1- CHE FINE HA FATTO IL MOVIMENTO LANCIATO DAL MONTEZEMOLO E POMPATO DAL CORRIERE? 2- LA “BOLLA” È SCOPPIATA, L'IMPLOSIONE È DIETRO L'ANGOLO, LO SGRETOLAMENTO IN ARRIVO. IN PIEDI SONO RIMASTI I QUATTRO DELL'AVE MARIA (VECCHIONI, CALENDA, ANDREA ROMANO E PERILLO) I QUALI NON SI AMANO AFFATTO ANZI SI DETESTANO MA MARCIANO UNITI O MEGLIO MARCIAVANO UNITI AL GRIDO DI "ALLA CAMERA! ALLA CAMERA!" 3- MA LUCA-BLUFF È MOLTO PIÙ ABILE DI LORO, NON HA MAI AVUTO DUBBI CHE SAREBBE STATO MEGLIO NON ESSERCI ED ANZI ORA SI DILEGUERÀ E DI ITALIA FUTURA CHISSENEFREGA. MENTRE DIEGUITO DELLA VALLE E AIRONE PASSERA STANNO BEN DISTANTI

1- DAGOREPORT
Italia Futura è sempre di più sull'orlo di una crisi di nervi. Montezemolo non ha mai detto a nessuno che si sarebbe candidato alle prossime elezioni politiche e non lo farà. Punto.

Ma anche lui non è sfuggito al cerchio magico che si è composto accanto a lui fatto da persone che hanno un solo obiettivo, quello di monetizzare il lavora di questi mesi diventando deputati o senatori a tutti i costi soprattutto dopo che si sono dovuti rassegnare al fatto che l'ex portaborse dell'Avvocato non sarà in campo.

I quattro dell'Ave Maria del cerchio magico si chiamano Federico Vecchione, Carlo Calenda, Andrea Romano e Simone Perillo i quali marciano divisi su tutto, non si amano affatto anzi si detestano e sparlano l'uno dell'altro continuamente ma marciano uniti o meglio marciavano uniti al grido di "alla Camera! alla Camera!".

In questi mesi sono stati ultras berlusconiani, ultras casiniani, ultras dellavedoviani, affascinati dal potere e dall'ossessione di esserci ad ogni costo anche quello di parlare male del Montezuma "senza palle", una delle espressioni più ricorrenti che hanno ripetuto urbi et orbi.

Pensavano di dettar legge nei vari incontri ma sono stati respinti con perdite mettendo in cattiva luce il povero Sontezemolato e facendogli fare figure che il poveretto neppure immagina. Hanno prima teorizzato che l'amico dello Scarparo doveva essere candidato ideale di Berlusconi, hanno insistito che incontrasse il Cainano a palazzo Grazioli, come poi avvenne, salvo poi far cadere la scure di una pregiudiziale assoluta: mai con il Sultano di Hardcore che nel frattempo aveva fatto testare dalla sua sondaggista Ghisleri Luca Luca: una delusione di numeri...

I quattro dell'Ave Maria hanno pensato di andare a dar lezione a Pierfurby Casini che ci ha pure perso tempo (Cesa che li ha sempre pesati per quel che effettivamente sono, da professionista qual è, non li ha mai voluti incontrare) con la presunzione di dire ora fatti da parte che ci siamo noi e tu non puoi stare più sul palco.

Sono andati, come anime vaganti, a girare le sette chiese, con il cappello in mano per cercare di trovare spazi, ma hanno fatto un clamoroso buco nell'acqua. Hanno utilizzato quel famoso autosondaggio, dal titolo ardito del Corriere della Sera "la lista Montezemolo vale il 20%" (di cosa non vi era specificato) che suscitò vasta ironia ed ilarità in quanto era stata commissionata e pagata dal socio di Ntv Punzo.

Luca-Luca, nella sua immensa presunzione, pretendeva che il mondo politico ormai si inchinasse a lui, ma è rimasto molto deluso della poco calorosa accoglienza: se vuole diventare un soggetto politico, scenda dalla Ferrari, si candidi e poi dopo che ha preso i voti se ne parla. Di uomini della Provvidenza ne abbiamo già avuti abbastanza, dicono nel cerchio magico casiniano e dintorni.

Del resto solo loro potevano credere che Montezemolo si mettesse alla testa di una lista per competere alle elezioni politiche, con tutti i rischi che una scelta del genere, per uno come lui, si porta dietro. Hanno cercato di forzargli la mano in tutti i modi, volevano fare una grande convention nazionale il 14 luglio (presa della Bastiglia) e Luca Luca gli ha detto di "no!"

Volevano fare una mega riunione dei territori - quattro ragazzotti disorientati e qualche esponente della società civile in cerca di un taxi - almeno per annunciare che Italia Futura sarà presente alle prossime elezioni politiche, in tutte le circoscrizioni, con proprie liste e con il proprio simbolo ma Luca Luca gli ha detto di no!

Volevano fare almeno una riunione in cui si annunciasse che Italia Futura da think tank si trasformasse in partito e Luca Luca gli ha detto ancora "no!". Alla fine ha concesso soltanto dopo molte insistenze di stringere poche mani, il meno possibile, 14/15 in una bicchierata che si è svolta presso lo studio NCTM di Via delle Quattro Fontane, come quattro amici al bar, che mentre ancora la riunione doveva tenersi già aveva fatto licenziare un inutile comunicato dall'Ansa dai contenuti di aria fritta e senza nulla altro.

Ora però comincia il bello, quei pochi territori, messi faticosamente in piedi, in modo appiccicaticcio, ed in particolare nelle regioni Marche, Liguria, Toscana, Puglia, Basilicata, Friuli, Veneto, Sardegna, Piemonte e Calabria non sanno più che fare e che pesci prendere e soprattutto non sanno cosa dire alle persone che avevano guardato con simpatia a questa iniziativa.

Tutto costruito ad uso e somiglianza del Ciambellano del Sire, l'ex Presidente della Confagricoltura Vecchioni, pensando con qualche agricoltore si poteva costruire una rete per trasformarla in partito: in realtà impegnato solo a mettere insieme un diverso cerchio magico tutto per sé.

Ed ora? Italia Futura è sull'orlo di una crisi di nervi, l'implosione è dietro l'angolo, lo sgretolamento in rapido arrivo: Giustina Destro, montezemolina ad hoc della prima ora, umiliata e mortificata, non è stata neppure invitata alla riunione mentre la Maria Paola Merloni sì.

Fabio Gava e Roberto Antonione, che pur avevano partecipato alle precedenti riunioni, erano stati invitati ma poi è stato loro comunicato di non andare, vari membri dei cosiddetti Consigli direttivi delle regioni costituite sono stati fatti tornare a casa ed hanno' protestato direttamente con Luchino che avrebbe fatto meglio a non far fare riunioni così, mettendo da parte questa banda di pasticcioni che rischiano di trascinarlo in una bufera politico-mediatica assolutamente senza rete.

Ma Luca Luca è molto più abile di loro, non ha mai avuto dubbi che sarebbe stato meglio non esserci ed anzi ora si dileguerà e di Italia Futura chissenefrega.

Del resto dove li avrebbero trovati candidati giovani, belli, intelligenti, capaci, eleganti, in grado anche di esser portatori di voti senza che Luca Luca fosse direttamente in campo con loro? ( fra i vari motivi per cui non scende il campo vi è anche che deve pensare alla figlia di due anni ... ) e soprattutto niente politici in particolare come Casini e Bersani che nel corso del suo intervento ha attaccato duramente mentre come hanno scritto vari quotidiani guardano con maggiore attenzione a gente come Gianni Vernetti e Benedetto Della Vedova, radicale della prima ora in rotta di collisione con Fini e Bocchino ed alla ricerca di una collocazione.

In questa confusione sulla stampa nazionale chi più ha da inventare, inventa: Montezemolo al servizio del cantiere montiano (senza Monti naturalmente), Montezemolo offre la sua struttura a Matteo Renzi (addirittura!), Montezemolo che si allea con Casini e Marcegaglia (con la quale non si salutano neppure da illo tempore), mentre qualcuno più ardito scrive "Montezemolo ora ha le sedi (virtuali) e vuole sfidare Casini". Mentre Dieguito Della Valle e Corradone AirOne stanno ben distanti.

Al ridicolo non c'è mai limite.

2- SICILIA: GIACALONE, FIRMA DI 'LIBERO', TRA CANDIDATI A PRESIDENZA
(AGI) - Davide Giacalone, una delle firme del quotidiano 'Libero', si candida alla presidenza della Regione siciliana con il suo movimento "LeAli alla Sicilia", inserito nel progetto "Fermare il declino" cui -a suo dire- aderiscono anche dirigenti dell'Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. La candidatura, afferma Giacalone in un comunicato, "cerca di dare corpo a una follia: che alla Sicilia e ai siciliani interessi essere diversi dalla classe dirigente che li rappresenta, capace di dare dell'isola e dei suoi abitanti un'immagine altezzosa e plebea".

"Non stupisce che alleati dell'altro ieri possano essere divenuti feroci avversari ieri, per poi lanciarsi nei languori odierni, colpisce, piuttosto, che tutto cio' avvenga senza avere cura di spiegare il perche'. Probabilmente non spiegabile", dice Giacalone, che polemizza: "Nulla di oscuro, per carita', semmai di tetro. Non ci sono novita' sul fronte dell'esercito dei dipendenti regionali (che andrebbe esternalizzato e reso produttivo), nulla su quello delle societa' regionali (che andrebbero bonificate e in gran parte chiuse), nulla che abbia a che vedere con la vita reale, se non la voglia di restare dove ci si trova, di contare senza saper far di conto. Nulla, se non la smania di un potere dell'apparenza, che e' raffigurazione della sostanziale impotenza. Per questo ora si baciano -conclude Giacalone- per questo, fra qualche ora, torneranno a pugnalarsi".

Giacalone, 53 anni, in passato collaboratore di Vincenzo Muccioli, ha gia' fatto politica nel Pri, ed e' stato consigliere del ministro della Poste Oscar Mammi' dal 1987 al 1991. Oltre a collaborare con 'Libero', tiene una rubrica quotidiana su RTL 102.5 ed e' presidente dell'Agenzia nazionale per la diffusione delle tecnologie dell'innovazione.

3- ENERGIA: VECCHIONI, DOPO ENEL, GENERALI E GAVIO, NUOVO PARTNER PER TERRAE
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Dopo Enel Green Power, Generali e Gavio, Federico Vecchioni punta ad associare un nuovo importante partner industriale in Terrae, la holding ex Finbieticola riconvertita alle energie rinnovabili. "Vogliamo una compagine che ci arricchisca di know how e di contenuti", ha detto Vecchioni in un'intervista all'agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor: "L'assetto che ha la societa' in questo momento ci consente di non avere fretta. Vogliamo valorizzare al massimo questo 18%, ovviamente lo faremo sempre al valore di patrimonio netto, dunque 750 mila euro per ogni punto percentuale".

Tra i progetti industriali piu' vicini alla fase esecutiva c'e' la sperimentazione del gasogeno con Ansaldo Energia: "Riteniamo di poter partire a settembre con il primo impianto, che sara' installato a Massa Carrara", ha annunciato Vecchioni. L'Associazione nazionale bieticoltori (Anb) avra' in portafoglio il 44% di Terrae al termine del processo di vendita delle quote. Enel Green Power e Generali hanno rilevato il 15% ciascuna al prezzo di 11,5 milioni; il gruppo Gavio detiene l'8%. Equiter, fondo di investimento del gruppo Intesa SanPaolo, sembrava in pole position per entrare nella compagine azionaria; ma le trattative sono al momento ferme. "Terrae - ha rilevato Vecchioni, gia' presidente di Confagricoltura - e' liquida: ha gia' le risorse per fare il suo piano di investimento".

E non e' detto che non si faccia strada un'ipotesi nuova: "Potrebbe essere interessante, anche se su questo non c'e' un'idea definitiva, se in Terrae ci fosse una sorta di polverizzazione di questo 18% in modo tale da integrare ulteriormente la filiera, con gruppi alimentari e aziende agricole di medie e grandi dimensioni. Abbiamo delle opzioni per l'1% da parte di aziende agricole strutturate".

 

 

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