FATTI PIU’ ALLAH - IN ITALIA E’ BOOM DI CONVERTITI E GLI “IMAM DAGLI OCCHI BLU” RECLUTANO CHE E’ UN PIACERE

Barbara Ciolli per "Lettera43.it"

Prima di andare in Tunisia, Daniele Parracino, convertito ad Allah 30 anni fa ed ex vicepresidente del Centro di cultura islamica di Bologna, distribuiva pasti ai poveri con i preti della chiesa di San Giacomo Maggiore.

A Milano, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, imam della moschea di via Meda e italiano con madre giapponese, è il vicepresidente della Comunità religiosa islamica (Coreis) impegnato nel dialogo interreligioso tra fedi.

E poi ancora l'imam ligure Hamza Roberto Piccardo, classe 1952, scrittore e anima della moschea di Imperia, è tra i fondatori dell'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii), del quale è oggi portavoce.

70 MILA ITALIANI ISLAMICI
Come loro sono tanti, sempre di più, gli italiani che pregano Allah durante il sermone del venerdì: 70 mila, secondo le stime fatte nel 2012 dall'Ucoii. Un boom che corre al ritmo di 4 mila nuove conversioni l'anno. Poco meno delle 4.500 nuove adesioni in Germania e delle 5 mila della Gran Bretagna.


Tra i fedeli dell'ultim'ora, ci sono i musulmani di seconda generazione, ragazzi nati da famiglie straniere che vivono nel Paese. Ma il grosso riguarda le migliaia di italiani approdati all'Islam attraverso percorsi personali, spesso dopo anni di ateismo, in fuga dalla religione cattolica e spesso attratti da dottrine esoteriche e occultiste.

BOOM DI CONVERSIONI
Un magma ancora indistinto, nel quale è necessario fissare paletti e stabilire regole, per evitare generalizzazioni sbagliate. Ma anche pericolose devianze. A questo grande fiume - popolato da studenti, mogli di musulmani, operai incuriositi dal collega di turno con il Corano, ma anche professionisti, imprenditori e insegnanti - apparteneva infatti anche il 20enne Giuliano Ibrahim Delnevo, indagato nel 2008 per terrorismo e morto in Siria come combattente della jihad, dopo essere finito in giri sbagliati. Tra passione per l'Islam e disagio sociale

La linea di demarcazione corre lungo il crinale tra estremismo e tolleranza.
Separare il grano dal loglio è difficile, a volte impossibile, specie nei centri islamici sorti spontaneamente in garage e scantinati che spesso, soprattutto nelle piccole realtà, restano informali.

Dalle preghiere alle scuole coraniche non riconosciute, poi, il passo è breve. Per evitare la trappola dell'indottrinamento dei radicalisti infiltrati, «un conflitto nel conflitto, che divide gli stessi musulmani», come spiega a Lettera43.it il Foad Aodi, presidente della comunità del mondo arabo in Italia. «Occorre stringere un nuovo accordo tra Stato e religioni, regolarizzando l'esercizio anche di questa fede, come è accaduto con la confessione ebraica, facendo entrare gli italiani nelle moschee».

L'IDENTIKIT DEL CONVERTITO
Fare informazione è il primo passo, rivelando uno spaccato della società italiana che, per gran parte dell'opinione pubblica, è ancora inedito. Nascosto soprattutto a causa della diffidenza, eppure sempre più reale e vitale.

L'identikit del convertito musulmano è variegato. Dovendo generalizzare, «si tratta di persone di mezza età, single, dei più disparati ceti sociali», chiarisce Aodi. Sono uomini, ma anche tante donne e, tra i più giovani, studenti, appassionati di lingua e cultura araba o islamica, che alla fine diventano ferventi cultori di Maometto.

SPIA DEL DISAGIO SOCIALE
«Oltre alla fascinazione culturale», conclude il presidente della comunità del mondo arabo in Italia, «potremmo sintetizzare tre motivazioni di fondo: la fede in Allah, in seguito a una rivelazione; un conflitto spirituale con la precedente religione, in genere cattolica; infine, il disagio psicologico e sociale».

Quest'ultima categoria di soggetti deboli, o resi fragili da un periodo di difficoltà, sono le vittime ideali di manipolatori che, come in altri ambiti della società, popolano anche gli ambienti borderline di questa religione.

Europol e Digos li chiamano «gli imam dagli occhi blu», considerandoli un fenomeno di allarme sociale. Ma la maggioranza delle conversioni sono innocue e il loro motore è spesso un'autentica riscoperta della spiritualità, dopo anni di materialismo e consumismo sfrenati.

In Italia, stando ai dati dell'Ucoii e dal dossier Caritas Migranti del 2011, vivono circa 1,5 milioni fedeli dell'Islam, per un totale di 550-600 moschee, inclusi luoghi di culto fai da te.
Entro il 2050, si stima che possano esserci oltre 2,6 milioni di musulmani, guidati da circa 600 imam, tra predicatori a tempo pieno e altri divisi tra lavoro e preghiera, alcuni dei quali autodidatti.

Emblematica la storia del veneto Domenico Abdullah Buffarini, ex politico del Partito comunista italiano e massone, folgorato a 69 anni dalla fede nella mezzaluna. E, dal 2007, anche con un tappetino fisso nella moschea di Vicenza.

PREGHIERA IN ITALIANO
In molti luoghi di culto islamico, la preghiera del venerdì si recita in italiano: tanti madrelingua, ogni giorno, si levano ormai al canto del muezzin.
«Nella religione islamica l'imam non è un'autorità religiosa, ma un devoto esperto nei rituali, per questo non è obbligatorio frequentare una scuola», racconta Izzeddin Elzir, presidente dell'Ucoii, «anche se la nostra comunità preferisce predicatori formati».
Alcuni di loro sono andati a Padova, a frequentare la prima scuola per guide islamiche in Italia, promossa dall'Organizzazione internazionale musulmana per l'educazione (Isesco).

LA SCUOLA DEGLI IMAM
Nella stessa città, dal 2012, l'università cittadina ha attivato un master in Studi sull'Islam d'Europa, sostenuto, tra gli altri, dalle Acli Veneto, al quale si sono iscritti imam da tutto il Nord Africa.

«All'inizio degli Anni 90 i musulmani in Italia erano poco più di 150 mila», ricorda Elzir. «Il clima è cambiato, sia per i flussi migratori sia per le nuove conversioni. Tra loro ci sono molte donne, ma il panorama è vasto e in via di stabilizzazione».
A fronte di un calo di credenti dei Paesi islamici, che per la crisi tornano nei luoghi d'origine o si spostano in Europa, crescono gli italiani.

«Fa parte della natura umana cercare una fede, forse in questa tendenza incide anche la crisi economica e morale dell'Occidente», spiega Elzir «lo Stato non è ancora maturo per equiparare tutti i culti alla religione cattolica. Ma in una società già viva e libera, ognuno evidentemente trova la sua risposta».

 

Giuliano Ibrahim Delnevo Giuliano Ibrahim Delnevo FEDELI IN PREGHIERA ALLA MOSCHEA DI ROMA FEDELI IN PREGHIERA ALLA MOSCHEA DI ROMA

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...