la russa grillo

FIGLIOLI E GUAI NON MANCANO MAI! NON SOLO IL CASO LA RUSSA: QUANDO LE COLPE DEI FIGLI RICADONO SUI PADRI POTENTI – CECCARELLI: "NEL PAESE DEL FAMILISMO AMORALE SONO SVARIATI GLI ESEMPI DI TRAVERSIE CAUSATE ALLE FAMIGLIE DALLA PROLE. IL CASO MONTESI E QUELLO DI DONAT-CATTIN, I “TRE MONELLI” DI LEONE E RENZO BOSSI, DETTO IL TROTA - ORA IGNAZIO LA RUSSA POTRÀ UTILMENTE CONFRONTARSI CON BEPPE GRILLO, GEMELLO DI DISGRAZIA FILIALE SENZA PIÙ LIMITI DI SCHIERAMENTO"

Estratto dell’articolo di Filippo Ceccarelli per repubblica.it

 

 

IGNAZIO LA RUSSA CON IL FIGLIO LEONARDO APACHE

I figli sono la benedizione di Dio, i figli sono la Provvidenza, i figli so’ piezz’ ‘e core. Però anche: chi non ha figlioli non ha né pene né duoli, figlioli e guai non mancano mai. Si trova la più vasta e contraddittoria gamma di proverbi in tema nel benemerito dizionario di Carlo Lapucci (Mondadori, 2007), compreso il motto secondo cui i figli scontano le colpe dei padri, vedi le malattie ereditarie, la cattiva fama e la perdita del patrimonio, come accade fin dai tempi della Tragedia greca e della Bibbia – anche se lì nessun genitore risulta aver colpevolmente battezzato i propri figli Geronimo, Cochis e Apache.

 

ignazio la russa in versione avvocato - fotomontaggio

Vero è che anche Umberto Bossi, chiamando gli ultimi suoi due innocenti Roberto Libertà ed Eridano Sirio, qualche rischio se l’è assunto; anche se i guai più seri gli sono arrivati a causa di Renzo, detto il Trota, catapultato in politica con un eccesso di capricci suoi e di chi lo proteggeva. Ma al di là delle lauree albanesi e della fantasia onomastica è pur vero, anzi è verissimo che anche le colpe dei figli ricadono sui padri, tanto più, viene da pensare, quando questi ultimi sono potenti e fin troppo felici di esserlo, e allora sul più bello, al culmine dell’arroganza e della vanità: zòt, ecco il fulmine del figlio che ti inguaia e ti sistema per le feste.

 

leonardo apache la russa 6

Su questo Ignazio La Russa potrà utilmente confrontarsi, magari a cena o anche solo per un caffè, con Beppe Grillo, gemello di disgrazia filiale senza più limiti di schieramento. Può suonare lievemente ironico, ma più che la politica c’entra la vita e il destino; e se in questi ultimi due casi si tratta di vicende tristi e drammatiche, è pur vero che il Presidente del Senato e l’Elevato del Vaffa la loro bella passeggiata nella storia patria se la sono fatta, e forse pure troppo, mentre Ciro e Leonardo Apache, per come sono messi a poco più di vent’anni, vai a sapere.

 

 

(…)

 

In questo senso l’esempio primigenio va recuperato nell’affare Montesi (1954 e seguenti), antenato e modello di tutti gli scandali d’età repubblicana; allorché durante successione di De Gasperi la carriera di Attilio Piccioni, segretario dc del 18 aprile, venne bloccata e stroncata perché il figlio Piero, che componeva musica jazz e aveva una relazione con Alida Valli, finì in galera per la morte della povera Wilma (Montesi, appunto) senza che alcuno abbia mai dimostrato che avesse conosciuto quella giovane e sventuratissima donna.

 

ignazio e leonardo la russa

Secondo caso, anche più crudele e lacerante, quello di Marco Donat Cattin, figlio di Carlo, influente ministro, di cui nella primavera del 1980 in modo abbastanza avventuroso si venne a sapere che non solo aveva parte attiva nel terrorismo (Prima linea, uno dei gruppi più sanguinari), ma che il governo guidato da Cossiga avrebbe fatto in modo di farlo scappare all’estero. La storia è ovviamente più intricata anche perché c’era chi da tempo sapeva e taceva, o aspettava il momento giusto; ma di sicuro, oltre a dimettersi, Carlo Donat Cattin smise di essere figura chiave della nuova maggioranza Dc.

 

umberto bossi e il figlio renzo

Dopo di che, nel paese del familismo amorale, si potrebbe compilare un lungo elenco di più lievi traversie causate da figli discoli o potenzialmente nocivi. Con l’avvertenza che non è possibile né giusto fare di tutt’erba un fascio; mentre su di un altro piano è forse utile riconoscere che il ruolo di figli di padri e madri ingombranti, se qualche vantaggio materiale procura, è spesso scomodo, faticoso e tale da spingere a compiere qualche scemenza in più. Si aggiunga il fatto che, in quel campo di veleni e trabocchetti, la famiglia si colloca nell’area della vulnerabilità dell’uomo o della donna impegnati in politica, che cento occhi stanno addosso ai figli della gente che conta e che la crescente disponibilità di mezzi tecnologici aumenta a dismisura i rischi.

 

ciro beppe grillo

Se ne può chiedere conferma, per quanto riguarda la Prima Repubblica, ai figli del presidente Leone (“i tre monelli” delle intemerate di Mino Pecorelli e del libro di Camilla Cederna); così come ai figli di Ciriaco De Mita e a quelli di Bettino Craxi. Rispetto alla Seconda, tenendosi prudentemente sul vago e per pura vocazione documentaria gli osservatori più diligenti hanno trovato traccia di: raccomandazioni telefoniche eseguite dal figlio del celebre e severissimo Pm divenuto politico; euforiche frequentazioni di figlie di magnati (con costoso acquisto di relative foto); singolari esuberanze edilizie ispirate a super eroi e altre stranezze da parte di figlio di alte cariche municipali; raid menacciuti di ulteriore figlio di sindaco.

 

beppe grillo alla manifestazione del m5s a roma

Si omettono i nomi con la più viva speranza che abbiano tutti messo la testa a posto. Si raccomanda infine un supplemento di riflessione su un breve e simpatico adagio, pure estratto dall’inesauribile giacimento della sapienza popolare: trulli trulli, chi li fa se li trastulli.

marco donat cattin

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…