LA CARICA DEI 101! DOPO ESSERSI FATTO UN GIRO IN PRIMA PAGINA SPARANDO “RENZI CAPO DEI 101”, FASSINA IN DIRETTA TV FA MARCIA INDIETRO. E SPOSETTI S’INCAZZA PER SCHERZO (MA NON TROPPO): “NON HA DETTO CHE IL CAPO ERO IO? ORA DEVO QUERELARLO…”
1. Nonleggerlo @nonleggerlo
#Fassina sgancia la bomba Renzi-101, "senza prove", e mo' si rimangia tutto: bisogna occuparsi "delle cose che uniscono". #piazzapulita
2. SPOSETTI RIVENDICA (PER SCHERZO) LA PATERNITÀ DEI 101
Il senatore Ugo Sposetti in missione quirinalizia alla Camera del deputati scherza con i giornalisti: “Devo querelare Stefano Fassina! Ha detto che il capo dei 101 franchi tiratori che impallinarono Prodi fu Matteo Renzi… Ma come, non ero io il capo? Sandra Zampa ci ha persino scritto un libro sopra…”. E’ uno scherzo ovviamente, ma rivela come i democratici non riescano a chiudere la ferita dell’aprile 2013, quando oltre un centinaio di grandi elettori pd votarono in dissenso dal gruppo. (M.Gu.)
verdini e sposetti al ristorante
3. IL RITORNO DI SPOSETTI SULLA SCENA DEL DELITTO
Sebastiano Messina per “La Repubblica”
Lunedì 26 gennaio, Santi Timoteo e Tito. Di questa lunga vigilia delle presidenziali, quello che senatori e deputati ricorderanno a lungo saranno le interminabili votazioni in serie: sono tutti inchiodati allo scranno per votare – emendamento dopo emendamento – l’Italicum e la riforma della Costituzione.
Oggi pomeriggio, a Palazzo Madama, il salone Garibaldi era deserto come il sabato mattina. E persino nel Transatlantico avvistare un deputato era diventato un evento. Erano tutti in aula. A un certo punto un piccolo assembramento, lento e compatto come una scolaresca in visita, si è diretto verso l’aula: erano i cronisti che assediavano Bersani per strappargli una dichiarazione, una frase, o almeno un segnale per Renzi.
Stefano Fassina e Matteo Orfini
Ma l’ex segretario di Quirinale non voleva sentir parlare, e aveva voglia di commentare solo il successo di Tsipras, protagonista di una trionfale “non-vittoria” (149 seggi su 300) più fortunata della sua, che a quell’ora lo aveva già portato a giurare come premier.
Nel vuoto di questi saloni semideserti, un solo deputato può diventare primattore per cinque minuti. Come il grillino Fico, che alle domande dei giornalisti sul rifiuto di incontrare Renzi al Nazareno rispondeva con la posizione ufficiale dei Cinquestelle, aggiungendo però un finale melodrammatico: «Non torneremo sul luogo del delitto!».
E invece ieri qualcun altro è tornato sul luogo del delitto: Ugo Sposetti. Pur essendo un senatore, ha passato il pomeriggio alla Camera. Proprio lì dove due anni fa – secondo i prodiani – organizzò la congiura dei 101 che bloccò l’ascesa del Professore al Quirinale, con una tempesta perfetta di telefonate ed sms. Lui stesso un giorno raccontò: «Mi hanno regalato il poster del film, La carica dei 101 . Bellissimo. L’ho appeso nel mio studio».
Sposetti, lo sanno tutti, non è uno che ama perdere tempo. Lui che è stato il tesoriere dei Ds, il co-tesoriere dell’Ulivo e il co-tesoriere dell’Unione - prima di diventare il dominus della “Associazione Enrico Berlinguer delle fondazioni democratiche”, ovvero la holding delle 70 fondazioni- cassaforte che custodiscono tutti i beni dell’ex Pci Pds-Ds – è ormai la vera eminenza grigia della Ditta, l’uomo a cui per molti è difficile dire di no.
Dunque cosa veniva a fare alla Camera, invece di stare al suo posto al Senato a votare l’Italicum? Mistero. Ha confabulato un po’ con Bersani. Ha chiesto a un compagno di partito com’era andata l’assemblea dei deputati con il segretario. Poi ha fatto due chiacchiere con i giornalisti, con la solita premessa: «A patto che non scriviate nulla. Con voi meno si parla, meglio è».
Naturalmente tutti ci siamo chiesti per quale candidatura – o contro quale candidatura – stesse lavorando. Ma se provavi a chiederglielo, Sposetti ti squadrava con la sua aria furba e navigata, e capivi che stava pensando: ma davvero, povero grullo, pensi che lo vengo a raccontare a te, quello che sto facendo?
Poi ha avvistato il veltroniano Andrea Martella e gli è venuta un’idea: «Adesso vado da lui – ha annunciato, sorridendo sotto i baffi - e gli dico: senti, se quei voti che stai raccogliendo non ti servono più, io saprei consigliarti a chi darli… ». Così ci ha salutato in fretta, e si è allontanato verso il suo bersaglio.