salvini macron

IL CACIO SU MACRON – IL “FINANCIAL TIMES” SCARICA “MONSIEUR ARROGANCE” E INCORONA MATTEO SALVINI: IL GALLETTO È IN FASE CALANTE E ORA “EVITA DI RIFERIRSI AL SUO NEMICO ITALIANO” PERCHÉ LO TEME E SA CHE RISCHIEREBBE DI PORTARE ACQUA AL SUO MULINO – L’EDITORIALE DI BEN HALL: “LO SCONTRO ALLE EUROPEE SEMBRA AVVINCENTE, E MACRON NON È IN FORMA. RISCHIA DI PERDERE PER KO TECNICO, MENTRE SALVINI…”

MACRON PIFFERAIO

1 – EMMANUEL MACRON E MATTEO SALVINI, LA BOMBA DEL FINANCIAL TIMES: "UNO E' UN LEADER FINITO, L'ALTRO INVECE..."

Da www.liberoquotidiano.it

 

Verso il ko tecnico: tra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron il Financial Times non ha dubbi, il leghista sta per trionfare. Il prestigioso quotidiano finanziario britannico, mai tenero con il vicepremier italiano, conferma la fase calante del presidente francese, ormai ex campione dell'europeismo in caduta libera in patria e costretto pure a contravvenire alle regole sul deficit di Bruxelles per placare le proteste e salvare la poltrona all'Eliseo.

 

Salvini, di contro, è considerato "il leader de facto del governo italiano" e soprattutto "il tesoro degli euroscettici e il pilastro di una nova coalizione nazionalista". Fino a poche settimane fa, Macron e Salvini se le davano di santa ragione a suon di battutine incrociate. Oggi però, nota l'editorialista Ben Hall, il francese "ha aggiustato il suo messaggio, evita di riferirsi al suo nemico italiano".

 

SALVINI MANGIA LA NUTELLA

La sportività e la dialettica democratica non c'entrano: il galletto ha scelto di incassare senza rispondere alla provocazioni perché teme Salvini e sa che rischierebbe di portare acqua al suo mulino, è il ragionamento comune di Italia Oggi. E il mulino di Salvini è per certi versi anche quello dei gilet gialli e soprattutto di Marine Le Pen, che nei sondaggi avrebbe clamorosamente sorpassato En Marche del presidente.

 

2 – EUROPEE, SALVINI È PRONTO A MANDARE MACRON KO. PAROLA DEL FINANCIAL TIMES

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

EMMANUEL MACRON IN PREGHIERA

Il rintocco della campana è fissato per la fine di maggio 2019. Da una parte del ring Emmanuel Macron, presidente della Repubblica Francese, leader di En Marche, autoproclamata guida di un ampio fronte liberal che, almeno nelle intenzioni originarie, dovrebbe difendere l’Ue dall’assalto degli euroscettici. 1,77 metri per 41 anni, l’enfant prodige dell’Eliseo è sempre più enfant e sempre meno prodige, ha il sonno tormentato dai gilet jaunes e un disperato bisogno di trovare una narrativa convincente per il riscatto nelle urne di maggio.

 

All’altro angolo c’è Matteo Salvini, 1,87 metri e 45 anni sulle spalle, vicepremier del governo italiano e ministro dell’Interno. Leader, anzi “capitano” della Lega, designato (sia pur in via informale) dai colleghi sovranisti europei (e dai sondaggi, sempre più clementi con il Carroccio) alla guida del fronte opposto, quello che unisce in un curioso puzzle i leghisti ai nazionalisti di Afd, passando per i sovranisti-liberal olandesi di Geert Wilders e i lepeniani del Rassemblement National. Il Financial Times, storico quotidiano finanziario britannico, da sempre termometro degli umori dell’establishment europeo, sceglie la metafora della boxe per mettere a fuoco il vero scontro delle elezioni europee.

matteo salvini guarda la partita del milan

 

In un lungo editoriale Ben Hall racconta il weigh-in dei due boxers a cinque mesi dall’incontro. “Nessuno dei due si batterà per un seggio nella prossima legislatura europea, ma entrambi incarnano le due coalizioni pronte a schierarsi per determinare il futuro dell’Europa, aiutando a trasformare queste elezioni spesso ignorate in uno spettacolo avvincente – e potenzialmente in uno degli eventi politici pivotali del 2019″.

 

EMMANUEL MACRON

Il quotidiano, che in passato non ha risparmiato duri attacchi a Salvini, ha recentemente invertito la rotta riconoscendo ufficialmente, senza mai far venir meno le critiche, la leadership del vicepremier. Due settimane fa lo incoronava il “de-facto leader” del governo gialloverde, oggi lo incensa come “il tesoro degli euroscettici e il pilastro di una nuova coalizione nazionalista”.

 

Macron, spiega Hall, è rimasto un riferimento per “i liberal pro-Europa”, ma “è altamente impopolare in patria e la sua agenda di riforme è incappata in una strenua resistenza”. Per di più, e qui c’è un giudizio squisitamente politico, “le sue credenziali europeiste sono uscite malconce dopo che ha destinato dieci miliardi di euro a spegnere le proteste, cosicché la Francia sforerà il 3% di deficit il prossimo anno”.

matteo salvini caffe

 

“Lo scontro sembra avvincente. Ma arriverà alla campanella?” è la domanda che campeggia in cima all’editoriale. Un’occhiata all’allenamento dei due pugili, spiega il FT, basta per frenare le aspettative degli appassionati di boxe. Perfino gli irriducibili euro-entusiasti si sono convinti che “Macron non è più in forma ottimale per combattere l’incontro”. Gli accorati appelli del presidente francese a favore dell’ecologismo, del liberismo e dell’europeismo suonano come “uno scherno” alle “ben più prosaiche” richieste dei cittadini francesi. Per dirla con una frase di sfogo di un gilet jaune, “le nostre élites parlano della fine del mondo, noi parliamo della fine del mese”.

moscovici macron

 

I pronostici per l’Eliseo sono neri, sentenzia il Financial Times. Salvini lavora a una grande coalizione, e non sembra aver alcuna intenzione di “riporre a posto i guantoni”. Macron e il suo partito “hanno fatto ben poco per forgiare una coalizione pan-europea – un fatto strano, vista la sua aspirazione a divenire il portabandiera dell’Ue”.

 

MATTEO SALVINI SUSHI

Il leghista punzecchia, provoca, un gancio dopo l’altro, il leader francese, lo chiama in causa appena ne ha occasione. È un’avversione che supera persino vecchie faide. “Merkel o Macron?” gli ha chiesto Politico.eu a Natale, “Merkel” ha risposto senza battere ciglio Salvini. Dal canto suo Macron incassa, e risponde sempre meno alle provocazioni, per evitare di esporsi più del dovuto. “Macron ha aggiustato il suo messaggio, ora evita di riferirsi al suo nemico italiano”.

 

matteo salvini in israele

Salvini ha la strada spianata per la vittoria? Non esattamente. Il fronte sovranista sarà la sorpresa delle europee, è fuor di dubbio, ma i numeri vanno contestualizzati. “I successi combinati per i partiti della destra radicale all’Europarlamento potrebbero essere minori di quanto vogliano far credere le loro cheerleaders”. L

 

’emorragia della Brexit porta via un nutrito manipolo di parlamentari euroscettici al seguito di Nigel Farage. E la scalata a Bruxelles potrebbe fermarsi al 25% dei seggi, dice un sondaggio dell’Istituto Jacques Delors. Non proprio la “rivoluzione” vaticinata da Steve Bannon. La vera sfida per il leader leghista sarà ricondurre ad unità il frammentato e litigioso universo sovranista. Se il problema fosse solo Emmanuel Macron, conclude il FT, “non stupisce che Salvini sia convinto di portare a casa un knockout”.

Ultimi Dagoreport

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?