LA FESTA DEGLI EUROPEISTI FINISCE IN SLO-VACCA - ZUZANA CAPUTOVA ELETTA PRESIDENTE DELLA SLOVACCHIA. È PALADINA DI ECOLOGISTI E MINORANZE LGBT, E GLI ANTI-SOVRANISTI COME UDO GUMPEL BRINDANO: ''NEL PAESE DI VISEGRAD, VINCE UNA NEMICA DI VISEGRAD. ORA ROMA?'' - MA L'AVVERSARIO NON ERA UN NEONAZI, BENSÌ UN COMMISSARIO EUROPEO (DA 10 ANNI!), VICE DI JUNCKER, AZZOPPATO PROPRIO DALLE POLITICHE DI BRUXELLES. IL PRESIDENTE HA POCHI POTERI E LA POLITICA INTERNA ED ESTERA È IN CAPO AL GOVERNO
Brutte notizie per i sovranisti del gruppo di #Visegrad : perche perdono Visegrad: con il 58% eletto una Presidente della Slovacchia pro-europea anti-sovranista donna: #ZuzanaCaputova. Ora Roma?
— Udo Gümpel (@udogumpel) 31 marzo 2019
1. SLOVACCHIA: ZUZANA CAPUTOVA ELETTA PRESIDENTE CON 58% - PALADINA DI ECOLOGISTI E MINORANZE, PRIMA DONNA CAPO STATO PAESE
Yveta Kasalicka per l'ANSA
Comprensibilità, cordialità, affidabilità, capacità di evitare conflitti: queste le caratteristiche che hanno portato oggi Zuzana Caputova, fino a poco tempo fa poco nota all'opinione pubblica, ad essere eletta presidente della Slovacchia. Agli elettori, stanchi della politica piena di confronti, corruzione ed abuso del potere, l'avvocatessa Caputova offre un cambiamento senza ricorrere a promesse irrealizzabili e senza attaccare i concorrenti. Con la sua elezione alla carica di capo dello Stato, la Slovacchia diventa uno dei pochi paesi in Europa dove a trionfare non è un populista, ma una donna che promuove una politica concreta, realistica e pratica.
"Sono felice del risultato - ha detto Caputova, dopo aver ringraziato i suoi elettori in cinque lingue - perché si vede che nella politica si può entrare con opinioni proprie e la fiducia si può conquistare anche senza linguaggio aggressivo e colpi bassi. Abbiamo visto - prosegue - che l'onestà nella politica può essere la nostra forza". La 45enne ex vicepresidente del piccolo partito non governativo 'Slovacchia progressista' è entrata in politica nel 2017.
La lotta durata anni contro una discarica illegale a Pezinok l'ha messa contro gli uomini al potere e contro imprenditori controversi. "E' stata una storia difficile, durata 14 anni - racconta la neo presidente in merito alla sua prima grande vittoria del 2013 -. Abbiamo vissuto inquietudini e timori, ma alla fine abbiamo vinto". Caputova, che per le sue attività nel campo ecologista ha ricevuto il premio Goldman per l'ambiente, è nota anche per essersi impegnata per i diritti degli omosessuali, delle minoranze e per il consenso ottenuto con il patto sulle migrazioni.
"Ho dedicato tutta la vita ad aiutare i deboli - ricorda -. Era sempre una lotta impari. Bisogna far tornare giustizia nella società e la fiducia nelle istituzioni statali. La compassione e l'amore per il prossimo - risponde a coloro che le avevano rimproverato di essere troppo liberale per la Slovacchia cattolica - sono i valori che rappresentano la base su cui unire il paese".
Il desiderio della giustizia e del cambiamento, di cui Caputova è diventata simbolo, si era fortemente manifestato in Slovacchia l'anno scorso dopo l'omicidio del giornalista Jan Kuciak che aveva raccontato dei legami tra la criminalità organizzata e il potere governativo rappresentato partito Smer - democratici sociali dell'ex premier Robert Fico. Nel ballottaggio, Caputova ha vinto con il 58% dei consensi sull'eurodeputato Maros Sefcovic, che si è fermato al 42% e ha riconosciuto la vittoria dell'avversaria. L'affluenza alle urne è stata del 41,8%.
2. CORTOCIRCUITO: IN SLOVACCHIA VINCE LA CANDIDATA PRO-DIRITTI CIVILI E LGBT, MA DALL'ALTRA PARTE C'È IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Dall'articolo di Jacub Hornacek per ''il manifesto''
(…) Il candidato inseguitore ha cercato le grazie degli elettori sovranisti, i cui due principali candidati, il giudice legge e ordine Harabín e il leader neofascista Kotleba, avevano conquistato il 25% dei voti pur rimanendo fuori dal ballottaggio. Sefcovic, che da vicepresidente della Commissione Europea ha avallato senza fiatare troppo le principali decisioni prese a Bruxelles, ha dovuto fare salti mortali per mostrare il suo lato «patriottico e tradizionalista» con risultati spesso imbarazzanti.
Dal canto suo Zuzana Caputová si è mossa tranquilla raccontando la sua storia personale di avvocata per i diritti umani, contro le angherie dei potenti di turno e l' arroganza del potere: «Da presidente voglio impegnarmi concretamente nella lotta alla corruzione» ha promesso.
Caputová è a favore dei diritti civili e delle persone Lgbt, ma durante la campagna elettorale ha tenuto in sordina questo aspetto, che potrebbe irritare una parte non piccola dell' elettorato oltreché le gerarchie cattoliche, ancora potenti nel piccolo Paese centro -europeo. Nella sua biografia professionale c' è però un unica grave macchia: tra i due turni sono emersi gravi dubbi sulla regolarità sul suo praticantato da avvocato. La candidata ha reagito alla notizia in maniera radicale facendosi radiare dall' Albo degli avvocati.
Con la probabile elezione di Caputová cambierà qualcosa per il cosiddetto gruppo di Visegrad? Sono in pochi a pensarlo. La politica interna ed estera è in capo al governo, che per ora sembra solido in sella. Il presidente ha pochi poteri, il suo ruolo cresce di importanza solo in momenti di crisi di governo o di passaggio di maggioranza. Inoltre, il profilo di Caputová non è molto diverso da quello dell' attuale presidente Andrej Kiska, costretto a una coabitazione con il governo guidato dallo Smer.
L' elezione presidenziale tuttavia misurerà la profondità della crisi del maggior partito governativo, in affanno dopo l' uccisione del giornalista Jan Kuciak. In molti sperano che l' elezione di Zuzana Caputová faccia da traino alle forze liberali, forse capeggiate dall' ex presidente Kiska. Ma la storia insegna che i travasi di voti tra le varie elezioni sono piuttosto rari.
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Sarà sicuramente dispiaciuto l' ex premier e presidente dello Smer Robert Fico, dominus della politica slovacca negli ultimi quindici anni. Fico puntava a diventare giudice della Corte Costituzionali, una nomina avanzata dal parlamento ma su cui decide il presidente. Con la vittoria di Caputová Fico può dire addio ai suoi piani.