CHE FINE HA FATTO IL “PROCESSO DEL SECOLO VATICANO” CONTRO BECCIU? – DON FILIPPO DI GIACOMO: “SI È CONCLUSO IL 16 DICEMBRE SCORSO, E PARE CHE I POVERI CRISTI, DOPO TRE ANNI DI SBEFFEGGIAMENTI E UNA SEVERA SENTENZA DI CONDANNA, PER AVERE IL DIRITTO DI LEGGERNE LE MOTIVAZIONI DOVRANNO ATTENDERE LA FINE DELL'ANNO IN CORSO. NEL FRATTEMPO, L'AVVOCATO-PROFESSORE ALESSANDRO DIDDI SOSTIENE CHE NON ABBIA FONDAMENTO L'OPINIONE SECONDO CUI L'ORDINAMENTO GIUDIZIARIO VATICANI NON ASSICUREREBBE I FONDAMENTALI DIRITTI DI DIFESA DEGLI IMPUTATI E DI PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA DEGLI ACCUSATI…”
Filippo Di Giacomo per “il Venerdì di Repubblica”
don filippo di giacomo foto di bacco
Ricordate il cosiddetto "processo del secolo" vaticano contro Becciu e altri? Si è concluso il 16 dicembre scorso, e pare che i poveri cristi, dopo tre anni di sbeffeggiamenti e una severa sentenza di condanna, per avere il diritto di leggerne le motivazioni dovranno attendere la fine dell'anno in corso.
Nel frattempo, l'avvocato-professore Alessandro Diddi sostiene che non abbia fondamento l'opinione, diffusa in Italia e all'estero, secondo cui il sistema processuale penale e l'ordinamento giudiziario vaticani non assicurerebbero i fondamentali diritti di difesa degli imputati, le garanzie di indipendenza e autonomia della giurisdizione e di presunzione di non colpevolezza degli accusati.
Diddi, promotore di giustizia ad omnia dentro le mura e aspirante spauracchio di oves et boves anche fuori, in un suo articolo sulla disputata vicenda sul semestrale Diritto e religioni, confuta la tesi ispirandosi alla ciceroniana orazione De domo sua ad pontifices, perché come nell'Arpinate gli argomenti del "grande accusatore" vaticano si basano sulla certezza di aver agito con il favore degli dèi e in difesa della Patria.
ALESSANDRO DIDDI PAPA FRANCESCO
Tra le tante perle, imperdibile quella con la quale Diddi conclude la sua fatica: «quei principi nei quali si riconoscono oggi i moderni Stati fanno parte della storia, delle radici e della tradizione culturale della Chiesa cristiana dei quali la Santa Sede è certamente oggi la più autorevole depositaria».
Il caso vuole che, dalla Riforma in poi, sotto la dizione "Chiesa cristiana" si identifichino quelle migliaia di confessioni che non riconoscono l'autorità teologica del Papa, della Santa Sede e della sua tradizione dottrinale, sacramentale e giuridica, cioè tutto quello che, dal II-III secolo, viene chiamato "Chiesa Cattolica". Lo sanno pure i bimbi del catechismo.
IL CARDINALE ANGELO BECCIU A CINQUE MINUTI SU RAI 1
ALESSANDRO DIDDIALESSANDRO DIDDI 1
IL CARDINALE ANGELO BECCIU IL CARDINALE ANGELO BECCIU A CINQUE MINUTI SU RAI 1