mario rossetti gaetano caputi giovanbattista fazzolari

FIBRA INDIGESTA – L’AMMINISTRATORE DELEGATO DI OPEN FIBER, MARIO ROSSETTI, TRA POCHI GIORNI LASCERÀ L’INCARICO: LE DIMISSIONI NON SONO STATE ANCORA FORMALIZZATE, MA L’USCITA È ORMAI DATA PER CERTA, VISTA L’APERTA OSTILITÀ RISERVATAGLI DA FRATELLI D’ITALIA. AL SUO POSTO DOVREBBE ARRIVARE GIUSEPPE GOLA, EX AD DI ACEA (PRIMA CHE CALTAGIRONE E GUALTIERI NOMINASSERO FABRIZIO PALERMO), DESIGNATO DAL DUO FAZZOLARI/CAPUTI

Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per www.editorialedomani.it

 

mario rossetti

La scadenza che tutti attendono, nel mondo politico e della finanza, è quella del 30 settembre, quando il fondo statunitense Kkr dovrà presentare la sua offerta vincolante per rilevare la rete Tim. In questi giorni, però, sta maturando anche un’altra importante novità, una novità destinata a cambiare gli assetti di potere al vertice del settore telefonico nostrano.

 

C’è una poltrona in ballo ed è quella dell’amministratore delegato di Open Fiber, Mario Rossetti, che è destinato a lasciare tra pochi giorni l’incarico. Nell’estate di due anni fa, Rossetti ha preso il timone dell’azienda […].

 

Adesso però il percorso del manager […] è vicino al capolinea. Questione di giorni, al massimo poche settimane, visto che il numero uno di Open Fiber ha ormai raggiunto l’accordo con l’azionista Cdp su modi e tempi della sua uscita.

 

GIUSEPPE GOLA

L’indiscrezione circola in ambienti finanziari e in queste ore Domani ha trovato conferme a Roma, in ambienti vicini al governo. Open Fiber, infatti, fa capo per il 60 per cento a Cassa depositi e prestiti, con il resto del capitale in portafoglio al fondo australiano Macquarie e a quanto risulta proprio da Cdp sarebbe arrivato il semaforo verde al cambio al vertice.

 

[…] Il manager, che ha sempre goduto della massima stima e fiducia sia dell’amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco, sia al ministero dell’Economia, si è trovato a gestire una situazione difficile dal punto vista industriale e finanziario.

 

giovanbattista fazzolari giorgia meloni

Allo stesso tempo, […] è stato costretto a subire l’ostilità manifesta di una parte del governo, con Fratelli d’Italia che già dalla fine dell’anno scorso avrebbe voluto un cambio al vertice di Open Fiber. Va ricordato che Giorgia Meloni ha affidato al senatore di Fratelli d’Italia Alessio Butti il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica.

 

Butti ha sempre dimostrato grande attivismo sullo scacchiere della telefonia, intestandosi il “Progetto Minerva” che avrebbe dovuto portare sotto controllo pubblico Open Fiber e la rete di Tim, attraverso un Opa di Cdp su quest’ultima. […]

 

GAETANO CAPUTI

[…] Per la successione di Rossetti nelle scorse settimane […] al momento il candidato che sembra raccogliere i maggiori consensi è Giuseppe Gola, 59 anni, un ingegnere elettronico, con una solida esperienza anche in campo finanziario, che ha lavorato a lungo nel gruppo Enel, poi in Wind e quindi, dal 2017, in Acea, la multiutility (acqua, gas, luce) del comune di Roma di cui è stato nominato amministratore delegato nel 2020.

 

Un anno fa, però, Gola ha perso il posto ad Acea per volere del sindaco Roberto Gualtieri ed è stato sostituito da Fabrizio Palermo. Da allora il suo nome è stato tirato in ballo per diversi incarichi, ultimo della serie quello di numero uno di un’altra multiutility del peso di Iren, controllata dai comuni di Genova, Torino e Reggio Emilia. Adesso Gola è in prima fila per prendere il posto di Rossetti.

 

mario rossetti

Butti […] sta spingendo invece per Federico Protto, 56 anni, un altro manager dal lungo curriculum nelle tlc che a luglio ha lasciato il vertice del gruppo Retelit, passato sotto il controllo di un fondo spagnolo. Al momento, però, Gola sembra in netto vantaggio.

 

Il successore di Rossetti dovrà sbrogliare una matassa parecchio complicata. Va recuperato il ritardo che lo stesso Rossetti aveva ereditato nella posa della rete e servono con urgenza nuove risorse finanziarie per far fronte a costi supplementari stimati 850 milioni rispetto al piano economico finanziario originario. Non per niente, da tempo Open Fiber chiede al governo di intervenire per coprire queste spese impreviste. Rossetti ha sempre rivendicato una forte accelerazione dei lavori durante la sua gestione, ma la rimonta è tutt’altro che completata.

 

ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI

[…] In prospettiva, comunque, per il destino di Open Fiber sarà decisiva l’eventuale integrazione con la rete di Tim una volta che quest’ultima passata a un nuovo azionista, probabilmente Kkr.

 

L’ex Telecom Italia dovrebbe chiudere a breve l’intesa con il fondo americano e nella partita entrerà direttamente anche il governo, che ha annunciato essere pronto a comprare una quota fino al 20 per cento dell’ipotizzata futura società a cui farà capo la rete di Tim, sotto il controllo di Kkr.

 

I SOCI DI TIM E OPEN FIBER

In base agli accordi, l’acquirente americano dovrà presentare la sua offerta entro il 30 settembre, ma non è escluso che la scadenza venga posticipata di qualche giorno per arrivare a un’intesa anche con i francesi di Vivendi, il primo socio di Tim.

 

Per realizzare quanto previsto nell’accordo e rendere operativa la nuova società comune serviranno almeno 12 mesi, forse 18, e in questo periodo si capirà anche quale sarà il futuro di Open Fiber, guidata da un manager che non sarà Rossetti.

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...