UNA FELUCA, DUE STIPENDI – CRESCE LA MODA DEGLI AMBASCIATORI IN DISTACCO, CON DOPPI COMPENSI DA MINISTERI ED ENTI LOCALI – I PIÙ PAGATI SONO ZANARDI LANDI (QUIRINALE) E VARRICCHIO (PALAZZO CHIGI)

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

FEDERICA MOGHERINIFEDERICA MOGHERINI

Una carriera che a volta sembra davvero infinita. Già, perché spesso e volentieri, nonostante la pensione, gli ambasciatori nostrani riescono a riciclarsi in ogni dove, persino nei comuni e nelle regioni. Con sindaci e governatori che, sembrerebbe il caso di dire, sono ben disposti a creare la figura di “consigliere per gli affari internazionali” per fornire un comodo strapuntino. Un modo, evidentemente, per garantire alle feluche prosecuzione di carriera e compensi vari.

 

Ma sono soprattutto diplomatici non in “quiescenza” a popolare le stanze di “consigliere diplomatico” di cui sempre più stesso i ministeri si dotano, anche quando magari non sarebbe così necessario. Basta scorrere l’elenco dei consiglieri diplomatici custodito dal ministero degli esteri, oggi guidato da Federica Mogherini, per rendersene conto. Al momento si contano 27 diplomatici in distacco, di cui 12 presso altrettanti ministeri, 5 presso la presidenza della repubblica, 7 presso la presidenza del consiglio e 3 (in pensione) presso enti locali. Nella lista i casi più celebri sono quelli di Antonio Zanardi Landi e di Armando Varricchio.

 

AMBASCIATORE ANTONIO ZANARDI LANDI AMBASCIATORE ANTONIO ZANARDI LANDI

I casi

Il primo, già ambasciatore a Mosca e ancora prima presso la Santa Sede, adesso è consigliere diplomatico della presidenza della repubblica. Nel 2013, tanto per fornire una piccola nota di curiosità, fece scalpore la sontuosa festa organizzata da Zanardi Landi al castello medievale di Rivalta per i 18 anni della figlia Benedetta, con più di 700 invitati. Il secondo, Varricchio, è stato ambasciatore a Belgrado. Successivamente è finito a fare il consigliere diplomatico dell’ex presidente del consiglio Enrico Letta, ruolo nel quale è stato confermato da Matteo Renzi.

 

armando varricchio armando varricchio

Ma la vera ambizione di Varricchio, secondo rumors che si rincorrono con una certa insistenza, è quella di essere nominato ambasciatore a Washington. La particolarità è che i consiglieri diplomatici distaccati percepiscono uno stipendio a cui concorrono l’amministrazione di provenienza, ovvero la Farnesina, e quella di destinazione. Zanardi Landi, per esempio, tra stipendio base, indennità di vacanza contrattuale e anzianità percepisce dal ministero degli esteri 115 mila euro lordi. A cui, però, si devono aggiungere i soldi corrisposti dal Quirinale in termini di risultato.

 

FARNESINAFARNESINA

Di recente la presidenza della repubblica ha comunicato che ai consiglieri è riconosciuta un’indennità di comando equiparata all’indennità del segretario generale, pari a 141 milia euro lordi l’anno. Fermo restando il tetto dei 240 mila euro. Varricchio, dal canto suo, è accreditato di un compenso di 93 mila euro dalla Farnesina, a cui aggiunge un emolumento che però ieri gli uffici di palazzo Chigi, su espressa richiesta de La Notizia, non sono stati in grado di comunicare.

 

palazzo del quirinale palazzo del quirinale

Gli altri
Naturalmente lo stipendio base versato dagli Esteri dipende dalla posizione gerarchica occupata. Zanardi Landi e Varricchio, in quanto ambasciatori, intascano i compensi più pesanti. Subito dopo ci sono i ministri plenipotenziari, che in alcuni casi però prendono come gli ambasciatori. E’ questo il caso di Mario Cospito, consigliere diplomatico del ministero dello Sviluppo, accreditato di un emolumento di 96 mila euro a cui aggiunge il compenso assegnato dal dicastero guidato da Federica Guidi.

 

Palazzo ChigiPalazzo Chigi

Stessa entità di compensi anche per altri ministri plenipotenziari come Stefano Pontecorvo (Difesa), Gianluigi Benedetti (Istruzione) e Nicoletta Bombardiere (palazzo Chigi). Tra i diplomatici in quiescenza, che prendono quindi la pensione dall’Inps e il gettone dell’amministrazione presso la quale lavorano, si segnalano Giovanni Maria Veltroni (consigliere diplomatico del ministero della salute), Rosa Coniglio Papalia (consigliere per gli affari internazionali del comune di Roma), Federico Di Roberto (consigliere per gli affari internazionali della Liguria) e Franco Giordano (consigliere diplomatico del comune di Torino). Siamo sicuri che siano tutti necessari? Dal ministero degli esteri fanno sapere che sono sempre i ministeri a chiedere i distacchi.

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?