UGL! CHE FINE HA FATTO IL QUADRO DEL PAPA? - SPARITI GLI OMAGGI RICEVUTI DALLA EX PRESIDENTE POLVERINI - PIATTI, MEDAGLIE, TARGHE, CERAMICHE E STATUETTE IMBALLATE DA “FACCHINI” TARGATI UGL - MA GLI OMAGGI ALLE ISTITUZIONI APPARTENGONO ALLA COLLETTIVITA’: ALEMANNO MISE ALL’ASTA PER BENEFICENZA QUELLI RICEVUTI DA LUI, RUTELLI E VELTRONI - LO STAFF DI SDERENATA: “LI ABBIAMO SPOSTATI PER FARE SPAZIO A ZINGARETTI…”

Andrea Koveos per Lanotiziagiornale.it

Fuori tutto per fine gestione. Nel Lazio persino le vetrine con gli omaggi ricevuti dall'ex governatore, Renata Polverini, sono rimaste tristemente vuote. Il nulla. Gli uffici della presidenza di via Cristoforo Colombo sono stati accuratamente ripuliti. Piatti, medaglie, targhe, ceramiche, statuette; tutto imballato da scrupolosi dipendenti - Ugl ovviamente - che nei giorni scorsi hanno completato le operazioni di trasloco per improvvisa interruzione di legislatura. Sembra sia scomparso dalla stanza di Renata anche il quadro che Benedetto XVI le aveva gentilmente ossequiato. Tutto regolare? Chissà, seppure lo scambio di omaggi tra autorità non è come beccare regali dai parenti per Natale o per il proprio genetliaco.

Ciò che si riceve, ricoprendo una carica pubblica, si può gradire per cortesia diplomatica, ma non appartiene a chi lo accetta. Su questo il decreto "Salva Italia" è chiarissimo: tutti i doni di qualsiasi valore economico devono essere lasciati all'amministrazione di appartenenza, per il motivo, molto semplice, di evitare qualsiasi sospetto, tanto antipatico quanto inopportuno. È anche vero, però, che al di là del valore economico di questi "souvenir", alcuni omaggi istituzionali possono avere un alto valore simbolico che, nelle forme consentite, possono essere vantaggiosamente commercializzati. Come ha fatto Gianni Alemanno che recentemente ha messo all'asta i doni ricevuti dai sindaci di Roma; i suoi e quelli di Veltroni e Rutelli. Il ricavato, circa 60mila euro, è stato utilizzato per scopi benefici.

E dire che le potenzialità di mercato degli omaggi ricevuti dall'ex governatrice potrebbero essere assai più remunerative rispetto a quelle del sindaco della Capitale. Quanti soldi potrebbe incassare, un buon banditore d'asta se, solo per fare un esempio, proponesse il famigerato peperoncino della Sabina, di cui la stampa ha tanto parlato, per la storia dello spostamento della Polverini in elicottero da Roma a Rieti? Forse però l'ex segretaria generale dell'Ugl potrebbe avere in mente qualche iniziativa filantropica. D'altronde i cittadini le sono sempre "stati a cuore". E ora ancora di più visto che li rappresenta alla Camera dei deputati. Del resto lo staff dell'ex governatore ha assicurato che gli omaggi che erano nelle vetrine sono stati solo spostati per liberare spazio al nuovo inquilino, Nicola Zingaretti.

 

Renata Polverini Nicola Zingaretti REGIONE LAZIO MANIFESTO DI RENATA POLVERINI ORA FACCIAMO PULIZIA REGIONE LAZIO

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)