“CON IL MOSE CI HANNO MANGIATO TUTTI: DA POLITICI FINO AL PATRIARCATO” - L’EX MAGISTRATO FELICE CASSON: “C’ERANO ALTERNATIVE MA SONO STATE SCARTATE PERCHÉ COSTAVANO MOLTO MENO E CI AVREBBERO MANGIATO MENO. I RITARDI NON DIPENDONO DALLA MAGISTRATURA CHE HA LASCIATO MANO LIBERA AL CONSORZIO PER CONTINUARE I LAVORI - E’ ORA CHE QUALCUNO DA UN PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO E OGGETTIVO DICA SE FUNZIONERÀ O NO…”
Felice Casson, ex magistrato e politico, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sul Mose. “La magistratura è intervenuta di fronte a conclamati gravissimi fatti di corruzione ad altissimo livello –ha affermato Casson-. Da subito la magistratura ha lasciato mano libera di continuare i lavori al Consorzio Venezia nuova anche quando è stato commissariato. E’ infondato quindi dire che i ritardi dell’opera siano dovuti all’inchiesta della magistratura, che non ha sequestrato alcunchè. Chi ha mangiato? La situazione è chiara, ci sono stati processi e condanne a ministri della Repubblica, governatore della Regione.
Han preso soldi dal Mose praticamente quasi tutti i responsabili delle forze politiche della zona, le associazioni, comprese il Patriarcato. Un po’ è un delirio di onnipotenza, un po’ è chi più ha cerca di avere sempre di più. Durante le mie legislature al Senato ripetutamente ho presentato interrogazioni sullo scandalo Mose, era una cosa conclamata. Le tre scimmiette non volevano vedere, sentire, tantomeno parlare. Quando scoppia il bubbone è normale che intervenga la magistratura.
Se il Mose va completato? Fino a poco tempo fa io stesso mi ero chiesto se valesse la pena concludere questa opera, buttando ancora soldi per finirla e almeno 100 milioni l’anno per la manutenzione, che peraltro non si sa chi le metterebbe. E’ ora che qualcuno da un punto di vista scientifico e oggettivo dica se funzionerà o no. C’erano alternative al Mose ma sono state scartate perché costavano molto meno e ci avrebbero mangiato meno. A questo punto finiamo, verifichiamo se funziona, ma con criteri scientifici. C’è anche un problema del ruolo della scienza, dei ricercatori, degli esperti che dovrebbero davvero essere indipendenti rispetto al potere economico e politico”.
Sull’ex Ilva. “Quando si arriva a questo punto, la politica ha fallito, qualsiasi cosa faccia da oggi in poi. Quando c’è un morto, quando c’è un ammalato, quando ci sono bambini che presentano malattie con eccessi statistici, è un segnale fortissimo per la politica che in quel caso non è intervenuta. Scudo penale? Sono contro qualsiasi forma di scudo penale, perché credo che di fronte alla Costituzione e alla legge ordinaria tutti debbano essere uguale. Nel caso dell’Ilva lo scudo penale è una semplice scusa, quando l’industriale decide di andare via molla tutto e se ne va oppure ancora una volta va a mungere le casse dello Stato, ma sempre per interessi economici”.