LENTICCHIE AMARE PER IL BANANA! FALLISCE IL BOICOTTAGGIO DEL VIDEO-SERMONE DI RE GIORGIO - E IL 2014 PUÒ ESSERE L’ANNO DELLE MANETTE

Amedeo La Mattina per "La Stampa"

Capodanno amaro per Berlusconi. Già dovrà vedersela con i servizi sociali e dare una cifra riconoscibile a un'opposizione in cui si trova in compagnia di un competitor (Grillo) scomodo. «Il Cavaliere è un po' sbandato, vive sempre con l'incubo di essere arrestato e non riesce a mandare giù il fatto che non abbia il passaporto per andare all'estero» confida un ex ministro del centrodestra.

Un quadretto poco felice per un 2014 che dovrebbe essere invece all'insegna dell'attacco del governo e del capo dello Stato diventato il suo principale nemico. Ma quello che Berlusconi considera il suo più acerrimo nemico gli ha mandato il panettone di traverso con il boom di ascolti del suo messaggio di Capodanno.

Il Cavaliere non aveva organizzato il boicottaggio, ma aveva sperato che l'iniziativa di alcuni falchi avesse successo. Invece è stato un flop. L'idea era venuta all'ex deputato Giuseppe Moles, da sempre stretto collaboratore di Antonio Martino. Lo slogan era «il 31 dicembre spegni il Presidente e manda in onda il tricolore». «Una forma di dissenso spontaneo, libero, democratico: appendiamo la bandiera italiana alle nostre finestre e ai nostri balconi» contro le esternazioni del capo dello Stato.

Ma l'audience di Napolitano è cresciuto rispetto allo scorso anno. Moles deluso? «Se di fallimento politico si può parlare, bisogna guardare all'iniziativa di un partito politico come il Movimento 5 Stelle - spiega Moles - non la mia, che è stata del tutto personale. Anzi, io sono soddisfatto. Ho avuto 28 mila contatti. Poi mi sembra logico che il battage pubblicitario abbia attirato molti telespettatori. In ogni caso, la mia era una forma rispettosa di dissenso e sono riuscito nel mio intento».

All'iniziativa avevano aderito molti esponenti di Fi, tra quali Daniele Capezzone, Giancarlo Galan, Maurizio Bianconi e Simone Furlan, animatore dell'Esercito di Silvio. Ci aveva messo la sua firma anche il senatore Augusto Minzolini, che mette in discussione la validità dei rilevatori dell'auditel per trasmissioni come il messaggio di fine anno del capo dello Stato («servono di più per programmi di intrattenimento»).

A parte questa osservazione tecnica, l'ex direttore del Tg1 sostiene che far passare il dato di ascolto come un successo è «paradossale». «Ricordo che un recentissimo sondaggio di Ilvo Diamanti, pubblicato su Repubblica, parla chiaro: l'indice di popolarità del presidente Napolitano è in caduta libera di sei punti. Poi gli italiani si mettono davanti alla televisione e dicono "vediamo cosa dice il Presidente".

Ma questo non vuol dire condividere il suo messaggio e applaudire, come adesso si vuol far credere». Minzolini spiega di avere aderito all'iniziativa «per marcare la distanza da un presidente della Repubblica che rappresenta ormai una parte del minoritaria del Paese e del parlamento. È assurdo che Napolitano leghi il suo mandato alla sopravvivenza della maggioranza». E qui arriviamo alle critiche al capo dello Stato.

Se potesse, Berlusconi sottoscriverebbe molte delle affermazioni brucianti di Grillo. Ma non può. Significherebbe andare a rimorchio del leader 5 Stelle, offuscando il suo ruolo di opposizione che al Senato dovrebbe mettere in discussione la tenuta della maggioranza. «Hanno solo sette senatori di maggioranza: dobbiamo rendergli la vita impossibile, rendere l'aria irrespirabile», è la direttrice impressa al capogruppo Paolo Romani.

Dunque, presenza militarizzata in aula e in commissione. Fare le pulci a tutti i provvedimenti, rendere difficile un accordo sulla legge elettorale tra Renzi e Alfano. Tutto l'opposto delle raccomandazioni contenute nel messaggio di fine anno. Un messaggio considerato dall'ex premier del centrodestra «ipocrita e omissivo».

Non affronta le vere ragioni della crisi economica, dovendo proteggere e giustificare esecutivi (Monti e Letta) che non avrebbero il coraggio di alzare il tiro su Bruxelles e Berlino. Omissivo sulla vicenda che ha portato alla decadenza di Berlusconi, «come se fosse un mero incidente di percorso e non un colpo di Stato».

Dagli arresti domiciliari o dai servizi sociali, il capo di Forza Italia dice che non mollerà la presa. «A tutti prometto - scrive in un messaggio di auguri su Twitter e sul sito del partito - un impegno grandissimo». Bisognerà vedere quanto sarà effettivamente «grandissimo» e quale sarà il suo atteggiamento verso Napolitano di cui alcuni berlusconiani chiedono le dimissioni. Lo fa Santanchè che ha definito il discorso «deludente: unica nota positiva è che ha fatto intendere che non resterà per molto nella istituzione più costosa d'Italia».

 

 

manifestanti sperano in berlusconi in galera berlusconi, santoroRENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA dani del secco con napolitano

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