LA FAME INCALZA E L’ANTISEMITISMO RIALZA LA TESTA (RASATA)

Luigi Offeddu per il Corriere della Sera

«Non tollereremo alcuna manifestazione razzista o antisemita», aveva detto il primo ministro ungherese Viktor Orbán. E perciò aveva vietato il corteo indetto dal movimento di estrema destra Jobbik a pochi passi dal Congresso mondiale ebraico, che inizia oggi a Budapest. Scopo dichiarato di quel corteo: «Rendere omaggio alle vittime del razzismo e dell'antisionismo».

E scopo legittimo, ha dichiarato più tardi un tribunale, annullando il divieto governativo in nome della «libertà di manifestare». Così ieri mattina, dopo il balletto di «sì» e di «no», ecco il secolo scorso che torna nelle strade di una delle capitali più civili d'Europa: in centinaia, teste rasate e braccia tatuate con disegni di croci frecciate (simboli del partito antisemita che guidò l'Ungheria dall'ottobre 1944 al gennaio 1945), bandiere al vento con lo stemma delle Ss, e cori contro Israele, quelli di Jobbik hanno marciato nel cuore della città.

La polizia era presente in forze, ufficialmente aveva ricevuto l'ordine di intervenire alla minima aggressione. Non vi sono stati disordini: perché non vi sono state aggressioni, è una delle versioni, o perché si è voluto lasciare indisturbati i giovani estremisti, dice un'altra. Poco distante, alcune decine di persone hanno protestato contro il movimento Jobbik levando le immagini di poeti e scrittori ebrei ungheresi. Ma l'effetto prevalente, in quelle strade, è stato alla fine quello voluto da Jobbik. Le svastiche che sfilano indisturbate, nel maggio 2013 il nome «Auschwitz» è risuonato sulle labbra di qualche giovanotto tatuato.

«Pescano nelle fogne nella storia», è il commento di Michele Sarfatti, direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, uno dei massimi esperti sulla Shoa in Italia. Ma «se diamo tutte le colpe al solo nazionalsocialismo storico non arriviamo a capire l'Europa in cui viviamo». E certo, con l'ondata antisemita, c'entra la recessione: «Nelle grandi crisi - dice ancora Sarfatti - si cerca sempre un capro espiatorio: e gli ebrei, da circa duemila anni, sono pronti a questo uso».

Il Congresso ebraico, che dura 3 giorni e raccoglie 500 partecipanti, è stato convocato questa volta a Budapest per manifestare la solidarietà nei confronti degli ebrei ungheresi (oggi 100mila, nel 1944 mezzo milione, di cui oltre 400mila deportati e sterminati ad Auschwitz): a 70 anni da quegli orrori, con alcune loro organizzazioni, i figli e i nipoti di quegli ebrei denunciano un clima di discriminazione e di nazionalismo sempre più forte. Il governo smentisce.

E proprio per domani, al Congresso ebraico, è atteso un discorso di Orbán contro l'antisemitismo. Sarà presente anche una delegazione dell'Unione delle comunità ebraiche italiane: in Ungheria esiste «una situazione intollerabile», denuncia il suo presidente Renzo Gattegna, anche a causa «della miopia delle autorità governative che contribuiscono a questo clima con provvedimenti inadeguati che facilitano il proliferare di gruppi razzisti e antisemiti». Secondo il presidente del Congresso ebraico Ronald Lauder, gli incidenti «sono aumentati in maniera drammatica» sotto Viktor Orbán. Il governo smentisce ancora. E intanto, il passato non muore mai.

 

jobbik partito antisemita e anti rom ungheresejobbik partito antisemita e anti rom unghereseUngeria Gabor Vona Estrema destra Jobbik Ungeria Gabor Vona Estrema destra Jobbik Ungeria Gabor Vona Estrema destra Jobbik VIKTOR ORBAN

Ultimi Dagoreport

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...