SOGNO O SONDAGGIO? - LA FIDUCIA IN MARIO DRAGHI È PASSATA DAL 63,8% AL 52,7% IN DUE MESI. IL GRADIMENTO È ANCORA ALTO, MA GLI ITALIANI FATICANO ANCORA A PERCEPIRE LA DISCONTINUITÀ CON L’ESECUTIVO GUIDATO DA CONTE - IL LEADER MAGGIORMENTE IN DIFFICOLTÀ IN QUESTO MOMENTO PERÒ È MATTEO SALVINI (29,5% INDICE DI FIDUCIA), CHE, COME IL SUO PARTITO, DI SETTIMANA IN SETTIMANA PERDE DECIMALI DI CONSENSI - I NUMERI DELLA GHISLERI
alessandra ghisleri foto di bacco (2)
Alessandra Ghisleri per “La Stampa”
La fiducia nel Presidente del Consiglio Mario Draghi in due mesi è passata dal 63,8% al 52,7% perdendo l' 11.1% dei consensi. Le perdite più sostanziose appartengono all' elettorato della Lega di Matteo Salvini e del Movimento 5 Stelle.
Di settimana in settimana, infatti, abbiamo registrato un calo lieve e costante del trend dell' indice di fiducia che, anche nell' arco dell' ultima settimana, si traduce in un -1,4%. La stessa perdita si riscontra anche per l' intero esecutivo che, partendo dal 56,9% del 10 febbraio si ritrova oggi al 40,8% con un deficit del 16,1%.
GRADIMENTO LEADER E GOVERNO DRAGHI - EUROMEDIA PER LA STAMPA - 14 APRILE 2021
È indubbio che il gradimento sia ancora molto alto, tuttavia dall' insediamento ad oggi non si è ancora registrato un cambio di tendenza. Possiamo dire che nonostante le percentuali siano ancora molto elevate, ad oggi il calo è fisiologico.
La discontinuità con il governo Conte richiesta al nuovo Esecutivo dalla maggioranza dei cittadini nei primi mesi dell' anno, gli elettori faticano ancora oggi a leggerla in maniera chiara: il 51,6% del campione dichiara infatti di non rilevare differenze nell' attuale gestione rispetto alla precedente e, mentre il 21,1% riscontra una migliore amministrazione - con l' 82,5% dell' elettorato di Italia Viva -, il 19,8% nel confronto ne individua un peggioramento (con il 61,9% dell' elettorato del M5S).
Il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi è arrivato a ricoprire il suo attuale ruolo sull' onda di un entusiasmo complessivo che lo identificava come una specie di figura mitologica: super Mario.
rocco casalino con giuseppe conte
L' uomo della provvidenza si sta scontrando oggi con la realtà di un Paese complicato e ricco di vincoli; infatti, anche se i primi segnali di una certa discontinuità con alcune indicazioni e nomine sono stati dati, il giudizio generale degli italiani è ancora molto severo sull' operato. Come se non bastasse, l' appoggio al suo governo, convinto da parte del Partito Democratico e di Forza Italia, è invece molto più debole per la Lega e il Movimento 5 Stelle.
Dal partito all' uomo simbolo In principio era il partito la firma qualificante per le scelte dell' elettore. Il simbolo, infatti, coincideva sostanzialmente con i valori, i credo e le tradizioni, nonché con la percezione dei suoi sostenitori. Era la presenza di quel marchio la garanzia dell' impegno morale e legale nei confronti delle indicazioni, spesso poco chiare, della qualità delle proposte dei politici.
A volte si trattava veramente di una fiducia cieca che nel segreto della cabina elettorale si traduceva in voto. Pochi erano coloro che tradivano le proprie origini. La funzione del partito in questa prospettiva traghettava i desideri del territorio, ben presidiato, attraverso un sistema fiduciario basato sulla conoscenza diretta dei candidati verso le istituzioni nazionali.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA
Con tangentopoli è emerso il tradimento di questo patto stilato tra la politica del territorio e i cittadini, così che con l' arrivo di Silvio Berlusconi la dinamica dell' evoluzione si è spostata sull' uomo simbolo proponendo di volta in volta nuovi soggetti contrapposti. Anche con l' arrivo del Movimento 5 Stelle gli uomini della politica hanno sostituito il loro partito nell' affiancamento al significato «istituzionale».
Non ci stupiamo più delle sigle e degli acronimi che di mese in mese nascono e si moltiplicano - soprattutto nell' avvento elettorale - come nuovi movimenti politici intorno alla figura di un singolo personaggio. Una nuova posizione in cui l' elettore cerca un segno di identità, di individualizzazione e di espressione di sé per scegliere il suo riferimento politico.
matteo salvini giorgia meloni 1
Su questa linea il giudizio dell' indice di fiducia sui leader di partito è oggi fondamentale per identificare quello che possiamo definire il bacino di utenza dei consensi elettorali dei differenti partiti di riferimento.
Salvini in difficoltà
Il leader maggiormente in difficoltà in questo momento è Matteo Salvini (29,5% indice di fiducia), che, come il suo partito, di settimana in settimana perde decimali di consensi. Essere al Governo non aiuta la sua battaglia di grande oppositore ai poteri forti del Paese. La crisi economica incalza quell' elettorato che Salvini ha rappresentato per mesi quando al Governo c' era Giuseppe Conte con l' alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Oggi il segretario leghista si trova nella complicata posizione di dover far combaciare due situazioni contrapposte: quella della responsabilità - verso il Governo e verso il Paese - e quella della protesta delle piazze. Accettando di sostenere il Governo per lui è diventato sempre più difficile sostenere questa duplice veste e gli elettori se ne stanno accorgendo.
Durante il primo Governo Conte con Luigi Di Maio, Matteo Salvini riusciva a giostrarsi nel gioco delle parti come partito di governo e di opposizione, oggi questo artificio alle spalle di Mario Draghi è molto più complicato se non impossibile.
Così la delusione per coloro che lo interpretavano come il paladino delle riaperture e delle responsabilità sociali avanza in favore di Giorgia Meloni (27,4%) che si è ritrovata a capo della piazza della protesta in totale solitudine.
Se con Nicola Zingaretti poi era il Pd a mostrare un inusuale imbarazzo nello stare al Governo con la Lega, oggi con Enrico Letta si riconosce la voce della forza responsabile e autocritica. Queste posizioni portano il segretario del partito al 27,6% (+3% in una settimana). Silvio Berlusconi mantiene il suo quoziente di fiducia stabile ormai da mesi intorno al 21-22%, come Carlo Calenda intorno al 18-19%. Matteo Renzi invece è precipitato a livelli che parlano da sé: 7,7%.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI BY CARLI
Il caso Conte
Unica eccezione nel panorama appare Giuseppe Conte che, nel silenzio degli ultimi mesi, è riuscito a mantenere il suo indice di fiducia al 44,5%. Anche per lui si è aperto un periodo di grande aspettative per gli elettori del Movimento 5 Stelle e anche per una parte di quelli del Pd.
La sua investitura come leader del movimento lo porrà inevitabilmente di fronte a delle scelte importanti che lo obbligheranno a svelare i suoi piani e a trovare nuovamente un confronto diretto con l' elettorato.
La classifica dei ministri Sul lato dell' esecutivo l' indice di fiducia ha portato molti cambiamenti nell' ultimo mese nel ranking dei ministri soprattutto nelle posizioni più alte dove troviamo il ministro Franceschini con l' 89,4% di notorietà e il 41,6% di fiducia.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA
In un mese ha superato la titolare della Giustizia Marta Cartabia che con il suo 39,2% scende al terzo posto sorpassata anche dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (40,1%). Seguono in crescita il ministro dell' Interno Luciana Lamorgese (37,9%), +4,0% in un mese, il ministro per la PA Renato Brunetta 34,1% (+5,3%) e il ministro per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna 34,0% (+1,2%).
meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni
Meno fortuna rilevano i dicasteri tecnici: Vittorio Colao (33,5%), ministro per l' innovazione tecnologica e la transizione digitale, -4,6%; Daniele Franco (31,1%), ministro dell' Economia e delle Finanze -1,1%; Enrico Giovannini (24,8%), ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili -3,9%; Roberto Cingolani (24,7%) ministro della Transizione Ecologica -3,2%; Patrizio Bianchi (24,0%), ministro dell' Istruzione -4,0% e Maria Cristina Messa (19,6%), ministro dell' Università e della Ricerca -3,3%.
giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza
Per scrupolosità è necessario sottolineare che molti membri del governo sono volti sconosciuti al grande pubblico per cui anche il giudizio sull' operato ne risente, tuttavia coloro che si sono mostrati operativi e attivi in questi primi mesi di governo hanno realizzato una crescita sensibile del loro Indice.
ROBERTO SPERANZA DARIO FRANCESCHINI
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è perfettamente consapevole che è necessario uno sforzo collettivo tra politica, governo e cittadini. Lui stesso ha sottolineato il valore del «noi» in più occasioni come nella più recente conferenza stampa dell' 8 aprile 2021: « non esistono regioni o Stato: esistiamo noi». Qui c' è in ballo il futuro di ciascuno.
Sono le prospettive più delle aspettative o delle false speranze che guidano oggi i giudizi degli italiani, le parole che seguono i fatti come azioni e impegni tangibili, non più le promesse. Chissà che non sia proprio questa curiosa formulazione di Governo che si è stretta intorno a Mario Draghi a trasformare la nostra politica in una maniera più condivisa, vicina all' individuo e sempre più attenta alle sue esigenze.
conte salviniROBERTO SPERANZA E DARIO FRANCESCHINIstefano patuanelli matteo salvini giuseppe conte