad autorita' civili. E questo, ha avvertito in un comunicato ufficiale, "nonostante i tentativi di distruggere i pilastri dello Stato, e di seminare il caos per impedire la transizione".

La giunta ha inoltre annunciato di aver dato mandato all'esecutivo affinche' nomini una commissione d'inchiesta che "indaghi sull'accaduto e prenda i provvedimenti del caso". Sono iniziati gli interrogatori di una quindicina persone, sui circa 40 arrestati in relazione ai disordini: non si sa quanti tra essi siano i copti e quanti i musulmani.

Il governo, con l'obiettivo di placare gli animi, ha annunciato l'esecuzione di uno dei responsabili di un attacco nel 2010 contro una chiesa copta nel sud dell'Egitto, in cui ci furono sei morti. Mohammed Ahmed Mohammed Hussein, conosciuto anche come Hamam Kamuni, e' stato impiccato domenica.

Il premier, Essam Sharaf, dopo essersi recato nel quartiere in cui si sono verificati i disordini ha denunciato "mani nascoste, tanto in patria quanto all'estero, che cercano di ostacolare la volonta' degli egiziani di fondare una democrazia". D'accordo il patriarca ortodosso copto, Shenuda III: "I disordini sono stati causati da infiltrati". Una condanna delle violenze e' arrivata dai ministri degli Esteri dell'Ue, riuniti a Lussemburgo.

L'alto rappresentante dell'Ue, Catherine Ashton, ha affermato che "la liberta' di culto e' un diritto fondamentale che va rispettato". Il ministro italiano, Franco Frattini ha avanzato la proposta di "un dialogo interculturale e interreligioso con l'Universita' Al Azhar del Cairo". "Dobbiamo trovare un'istituzione autorevole nel mondo musulmano per dire un basta deciso e duraturo alle violenze contro i cristiani", ha spiegato.

2 - NOVANTA FRUSTATE E UN ANNO DI PRIGIONE. LA CONDANNA PER AVER RECITATO IN UN FILM...
Da Corriere.it

Novanta frustate e un anno di prigione per aver recitato in un film. È la condanna inflitta all'attrice iraniana Marzieh Vafamehr per aver interpretato il ruolo da protagonista di «My Teheran for Sale», film che racconta le difficoltà incontrate dagli artisti nella Repubblica islamica. La notizia è stata diffusa da un sito internet di opposizione: «Marzieh Vafamehr è stata condannata a un anno di prigione e 90 colpi di frusta», si legge su Kalame.com, secondo cui l'avvocato della donna ha presentato appello contro la condanna, emessa sabato scorso.

ARRESTATA A LUGLIO - Marzieh Vafamehr, moglie del regista e sceneggiatore, Nasser Taghvai, era stata arrestata lo scorso luglio dopo essere apparsa nel film «My Tehran for Sale», molto criticato dagli ambienti più conservatori iraniani. La pellicola, prodotta in collaborazione con l'Australia, racconta la storia di una giovane attrice che vive a Teheran, a cui le autorità vietano di lavorare in teatro.

La donna è quindi costretta a vivere in clandestinità per potersi esprimere artisticamente. Secondo l'agenzia di stampa Fars, il film non aveva ricevuto l'autorizzazione per essere proiettato in Iran ed era stato distribuito illegalmente. L'attrice è stata rilasciata a fine luglio dopo avere pagato una cauzione di cui non è stato rivelato l'importo. E dopo aver subito la punizione corporale.

3 - CALCIATORE ARRESTATO IN ARABIA SAUDITA: AVEVA TROPPI TATUAGGI...
Matteo Cruccu per "Corriere.it"

Ibrahimovic, Materazzi, Lavezzi e compagnia, attenti. Qualora decideste di svernare in Arabia Saudita, a caccia di un ultimo sontuoso contratto ( o di una facile panchina), fareste meglio a passare da un chirurgo. O ad andarci, in barba al caldo desertico, ben imbacuccati. Il motivo? Tutti costoro sono assai istoriati con tatuaggi di tutte le fogge. Ebbene, nel regno di Riyad la cosa non è affatto gradita. Al punto che si rischia la galera. Simil sventura è infatti toccata al povero calciatore colombiano Juan Pablo Pino, 24enne di belle speranze in forza al Nasr.

ARRESTATO - Anch'egli amante di decorazioni cutanee, andava per compere a braccia scoperte, con una banale t-shirt, in uno numerosi centri commerciali della capitale saudita, insieme alla moglie incinta. Ebbene è stato fermato ed arrestato dai sinistri agenti della Commissione per la Promozione della Virtù e Prevenzione del Vizio. Con la consorte, Pino è stato trattenuto negli uffici della Commissione, fintanto che non sono arrivati i dirigenti della squadra a "liberarlo".

Un arresto in realtà non a sorpresa: la commissione aveva già ammonito i pluritatuati calciatori. «I tatuaggi hanno effetti negativi sulla gioventù saudita. Comunichiamo alle società che devono avvertire tutti i giocatori stranieri con tatuaggi che devono coprirli prima di scendere in campo o di girare per le strade. Con magliette a maniche lunghe e pantaloni altrettanto lunghi, qualora detti tatuaggi fossero sulle gambe». Ora Pino (e moglie) vogliono abbandonare quanto prima il Regno. Istoriati calciatori nostrani, pensateci bene.

 

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