SINISTRATI DA ESTIRPARE - FILIPPO TADDEI INTONA IL DE PROFUNDIS PER GLI EX DS: “NEL PARTITO CI SONO DUE CULTURE POLITICHE DIVERGENTI E UNA DELLE DUE COMPONENTI SPARIRÀ. È QUELLA CHE ERA IMPEGNATA NELL’ANTIBERLUSCONISMO E POI È STATA TRAVOLTA DA RENZI”

Wanda Marra per il “Fatto quotidiano

 

FILIPPO TADDEI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO FILIPPO TADDEI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO

“C’è un problema di coerenza nella classe dirigente del Pd”. Parola del responsabile economico del partito, Filippo Taddei. Che a Rainews24 la mette così: “Nel partito ci sono anime, correnti e culture politiche divergenti. C’è una difformità antropologica e una delle due componenti è destinata a sparire. È quella che prima era impegnata nell’antiberlusconismo e poi è stata travolta da Renzi”.

 

Mai dichiarazioni furono più esplicite di come la maggioranza renziana vede le minoranze. Persino gli uomini del presidente si stupiscono: “Ha detto così?” Ma spingere fuori dal partito chi si ostina a opporsi è un obiettivo.

 

matteo renzi (2)matteo renzi (2)

Ultimo terreno di scontro, la fiducia sul jobs act. Prossimo, la manifestazione della Cgil a Piazza San Giovanni, con mezzo partito (da Civati a D’Attorre, passando per Fassina e Damiano) che sarà in piazza. “Chi nel Pd sceglie di manifestare contro il governo dovrà prendersi la responsabilità di spiegare questa scelta ai cittadini”, commentano duri dagli alti piani dem. Perplessità e rabbia nelle minoranze: “Ma che me la deve mettere in mezzo Taddei l’antropologia? Posso discutere con Levy Strauss”, dice Bersani. E D’Attorre: “Questo partito è più mio che loro”.

 

CONVENZIONE PD CIVATI CONVENZIONE PD CIVATI

Idem, Cesare Damiano. A proposito di difformità antropologica, i renziani ragionano più o meno così: tranne che nello Spi, nelle organizzazioni territoriali del sindacato ormai i dirigenti Pd sono minoranza rispetto a quelli di Sel e Prc. E pronosticano sconfitte della Cgil come accadde al sindacato con la marcia dei quarantamila nell’80, o con la scala mobile nell’85.

 

Polemizza Dario Parrini, renzianissimo segretario toscano: “C’è una sinistra molto acrimoniosa, e per fortuna molto minoritaria, che ha sempre cercato di indebolire il riformismo di governo”. E alla Cgil: “Polemizzate col Pd; polemizzate con Renzi. Ma mantenetevi fermi contro questa misera demagogia”. Che “la sparizione” di un certo dissenso (antico, marginale, “piccolo” ) la vorrebbe Renzi è chiaro. Per schiacciarlo, la strategia è raffinata quanto diabolica.

UN PO D ACQUA PER MASSIMO D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGA UN PO D ACQUA PER MASSIMO D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGA

 

Sconvocata l’Assemblea dei senatori prevista per oggi che deve valutare il non voto sul lavoro di Ricchiuti, Mineo e Casson. I tre non saranno espulsi (“figuriamoci se Matteo gli regala lo status di martiri”, spiegano i renziani), ma “avvertiti”. Un ammonimento. Ci sarà martedì, dopo la direzione in programma lunedì per discutere la forma partito. Una richiesta della stessa minoranza che Renzi ha accolto. E che sfrutterà a suo vantaggio. I gruppi parlamentari sono sollecitati a serrare i ranghi.

 

Nessun nuovo regolamento immediato. Ma un percorso verso un partito più aperto, in cui contino tanto gli elettori, quanto i tesserati. Un partito funzionale al governo (lo raccontano così). Nel frattempo, si pensa a modifiche dello Statuto, per rendere meno larghe le maglie in cui si può votare in dissenso dalle decisioni della maggioranza (per ora, si parla di questioni etiche e principi fondamentali della Costituzione).

Pierluigi Bersani Pierluigi Bersani

 

E poi, si ricorda la circolare di Bersani, che ai futuri candidati fece sottoscrivere l’impegno a votare secondo mandato. Sanzioni possibili? Se si vota no alla fiducia, l’espulsione è automatica, ragionano i renziani. E chi non partecipa al voto? Misure allo studio. Tra cui quella di cancellare i ribelli ostinati dall’anagrafe degli iscritti e togliergli la tessera.

 

La minaccia, sotterranea, per Renzi, è quella che funziona di più. E la principale è la condanna all’irrilevanza. Ancora i renziani. “Ma Civati perché non va in Sel? Perché nel Pd da oppositore ha un palcoscenico maggiore”. Poi, c’è la certa espulsione dalle liste future.

Quanto future? Nella strategia di Renzi, il voto è un’opportunità sempre aperta. Nella road map che partirà con la direzione di lunedì, l’approdo è un’Assemblea nazionale (in programma tra 3 o 4 mesi, ma chissà). Che voterà un Pd a immagine e somiglianza del leader. Pronto all’uso per eventuali elezioni.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)