FIDUCIA CIECA - A CUNEO DIVENTA SINDACO IL NON VEDENTE FEDERICO BORGNA - CENTRISTA, EX ASSESSORE AL BILANCIO, HA BATTUTO AL BALLOTTAGGIO IL CANDIDATO DEL PD - “UN SINDACO DEVE SAPER ASCOLTARE: È SOLO CON L'ASCOLTO E IL CONFRONTO CHE SI POSSONO CONOSCERE I BISOGNI DELLE PERSONE” - “NON VEDO, NON VUOL DIRE CHE NON POSSO LEGGERE O SCRIVERE: ESISTONO STRUMENTI TECNOLOGICI CHE PERMETTONO DI FARE QUALSIASI COSA”…
Marco Bardesono per il "Corriere della Sera"
«Chissenefrega delle diottrie». Parola di Federico Borgna, nuovo sindaco centrista di Cuneo. Borgna è cieco, il primo sindaco italiano non vedente. Nel ballottaggio ha battuto il candidato sostenuto dal Pd, Gigi Garelli, che aveva vinto le primarie del centrosinistra. Borgna ha ottenuto 4.600 voti in più dell'avversario (59,88% contro il 40,11% di Garelli su una percentuale di votanti del 53,5%) ed è stato sostenuto da quattro liste civiche, da transfughi pd, tra cui il sindaco uscente Alberto Valmaggia e dall'Udc.
Borgna non ha problemi a parlare del suo handicap, non ne ha avuti in campagna elettorale e non ne ha ora: «Un sindaco - dice - deve saper ascoltare: è solo con l'ascolto e il confronto che si possono conoscere i bisogni delle persone. Deve capire e, infine, deve saper decidere».
Borgna lo ha spiegato in tutti i comizi della campagna elettorale e gli elettori gli hanno creduto: «Non vedo, non vuol dire che non posso leggere o scrivere: esistono strumenti tecnologici che permettono a chi non vede di fare qualsiasi cosa. Questi strumenti li uso quotidianamente per svolgere il mio lavoro, sono miei e li porterò con me nella mia attività di sindaco di Cuneo, senza far spendere un euro al Comune».
Borgna, che è presidente piemontese dell'Unione italiana ciechi, è stato assessore nella giunta uscente: «Userò gli stessi strumenti che mi hanno permesso di svolgere l'attività di assessore al Bilancio, tributi, patrimonio e politiche sociali, gli stessi accorgimenti che adopero abitualmente per svolgere la mia attività di consulente finanziario, libero professionista, abituato a confrontarmi quotidianamente con le difficoltà del mercato. Quegli stessi strumenti che mi hanno permesso di frequentare regolarmente le scuole, di laurearmi in Giurisprudenza e che mi consentono di sentirmi una persona totalmente normale».
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